Binge watching: significato

Binge watching

Binge watching, fino a pochi decenni fa quasi non se ne sentiva parlare, per lo meno in Italia, invece ora questo è diventato un termine di uso quasi quotidiano o almeno piuttosto comune, soprattutto per chi è appassionato di film e di serie TV. Se non sappiamo cosa significa, molto probabilmente non soffriamo di questo disturbo.



Binge watching: significato

E’ inglese, come termine, e deriva dall’atto del binge-watch, ovvero del guardare programmi televisivi per un periodo di tempo superiore alla media, molto superiore alla media, tanto da dare all’occhio a chi ci frequenta ci addita come quello fissato davanti alla TV. In particolare, con la parola binge watching, si vuole descrivere quelle persone che non solo non staccano gli occhi dallo schermo della Tv ma che si “sparano” una serie di diversi episodi consecutivamente, senza soste, della stessa serie, quella che arrivano a volte a prendere come realtà alternativa talmente sono coinvolti da ciò che stanno guardando.

E’ difficile tradurre il termine binge watching in italiano, perché ne esce una espressione che non ha la stessa efficacia e la stessa potenza: “maratona televisiva”.

Binge watching

Binge watching: serie tv

La maggior dei casi di binge watching riguarda gli appassionati di serie televisive e sono forse i primi casi che sono stati identificati, in tempi non sospetti, prima dei cofanetti con i dvd di una intera stagione della nostra serie tv preferita e di siti in cui vederle in streaming.

Le prime maratone di serie Tv risalgono ai tardi anni 1950, sono poi diventate più diffuse tra gli anni 1970 e 1980. Ci sono delle serie cult che conoscono anche i non appassionati e che i veri fan divorano, vedono e rivedono, come “Ai confini della realtà”, “Star Trek” e “Il circo volante dei Monty Python”. Il termine è però nato molto più tardi, quando nel 1996 impazzava la serie televisiva X-Files.

Binge watching Netflix

Netflix ha cambiato la vita di chi si dedica al binge watching e forse ha aumentato l’incidenza di questo fenomeno perché ha reso molto più facile dedicarsi alle maratone di serie tv e anche spesso più economico.

Già il dvd aveva cambiato le abitudini, ma il vero binge watching ha iniziato a spopolare agli inizi degli anni 2010 con Netflix e Hulu. In Italia con qualche anno di ritardo ma Netflix è arrivato per la gioia di chi lo utilizza ormai al posto della Tv e dei canali satellitari di uso comune.

Nel 2013 Netflix ha segnato una ulteriore svolta in tal senso, perché ha iniziato a distribuire anche serie televisive inedite. Gli appassionati “seriali” si sono trovati quindi con la manna caduta dal cielo a portata di pc, con la possibilità di scegliere tra intere stagioni di serie Tv a disposizione contemporaneamente. Non è un caso se proprio nello stesso anno questo termine è stato candidato a “parola dell’anno” per il sito Oxford Dictionaries della Oxford University Press.

Con la spiegazione “guardare più episodi di un programma televisivo in rapida successione, usualmente tramite DVD o streaming digitale”. Due anni dopo, è diventata “parola dell’anno” per il Collins English Dictionary della HarperCollins.

Binge watching

Binge watching: depressione

Non è sempre così ma il binge watching può essere un sintomo di depressione. Dipende come sempre da come una persona si dedica ad una certa attività, allo scopo e all’umore con cui lo fa. C’è chi guarda serie Tv intere per non pensare ai propri problemi, per annegarvi dentro scordando la propria realtà che non apprezza più, e allora sì che è depressione.

Non dimentichiamoci però che ci sono anche appassionati che hanno voglia di dedicarsi alle proprie serie preferite per rilassarsi e magari per trascorrere una domenica grigia e fredda al calduccio, staccando un po’ dagli impegni della settimana. E allora non è depressione, è un modo più che lecito di “coccolarsi”.

Binge watching: rischi

Come accennato, se si esagera con gli episodi di Binge watching, questo può risucchiarci in una realtà parallela e davvero diventare un modo per non vivere o non affrontare i problemi e le difficoltà quotidiane. Questo viene raccontato con ironia e freschezza nell’episodio One Moore Episode della seconda stagione di Portlandia.

Oltre al rischio depressione, ci sono anche il rischio di eccessiva solitudine, quello di diventare incapace di autogestirsi, il rischio di obesità, a meno che non si guardino le serie TV dalla cyclette.

Binge watching: consigli

Consigli sulle serie TV, non è questo il luogo in cui fornirli, ci sono fior di siti specializzati che giorno per giorno raccontano le novità e le serie cult da non perdere o da recuperare. E’ invece importante nel contesto green capire come non correre nessun rischio di quelli citati pur non assumendo un atteggiamento troppo ascetico.

In USA il  riguarda oltre il 70% dei cittadini, in Italia non tocchiamo questi numeri, per fortuna, ma è bene capire quando di tratta di un problema, il guardare la tv, o di un piacere. C’è chi vede dei lati positivi in questa abitudine, ad esempio il poter avere una visuale unitaria dell’opera per cogliere i risvolti più complicati delle trame e le sfumature.

Binge watching

Prendiamoci cura anche della postazione da cui guardiamo la tv, badando di non farci venire il mal di schiena e soprattutto di sdrammatizzare, con un cuscino adatto al Binge watching, simpatico, a Emoji, a pochi euro in vendita su Amazon e anti depressione.

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Pubblicato da Marta Abbà il 13 Novembre 2017