Pulita, sostenibile, connessa e sicura: è la mobilità del futuro secondo Continental

Taraxagum

Siamo nel pieno della Milano Design Week, consolidato punto di riferimento per il settore del design e dell’arredo. Nella moltitudine di appuntamenti e contenitori proposti per l’occasione si trova spazio anche per parlare di mobilità del futuro.

A farlo sono i protagonisti dei BluE eMobility Days: nel contesto di Piazza Oberdan e della fermata della M1 Porta Venezia, sei giorni tra installazioni, talk, presentazioni, indagini scientifiche ma anche prove su strada di mezzi green per celebrare la rivoluzione urbana della mobilità elettrica.


Tra i partner dell’iniziativa c’è anche Continental, brand che da oltre 140 anni fa della sicurezza su strada e dell’innovazione tecnologica la propria missione. Siamo andati a trovarli per farci raccontare i loro progetti sulla mobilità del futuro.

La nuova mobilità secondo Continental

Sono tanti i percorsi di ricerca e di innovazione su cui Continental si muove per affrontare le sfide della nuova mobilità. Una mobilità che giorno dopo giorno assume sempre più i tratti di una smart mobility. Stiamo vivendo una vera rivoluzione che ingloba l’intero mercato delle quattro ruote e che fa affidamento sul supporto di partner tecnologici altamente specializzati, come per l’appunto il Gruppo Continental.

Dai brevetti per la guida autonoma all’elettrificazione, dai sistemi di frenata agli ABS, dallo sviluppo di nuove tecnologie che abbracciano l’ecosostenibilità ai costanti investimenti mirati all’obiettivo della sicurezza stradale. Oltre a produrre pneumatici premium sicuri e performanti, il Gruppo Continental sviluppa sistemi e componenti elettronici che rendono i veicoli sicuri e intelligenti e le infrastrutture connesse, applicando un approccio olistico per fornire soluzioni di cui possano usufruire tutti gli utenti della strada.

Abbiamo di fronte grandi cambiamenti e investiamo – come azienda – molte risorse per raggiungere l’obiettivo di una mobilità pulita, sostenibile, connessa e sicura”, spiega Alessandro De Martino, Amministratore Delegato di Continental Italia. Condividere la strada in sicurezza, infatti, è per il Gruppo un diritto di tutti ed è l’obiettivo centrale dell’attività di Continental.

 Alessandro De Martino di Continental

Alessandro De Martino, Amministratore Delegato di Continental Italia

Taraxagum, lo pneumatico Continental di radice di tarassaco

Le ricerche di Continental nel campo dei materiali innovativi hanno portato alla nascita del Taraxagum, lo pneumatico green prodotto con il dente di leone, nel quale la gomma naturale proveniente dall’albero della gomma è stata sostituita con la radice della pianta di tarassaco.

Questo importante progetto avvicina ulteriormente Continental al raggiungimento dell’obiettivo di rendere la produzione di pneumatici più efficiente, sostenibile e meno dipendente dalle materie prime tradizionali.
Con Taraxagum lo scopo è di individuare una soluzione ecologica nonché efficace dal punto di vista economico e sociale per far fronte alla crescente domanda di gomma naturale. Il tarassaco è una pianta che non richiede cure eccessive, può essere coltivata in terreni poco fertili e nei climi nordeuropei. Ciò consentirà di evitare lunghi viaggi della materia prima tradizionale proveniente dalle piantagioni tropicali, riducendo anche la competizione con la coltivazione delle derrate alimentari locali.

Come ulteriore beneficio ambientale, si profila la possibilità che l’uso del tarassaco come materia prima per i pneumatici possa soddisfare la richiesta a livello mondiale, eliminando la necessità di sacrificare le foreste pluviali per lasciar spazio alle piantagioni di alberi da gomma. Il tutto si muoverà in favore della biodiversità, diminuendo sensibilmente l’impatto ambientale.

L’impegno di Continental per la sicurezza stradale

In un contesto in cui la ricerca e l’innovazione muovono costanti passi in avanti verso una mobilità che includa mezzi a guida autonoma, oggi viviamo ancora in un quadro in cui ben il 93% degli incidenti deriva dal comportamento del guidatore. A dirlo sono i dati dell’Ocse, confermando quindi, almeno per ora, l’essere umano come attore protagonista della sicurezza nell’ecosistema strada.

Dalla volontà di tracciare una fotografia delle percezioni e delle aspettative degli utenti della strada nonché di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di adottare comportamenti sicuri, è nato l’Osservatorio Continental sulla Sicurezza Stradale, realizzato con l’Istituto di ricerca Euromedia Research.

La ricerca si è avvalsa di 2.000 interviste realizzate con metodologia mista CATI e CAWI su un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, che è stato determinato attraverso una stratificazione proporzionale multipla, basata su sesso, età e area di residenza.

Dai dati dell’Osservatorio è emerso che l’automobile viene percepita come il mezzo di trasporto più sicuro per sé (44,1% degli intervistati) ma al tempo stesso il più pericoloso per gli utenti della strada che temono di essere investiti (il 68% degli intervistati).

Su quali presupposti si basa invece la fiducia per arrivare ad avere una maggiore sicurezza stradale? Le risposte evidenziano in primis una certa aspettativa nei confronti dei guidatori e del loro senso di responsabilità (34,9%) e, in secondo luogo, in una maggiore severità da parte delle Forze dell’Ordine attraverso una presenza più diffusa su strade e autostrade (16,7%). Ma il 15,5% degli intervistati ripone fiducia anche nelle aziende che producono automobili e pneumatici, attraverso la costante evoluzione di tecnologie capaci di creare nuovi sistemi “intelligenti” che aiutino a frenare in tempo ed efficacemente, a stabilizzare il controllo dei veicoli, a rilevare la stanchezza dei guidatori. In poche parole a rendere la guida sempre più sicura anche sul fronte tecnologico.

Una sfida che Continental abbraccia in pieno con la sua idea di mobilità futura, concretizzandola nel progetto “Vision Zero”, ovvero una mobilità a zero vittime, zero feriti e zero incidenti sulla strada. La rivoluzione è indiscutibilmente in atto: con lo sviluppo delle auto intelligenti, la possibilità di raggiungere l’obiettivo Vision Zero diventa sempre più tangibile e vicino.

Pubblicato da Evelyn Baleani il 12 Aprile 2019