Stazione spaziale cinese: cadrà sulla terra?

stazione spaziale cinese

Stazione spaziale cinese: il primo prototipo Tiangong-1, lanciato il 29 settembre 2011 e fuori controllo dal 2016 si schianterà con l’atmosfera terrestre tra il 30 marzo e il 2 aprile 2018. Ma la posizione esatta del suo rientro rimane un mistero.



Stiamo parlando del Tiangong-1, la versione della CMSA (China Manned Space Agency), un imbarcazione da 8,5 tonnellate e composta da due moduli cilindrici: il modulo sperimentale che ospitava l’equipaggio e il modulo di servizio che contiene motori di propulsione collegati a due pannelli solari.

Non molto tempo dopo la sua dismissione avvenuta nel 2016 iniziarono a circolare voci che l’agenzia cinese avesse perso il controllo del velivolo.

Originariamente era inteso che il velivolo si sarebbe bruciato in mille pezzi in una zona remota del Pacifico meridionale, tra la Nuova Zelanda e il Sud America. Questo luogo, noto come il “cimitero di veicoli spaziali“, è il luogo di riposo finale della spazzatura spaziale di una moltitudine di grandi astronavi inviate in cielo da Stati Uniti, Russia, Europa e Giappone.

Ma ora che la comunicazione con il velivolo è andata definitivamente persa il punto di rientro è molto meno certo.

Stazione spaziale cinese: monitoraggio

Secondo gli scienziati è possibile che nel processo di ingresso nell’atmosfera i componenti in titanio o acciaio di Tiangong-1, non si fondano e cadano sulla Terra con pezzi delle dimensioni di meno di un metro.

“Se ciò dovesse accadere, qualsiasi detrito sopravvissuto cadrà in una regione di poche centinaia di chilometri e centrata lungo un punto della Terra in cui la stazione passa”.

Ma Secondo Warwick Holmes, Direttore esecutivo di Ingegneria Spaziale presso la School of Aerospace dell’Università di Sydney, dovremmo essere estremamente sfortunati se venissimo colpiti dai detriti di Tiangong-1.

Non la pensa allo stesso modo Aerospace, una società di ricerca spaziale senza scopo di lucro con sede in California, secondo cui vi è la possibilità che una piccola quantità di detriti del Tiangong-1 possa sopravvivere al rientro e colpire direttamente il suolo.

Gli scienziati dell’Istituto Fraunhofer per la fisica delle alte frequenze e le tecniche radar (Fraunhofer FHR) stanno monitorando il Tiangong-1 da 8,5 tonnellate (7,7 tonnellate) utilizzando un sistema di tracciamento tra i più potenti al mondo.

Questo sistema di tracciamento offre con precisione i dati orbitali di Tiangong-1 e consente all’Istituto di monitorare costantemente la sua caduta e comunicare così informazioni importanti.

I ricercatori stanno anche osservando la rotazione di Tiangong-1, che è uno dei fattori importanti nel determinare quando colpirà la terra, sotto una commissione dell’ESA.

Non si sa esattamente dove  cadrà, ma data la sua inclinazione orbitale, rientrerà da qualche parte tra 43 gradi nord e 43 gradi latitudini sud.

Guarda anche tu, in tempo reale, la discesa della stazione spaziale cinese visitando il sito: Heavens Above e cliccando sulla sezione Tiangong-1.

Questa è la situazione attuale alla data odierna:

Tiangong-1 orbita

Stazione spaziale cinese: come difendersi?

La Protezione Civile ha diffuso alcuni consigli per l’autoprotezione. Sottolineando che a causa della rarità di un simile evento “non esistono comportamenti di autotutela codificati in ambito internazionale da adottare”.

Possiamo affidarci, tuttavia, a queste direttive riportate nel comunicato stampa originale:

– È poco probabile che i frammenti causino il crollo di edifici, i quali sono da considerarsi più sicuri rispetto ai luoghi aperti. Si consiglia, comunque, di stare lontani dalle finestre e dalle porte vetrate.

– I frammenti impattando sui tetti degli edifici potrebbero causare danni, perforando i tetti stessi e i solai sottostanti, così determinando anche pericolo per le persone. Pertanto, non disponendo di informazioni precise sulla vulnerabilità delle singole strutture, si può affermare che sono più sicuri i piani più bassi degli edifici.

– All’interno degli edifici i posti strutturalmente più sicuri dove posizionarsi nel corso dell’eventuale impatto sono i seguenti. Per gli edifici in muratura, sotto le volte dei piani inferiori e nei vani delle porte inserite nei muri portanti (quelli più spessi). Per gli edifici in cemento armato, in vicinanza delle colonne e, comunque, in vicinanza delle pareti.

– È poco probabile che i frammenti più piccoli siano visibili da terra prima dell’impatto.

– Alcuni frammenti di grandi dimensioni potrebbero sopravvivere all’impatto e contenere idrazina.

In linea generale si consiglia a chiunque avvistasse un frammento di segnalarlo immediatamente alle autorità competenti.

Tiangong-1

Quale rischio per l’Italia?

Secondo il Programma Orbital Debris della NASA le probabilità che qualcuno resti colpito dai detriti del satellite sono davvero molto basse. Si stima uno su centomila miliardi (1:100.000.000.000.000).

Se consideriamo poi che la spazzatura spaziale cade ogni anno in modo incontrollato e senza grandi conseguenze, non c’è sul serio di che preoccuparsi.

A causa della complessità dell’impatto fra la stazione spaziale cinese e l’atmosfera terrestre, la data e le zone coinvolte si potranno definire meglio solo nelle ultimissime fasi del rientro.

“Un punto di impatto più preciso può essere stimato solo pochi giorni prima dell’evento reale, in quanto l’effetto frenante dell’atmosfera è influenzato da una serie di fattori. Questi includono la naturale velocità di rotazione, il modo in cui Tiangong-1 si scompone in più parti, il tempo della rottura e le condizioni meteorologiche reali nello spazio.”

Soltanto nelle ultime 36 ore prima della caduta sarà quindi possibile escludere dalle aree a rischio fino al 97% dei territori dapprima interessati. Tra questi ricordiamo: Cina settentrionale, Medio Oriente, Italia centrale, Spagna settentrionale, Stati settentrionali degli Stati Uniti, Nuova Zelanda, Tasmania, Parti del Sud America e dell’Africa meridionale.

La conferma dell’area precisa dell’impatto verrà comunicata con un preavviso che potrebbe essere inferiore ai 40 minuti. Ma a quel punto saranno già state prese tutte le precauzioni necessarie.

A cura di Christel Schachter