Che cosa è la permacultura e come praticarla

permacultura

La permacultura è un metodo  di progettazione per insediamenti umani ecosostenibili, che utilizzano l’agricoltura per soddisfare i bisogni alimentari della popolazione  nel rispetto del territorio.

Nel modello ideale di permacultura, una comunità deve essere in grado di autoprodurre i suoi beni, non solo per l’alimentazione ma anche per i suoi fabbisogni energetici, sfruttando le risorse agricole del proprio territorio nel pieno rispetto dell’ambiente.

In questo articolo vi spiegheremo il significato dei termini permacoltura e permacultura.

Significato del termine Permacultura

Permacoltura: agricoltura permanente
Permacultura (nell’accezione più ampia): cultura agricola permanente

Entrambi i termini sono quindi corretti ma con la differenza di significato di cui sopra.

Il primo testo in lingua inglese, scritto da Bill Mollison e David Holmgren, è stato pubblicato nel 1978. L’edizione tradotta in italiano, intitolata  «Permacoltura». Un’agricoltura perenne per gli insediamenti umani è acquistabile in questa pagina di Amazon a 16,15 euro IVA inclusa.

Il testo spiega come coniugare i saperi di discipline diverse (agricoltura naturale, bioarchitettura, climatologia, economia, botanica, selvicoltura, ecologia) per coltivare in armonia con la natura.

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La copertina del primo libro tradotto in italiano sulla permacoltura

Significato funzionale di Permacultura

La Permacultura è un processo integrato di progettazione che dà come risultato un ambiente sostenibile, equilibrato ed estetico. L’intera permacultura fonda le sue radici nel concetto di applicare le giuste strategie per raggiungere e mantenere l’equilibrio dei sistemi che sono alla base della vita.

Dove applicare la permacultura

In termini pratici la permacultura può essere applicata a un orto domestico, al terrazzo di casa, al proprio giardino così come ad abitazione isolate, villaggi rurali e insediamenti urbani.

Come fare permacultura domestica

La permacultura può trovare riscontro già nelle piccole realtà domestiche, partendo dal balcone, dal terrazzo o dal giardino di casa.
La finestra per esempio, anche se è la situazione meno agevole, può prestarsi alla coltura. Si può appendere intorno alla finestra qualche vaso leggero in cui coltivare delle insalate da taglio: basta piantarle in successione e saranno mature nello stesso ordine, così, mentre la prima appena colta ricresce, si può passare alle successive.

In alternativa si può creare una tenda vegetale che consiste nel mettere un vaso a cassetta davanti alla finestra e piantare un graticcio su cui far arrampicare peperoncini e tropeolo. Si possono anche coltivare dei pomodori a testa in giù nelle bottiglie di pet. Da non trascurare la coltivazione in piccoli vasi delle piante aromatiche di uso più comune come rosmarino, salvia ed erba cipollina.

Con un terrazzo o un balcone si aprono scenari molto più interessanti per la permacultura. Per cominciare possiamo sfruttare la verticalità posizionando mensole e ripiani, mentre per il lato aperto verso la strada possiamo ricorrere a graticci che creeranno anche gradevoli zone lievemente ombreggiate e una sorta di barriera con l’esterno. A terra poi possiamo disporre le piante più alte dietro quelle più basse, utilizzando contenitori leggeri: vecchi secchi di plastica, sacchi di iuta, cassette della frutta, vecchie pentole ma anche tetrapak tagliati a metà e forati sul fondo vanno benissimo per piccole piantine.

Molte persone, abituate semplicemente ad acquistare tutto il cibo di cui si nutrono nei supermercati, non hanno idea di quanto buon cibo si possa produrre in un semplice terrazzo! Pomodori, carote, melanzane, fagiolini che si arrampicano sui graticci e tanto altro ancora.

Per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico possiamo collegare alle grondaie dei serbatoi per recuperare la provvidenziale acqua piovana magari mimetizzandoli con piante rampicanti. Per concimare le nostre piante possiamo valutare di preparare il compost utilizzando i rifiuti organici, solitamente raccolti nell’umido.

