Spalma incentivi: le ragioni di assoRinnovabili

energie-rinnovabili

Al decreto spalma incentivi esistono alternative secondo assoRinnovabili. Opinione dell’associazione dei produttori, dell’industria e dei servizi per le energie rinnovabili è che lo spalma incentivi servirà solo a tagliare le risorse destinate agli impianti solari già in funzione, mettendo a rischio qualcosa come 10mila posti di lavoro nel settore delle rinnovabili.

Sulla norma spalma incentivi, già pubblicata in Gazzetta Ufficiale, pesa anche il parere di incostituzionalità del presidente emerito della Corte Costituzionale, Valerio Onida, secondo il quale il provvedimento viola sia le norme costituzionali in materia di retroattività sia gli obblighi internazionali.

assoRinnovabili, dopo il vano tentativo di chiedere al Presidente della Repubblica Napolitano il rinvio del decreto spalma incentivi, ha scritto anche al Commissario Europeo per l’Energia, Gunther Oettinger, che in più occasioni si è espresso su posizioni in linea con quelle dell’associazione. La battaglia è aperta.

Le proposte di assoRinnovabili per ovviare agli effetti negativi del decreto spalma incentivi, con vantaggi che secondo l’associazione potrebbero portare vantaggi anche più rilevanti sulle bollette elettriche, sono riassumibili in otto punti. Tra questi spicca l’introduzione del principio del Chi inquina paga, che valorizzerebbe l’impatto ambientale di ogni bene in considerazione dell’intero ciclo di vita.

  • Revisione del mercato dei servizi di dispacciamento. Intervenendo sul meccanismo che porta Terna ad acquistare energia elettrica per farne riserva (il cosiddetto Marcato di BIlanciamento), nonostante in Italia ci sia una Potenza elettrica installata più che doppia rispetto al fabbisogno di punta. Il punto è che tale riserva in eccesso si traduce in costi d’acquisto ingiustificati con punte di 400 euro/MWh.
  • Revisione degli oneri impropri. Oggi questi oneri sono presenti nelle bollette delle Pmi, ma secondo assoRinnovabili dovrebbero essere rivisti: il regime tariffario speciale a vantaggio delle ferrovie; il sovraccarico delle produzioni elettriche nelle isole; i costi connessi all’esperienza nucleare; il meccanismo dell’ineterconnector virtuale; la ‘sterilizzazione’ dell’IVA sugli oneri parafiscali.
  • Intervento sulle convenzioni CIP6 alle ‘fonti assimilate’. In bolletta pesano ancora oneri cospicui (circa 2,2 miliardi di euro) per convenzioni CIP6 a fonti assimilate che in realtà sono fonti fossili, nonostante siano state riconosciute inique rispetto al beneficio ambientale.
  • Riduzione di parte degli oneri (A3) tramite una cartolarizzazione dei crediti commerciali vantati dal GSE. Questa proposta era stata fatta dal precedente Governo e assoRinnovabili si era espressa positivamente. Essa avrebbe un impatto positivo sulle bollette senza pesanti contropartite a carico dei produttori.
  • Opzioni (veramente) volontarie. La prima potrebbe essere uno spalma incentivi volontario contenente dei ‘premi’ tali da risultare interessanti per chi usufruisce dello scambio sul posto o del parziale autocomuno. La seconda potrebbero essere delle aste competitive sul prezzo di sconto tali da introdurre un meccanismo di risoluzioni anticipate dalle convenzioni di Conto Energia con il GSE.
  • Implementazione di Sistemi di Efficienza di Utenza (SEU) virtuali. Significa in pratica consentire a chi produce energia rinnovabile di sottoscrivere accordi di vendita di energia direttamente con Pmi in aree geografiche differenti da dove avviene la produzione.
  • Trasferire in bolletta i vantaggi generate dalle fonti rinnovabili e gli aggravi che già si pagano. I vantaggi consistono soprattutto nella diminuzione del prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso innescata dalle rinnovabili. Gli aggravi sono quelli dovuti ai provvedimenti fiscali a carico delle rinnovabili e in particolare del fotovoltaico, che oggi confluiscono nella fiscalità generale.
  • Introdurre un sistema fiscale green fondato sul principio del ‘chi inquina paga’. La riduzione della component A3 delle bollette potrebbe derivare dalla destinazione alla copertura di tale voce della tassazione dei prodotti più inquinanti

Forse ti può interessare anche: Il decreto spalma incentivi azzera gli affitti

Pubblicato da Michele Ciceri il 27 Giugno 2014