Bioplastica, vantaggi e controindicazioni

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La bioplastica è un materiale plastico derivato da fonti rinnovabili o biodegradabili. Il tempo di decomposizione della bioplastica varia molto in base ai materiali di partenza e alle condizione di compostaggio. In ambienti umidi come gli appositi composter, la bioplastica ha la capacità di biodegradarsi nel giro di pochi mesi, tuttavia, in ambienti asciutti e con gli appositi trattamenti, le bioplastiche possono assicurare un’ottima tenuta. 

Sono molti i tipi di bioplastica diffusi sul mercato. Alcuni esempi di bioplastiche sono:

  • Bioplastica ottenuta da colture alimentari come amido di mais, grano, tapioca, patate. I nomi comerciali sono Bolice, Biplast, Cereplast Compostables, Biotecnomais, Vegemat, Solanyl… 
  • Bioplastiche biodegradabili per applicazioni plastiche industriali (API), nome commerciale Apinat.
  • Bioplastiche poli, ottenute dagli zuccheri.
  • Poliidrossialcanoati PHA e derivati: poliidrossibutirrano, poliidrossivaleriato, poliidrossiesanoato
  • Bioplastiche a base di cellulosa come biograde.
  • Bioplastiche derivate dagli scarti della lavorazione di pomodori.
  • Bioplastiche derivate dagli scarti della lavorazione delle banane.

Le applicazioni della bioplastica sono infinite; proprio come la sorellina meno etica (derivata dal petrolio, la classica plastica), la bioplastica ha catturato l’attenzione di diverse industrie, dal settore agricolo a quello automobilistico. Tra le ultime iniziative, la Mazda ha sviluppato una plastica sostenibile in partnership con la Mitsubishi Chemichals, per la produzione di interni nel settore Automotive. Questa bioplastica debutterà per la prima volta con la Mazda MX-5 in uscita nel 2015.

Così come la Mazda e la Mitsubishi, anche la Ford Motor Company, in collaborazione con la HJ Jeinz Company, ha sviluppato soluzione ad hoc per l’arredo dell’abitacolo di autovetture. Questa volta la bioplastica è stata ricavata mediante la lavorazione di scarti di pomodori. Non solo interni ma anche supporti per le parti meccaniche, di cavi e rivestimenti per i vani portaoggetti.

La bioplastica può dare vita a particolari tessuti, così è molto usata anche nell’industria tessile e in quella delle scarpe. Le scarpe ecologiche The Flex ne sono un esempio.

Bioplastica, i vantaggi

I vantaggi dell’impiego della bioplastica sono facili da immaginare:

  • E’ biodegradabile, risolve il problema dei tempi di smaltimento necessari per la plastica derivata dal petrolio.
  • Riduce gli oneri di gestione dei rifiuti, soprattutto se impiegata su larga scala dall’industria agroalimentare.
  • Biodegradalibile sì ma anche riciclabile: può portare alla produzione di fertilizzanti agricoli.
  • Particolarmente igienica, perfetta da usare come packaging alimentare o come contenitore di bevande e vivande a uso domestico.
  • Minori emissioni di fumi tossici nel caso di incenerimento.
  • Filiera produttiva più pulita

Bioplastica, gli svantaggi

Purtroppo, le bioplastiche attualmente sul mercato sono composte principalmente da farina o amido di mais, grano o altri cereali, sono poche le bioplstiche derivati da scarti agricoli o alimentari. Tra i contro, vediamo che la produzione di bioplastica potrebbe avere un impatto negativo sulla disponibilità di derrate alimentari causando rincari di alimenti come pane e pasta.

Inoltre, secondo uno studio condotto in Germania dalla Federal Environment Agency, la plastica biodegradabile non offre alcun vantaggio ambientale rispetto alla plastica tradizionale perché il pubblico non è pronto a smaltirla correttamente. Secondo la ricerca tedesca, la bioplastica anche se biodegradabile, non finisce nei sistemi adeguati di compostaggio ma viene smaltita in discarica e tenuta in luoghi asciutti che ne inibiscono la biodegradazione.

Pubblicato da Anna De Simone il 10 Gennaio 2015