Solarizzazione: cos’è e come si realizza

La solarizzazione è una particolare  tecnica di disinfezione di un terreno, utilizzata in ampie parti del mondo come alternativa ad altri tecniche più complicate, come la fumigazione.

In sintesi, solarizzare un terreno significa coprirlo con un telo di plastica trasparente, per permettere all’area di raggiungere temperature necessarie per poter controllare gli elementi patogeni e contenere lo sviluppo delle erbe infestanti.

Chiaramente, proprio in virtù di quanto sopra, risulta evidente  che una forte limitazione della solarizzazione è relativa proprio alla dipendenza dai fattori climatici.

Cos’è la solarizzazione

Riprendendo alcuni dei concetti  che sopra abbiamo già riepilogato, ricordiamo come la solarizzazione del suolo è un metodo ecologico per utilizzare il potere del sole e del caldo per controllare parassiti e infestanti come batteri, insetti ed erbacce nel suolo.

Il processo consiste nel coprire il terreno con un telone, di solito di polietilene trasparente, per intrappolare l’energia solare. Il sole riscalda il terreno a temperature che uccidono batteri, funghi, insetti, nematode, acari, erbacce e semi di erbacce.

Come solarizzare il terreno

Per solarizzare il terreno occorre:

  • liberare l’area da piante e detriti;
  • innaffiare il terreno in profondità fino a quando non è completamente bagnato;
  • coprire l’area con un telo di plastica trasparente. È bene non usare plastica bianca o nera, perché non permetterebbe ad abbastanza calore di arrivare al terreno. Meglio invece preferire quella trasparente;
  • seppellite i bordi di plastica del telo nel terreno, per intrappolare il calore e creare un effetto serra;
  • lasciare la plastica per almeno 4 settimane nella parte più calda dell’estate;
  • togliere la plastica.

Ricordiamo che la solarizzazione del suolo funziona meglio su terreni pesanti – quelli contenenti argilla, terriccio o miscele di essi. Possono infatti contenere più acqua di quanta ne contenga un terreno leggero, abbastanza a lungo da produrre vapore ogni giorno. Il vapore è necessario per uccidere i nematodi, i semi delle erbacce e le uova degli insetti nel terreno.

Di contro, la solarizzazione può essere meno efficace su terreni sabbiosi, che drenano più velocemente e producono meno vapore. Per massimizzare il beneficio della solarizzazione nei terreni sabbiosi, posare linee di irrigazione a goccia sotto il coperchio di plastica trasparente e aggiungere acqua regolarmente.

Normalmente, delle gocce d’acqua dovrebbero apparire sul lato inferiore della plastica nelle prime ore di ogni mattina e scomparire entro mezzogiorno dopo che l’acqua si è trasformata in vapore. Il giorno dopo, le perle d’acqua dovrebbero apparire di nuovo.

Se si nota che al mattino compaiono meno gocce del solito, allora significa che è arrivato il momento di accendere l’impianto di irrigazione e di reintegrare l’acqua nel terreno. Qualsiasi area può essere solarizzata purché il telo di plastica sia abbastanza grande da coprire l’area prevista.

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Vantaggi della solarizzazione

I vantaggi della solarizzazione rispetto ad altri sistemi di disinfestazione del terreno sono molteplici  e, dalla lettura di questo approfondimento, dovrebbero risultare piuttosto intuibili.

In primo luogo, attraverso l’uso accorto di questa tecnica si è realmente in grado di distruggere la maggior parte di funghi e altri elementi patogeni, provocando poi la devitalizzazione di quelle sostanze che non sono sottoposte a temperature elevate, e ne impedisce comune la capacità di provocare infezioni successive, estendendo nel tempo l’utilità di questo trattamento.

In secondo luogo, la solarizzazione del terreno è in grado di salvaguardare la flora microbica, che è  antagonista di quella patogena. Considerato che la flora microbica è termotollerante, e può esplicare un’azione di contenimento rispetto a diversi elementi, si può ottenere un duraturo beneficio attraverso questa azione sinergica.

Si tenga anche conto che attraverso questa tecnica si può ottenere un facile controllo di un elevato numero di specie infestanti, eccezion fatta per alcune specie che non possono essere direttamente colpite, magari a causa della profondità in cui sono situate nel terreno.

Ultimo, ma non meno importante, è anche il beneficio legato alla semplicità dell’uso di questa tecnica, considerato che tutto ciò che occorre per poter replicare una buona solarizzazione del suolo è un telo di plastica e dell’acqua.

Consigli

Si tenga presente che per ottenere il massimo beneficio dalla solarizzazione e avere ancora il tempo di piantare in autunno, si avrà bisogno di un terreno privo di erbacce, acqua in abbondanza e plastica con i bordi interrati per 4 settimane in piena estate.

Diverse ricerche compiute in ambito internazionale hanno scoperto che la solarizzazione del suolo può sopprimere le erbacce sia nel breve che nel lungo termine.

Ora, nonostante la tecnica della solarizzazione sia nota a molti agricoltori e possa riservare tantissimi benefici, come quelli che sopra abbiamo scelto brevemente di riassumere, bisogna pur notare che molto frequentemente non è stata presa in seria considerazione dagli stessi agricoltori e dalle nuove generazioni.

Uno dei motivi per cui la solarizzazione non sembra aver colpito nel segno è legato al fatto che in passato si è fatto largo uso di bromuro di metile. Una sostanza il cui uso ora è vietato o comunque molto contenuto, e che invece in passato era più diffuso.

Tuttavia, riteniamo molto probabile che la solarizzazione possa scoprire una nuova “giovinezza”. È infatti sempre più importante, ai tempi d’oggi, trovare delle valide alternative di disinfestazione dei propri terreni, soprattutto legate all’ambito  delle tecniche a più basso impatto ambientale e maggiormente rispettose dell’ambiente.

In tal senso, riteniamo dunque che la solarizzazione del suolo possa essere scoperta o riscoperta da tantissimi agricoltori e, con essa, favorire un nuovo approccio più ecocompatibile con il trattamento del terreno.

Pubblicato da Anna De Simone il 8 Aprile 2020