Perché fare puzzle: benefici e novità

Perché fare puzzle

Altro che giochi per bambini, ce ne sono alcuni che sono perfetti tanto per i più piccoli che per i grandi che cominciano ad affrontare la paura di perdere i colpi. Se vi state chiedendo perché fare puzzle da adulti serve, oltre ad essere per molti anche divertente, siete nel posto giusto, ve lo dimostreremo.



Chi ha inventato i puzzle

È curiosa la storia della nascita di questo antico passatempo e prima di svelare perché fare puzzle fa bene, vogliamo raccontarvela. Parecchio tempo fa ad inventarli è stato un cartografo, e chi se non una persona con un senso dello spazio speciale? Si chiamava John Spilsbury. Questo inglese si trovava a dover insegnare ai suoi studenti la geografia del mondo, materia che non destava particolare interesse, soprattutto se insegnata sfogliando grandi libroni e snocciolando una serie di nomi da imparare a memoria. Invece che tediarli con tante nozioni da imparare, un giorno li sorprese fissando ad una tavoletta di legno un planisfero e facendolo a pezzi. E fu l’inizio di tutto!

I pezzi non erano casuali, come cocci, ma seguivano le sagome dei vari Paesi. Quando i suoi allievi si trovarono a doverlo ricomporre, inevitabile fu per loro imparare la posizione delle tante nazioni ma farlo in questo modo giocoso risultò decisamente piacevole. Il successo dell’idea di questo maestro cartografo prese piede e si cominciò svilupparla realizzando altri rompicapi sempre con delle carte geografiche ma più dettagliate.

Inizialmente questo passatempo era riservato ai bambini delle famiglie agiate perché per realizzarli serviva tempo e anche materiali pregiati. Erano delle esclusive, pezzi unici o quasi. Cambiando tipo di legno le cose migliorarono e si cercò di cambiare anche soggetti applicando l’idea geniale di Spilsbury ad altri concetti.

Solo nel 1910 arrivano i puzzle ad incastro ma per quelli di cartone dobbiamo aspettare il dopoguerra, gli anni Cinquanta. Ecco che finalmente possono farli tutti e non solo. Anche il puzzle in sé si migliora perché il nuovo materiale non influisce solo sulla quantità di produzione e sul costo ma anche sulla qualità e sulla varietà. È stato quindi possibile affrontare la rappresentazione “a pezzi” di soggetti complessi e ricchi di dettagli, fotografie, quadri, dipinti e disegni.

Oggi i puzzle sono molto vari e si producono piuttosto facilmente, in due fasi. Prima si stampa la figura che si desidera e poi la si taglia con delle presse fatte con lame a forma del reticolo che si desidera, in modo da creare numero di pezzi e forme ad hoc.

Perché fare puzzle

Perché fare puzzle fa bene

Abbiamo tra le mani un gioco meraviglioso, semplice e allo stesso tempo magico, che può aiutarci ad esercitare memoria, concentrazione e intuizione. E poi rilassa molto perché ci obbliga a stare nel qui e ora, nel presente, impedendoci di vagare con i pensieri e rimuginare. Perché fare puzzle? Perché si sposa bene con tante pratiche di mindfulness che ci raccomandano di non vivere né nel passato né nel futuro, e di fare cose pratiche coltivando la mente. Vi sfido: provate a fare un puzzle pensando ad altro? Non riuscirete nemmeno ad imbroccare un pezzo, questo grattacapo pretende che la nostra mente sia concentrata al 100% su quello che le nostre mani stanno facendo e ci costringe a questo non con la forza ma con un senso di piacere seguito da soddisfazione ogni volta che mettiamo un pezzo nel posto giusto.

Questo hobby non è solo rilassante ma molto di più. Ci aiuta a rafforzare le funzioni cognitive perché mette in contatto le due aree del cervello che si trovano costrette a collaborare. Da adulti ciò contrasta l’invecchiamento precoce mentre da bambini si possono sviluppare diverse abilità spaziali importanti

Ci sono studi che provano che fare puzzle migliora la memoria a breve termine perché siamo obbligati a concentrarci sui pezzi che dobbiamo incastrare. Possiamo incrementare anche la nostra capacità di percepire lo spazio e coltivare la creatività, la capacità di problem solving e motoria.

Non scordiamoci poi cosa si prova quando se ne termina uno: se non lo si è già, si torna bambini dalla gioia e dalla soddisfazione. Si rilasciano dopamine quando tutti gli incastri sono riusciti e questo di rende di buon umore e fieri di noi, più fiduciosi nelle nostre capacità.

Fare puzzle 3D

Oggi, e ormai da parecchi anni, possiamo scegliere anche i puzzle 3D, affascinanti sia per grandi che per piccini. La logica non cambia e nemmeno i benefici, anzi aumentano perché in questo caso si ha a che fare con una dimensione in più da gestire con il cervello. Anche in questo caso troviamo tantissimi soggetti tra cui scegliere, tra i più richiesti quelli con palazzi e monumenti ma anche con astronavi o veicoli avveniristici. In alcuni casi possono essere usato anche per l’apprendimento della storia dell’arte e dell’architettura ricostruendo la Torre di Pisa. Possiamo anche scegliere di dedicarci all’astronomia se ci si trova a costruire il sistema solare. In futuro chissà quali puzzle ci ritroveremo a fare, sempre più spinti a riprodurre in maniera fedele la realtà ma non solo, anche a progettare mondi paralleli con la fortuna e l’emozione di poterli costruire con le nostre mani e vederlo crescere davanti ad i nostri occhi.

Pubblicato da Marta Abbà il 3 Marzo 2020