Insomma le idee per praticare con soddisfazione la permacoltura sono tante, bisogna solo metterci un po’ di volontà e passione.

Gli edifici in permacultura

Le “strutture edilizie” in permacultura sono realizzate in funzione alla vegetazione circostante. Generalizzando si può dire che case ed edifici, nell’ideale, dovrebbero poter vantare tutti i principi dell’architettura bioclimatica: efficienza energetica, isolamento termico, tetto verde, energia solare… fino a inseguire il modello di casa passiva, anche questa -proprio come l’intero sistema- autosufficiente. I materiali tipici delle costruzioni in contesti di permacultura sono: paglia, terra cruda, legna… in molti casi si sfruttano materiali già presenti sul territorio.

Esempi di permacultura in Italia

In Italia si è iniziato a parlare di permacultura solo nel 2000 ma ad oggi non mancano diversi esempi d’eccellenza. L’azienda agricola Ragas, in provincia di Bologna, seguendo i principi della permacultura ha diviso il suo territorio aziendale in 9 zone, ognuna con una precisa destinazione funzionale:

Zona 1: residenza, laboratorio per la preparazione dei prodotti
Zona 2: vivaio, zona di raccolta legna, orto domestico
Zona 3: coltivazione di piante ed erbe officinali
Zona 4: zona seminativa a cereali e bancali di ortaggi da utilizzare a conserva
Zona 5: zona foraggiera integrata di oche, galline, alberi da frutto, fiori e cereali
Zona 6: area di relax all’interno di un percorso di incanalamento delle acque fino al fiume
Zona 7: bacino per l’itticoltura
Zona 8: area estesa per la coltivazione di differenti frutti minori
Zona 9: area per l’orto invernale e altro frutteto

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Permacultura per l’orto domestico

Nella permacultura non vi sono metodi di coltivazione standard. Come tutte le soluzioni pratiche adottate in permacultura, anche quando si parla di progettazione di un orto domestico i metodi di coltivazione variano a seconda del contesto culturale e ambientale.

Per progettare un orto secondo i principi della permacultura, basterà impiegare metodi che hanno l’obiettivo comune di tutelare il terreno e di ripristinarne, di coltivazione in coltivazione, la fertilità nativa del terreno in modo naturale. Ecco perché si consiglia di seguire le metodologie dell’agricoltura sinergica, dell’agricoltura biodinamica o dell’agricoltura naturale di Fukuka.

Chi ha un orto domestico e vuole seguire i principi della permacultura, potrebbe adottare animali da cortile, in particolare le galline. Uno dei concetti più usati, infatti, è il trattore di galline: le galline, lasciate al pascolo, razzolando libere (oppure in apposite strutture mobili) riescono a mantenere costante la vegetazione a un livello basso. A tal proposito vi consigliamo di leggere il nostro articolo dedicato Allevamento delle galline a terra. Con il passar del tempo si è sviluppata anche una forma di permacultura vegana che non fa “uso” degli animali ma tra i fondamenti etici si aggiunge la cura per gli animali.

La permacultura non prevede la coltivazione a filari, infatti a prima vista un orto in permacultura appare quasi caotico ma nulla è lasciato al caso: le erbe aromatiche e le insalate devono essere quanto più accessibili possibile e coltivate nell’immediata vicinanza di casa, inoltre delle bordure possono essere realizzate con sedano, aglio, finocchi o cipolle. Le aiuole ampie servono per quelle specie a maturazione lunga e raccolta concentrata, come patate, porri e zucche.

Le piante rampicanti possono essere coltivati su graticci, staccionate pre-esistenti o pergolati così da ottimizzare lo spazio. Le piante che si prestano a essere disposte su graticci sono i fagioli rampicanti, la passiflora, le zucche (sostenendone in reti i frutti), i cetrioli e molte altre.

Chi ha abbastanza spazio potrebbe prevedere un’area relax, magari allestita con uno specchio d’acqua: un piccolo stagno potrebbe attirare rane predatrici di insetti e salamandre trasformandosi in un complesso ecosistema funzionale per la salvaguardia dell’orto.

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Pubblicato da Anna De Simone il 4 Marzo 2022