Febbre da fieno: caratteristiche, sintomi e trattamento

febbre da fieno

La febbre da fieno è una condizione molto comune che interessa milioni di persone in Europa, e tantissimi italiani. Conosciuta anche con il nome di rinite allergica o allergia “nasale”, può essere stagionale o perenne.

Ma quali sono le sue caratteristiche e i suoi sintomi? E come si cura?

I sintomi della febbre da fieno

I principali sintomi della febbre da fieno includono:

  • naso che cola,
  • congestione nasale,
  • starnuti,
  • occhi acquosi, rossi o pruriginosi,
  • tosse,
  • gola pruriginosa,
  • gocciolamento nasale,
  • naso che prude,
  • pelle pruriginosa.

I sintomi possono diventare a lungo termine se il raffreddore da fieno non viene trattato efficacemente, aggravando dunque i pregiudizi che il paziente può subire durante gli attacchi di questa fastidiosa condizione, comune soprattutto tra il mese di marzo e il mese di settembre.

Sebbene i sintomi del raffreddore da fieno e i sintomi del raffreddore “comune” possono essere simili, la differenza maggiore è che il raffreddore comune provoca febbre e dolori corporei che generalmente il raffreddore da fieno non implica. Diversi sono anche i trattamenti per entrambe le condizioni.

Proviamo a riassumere:

  • la febbre da fieno inizia immediatamente dopo l’esposizione ad un allergene, mentre i raffreddori iniziano da uno a tre giorni dopo l’esposizione a un virus;
  • il raffreddore da fieno dura per tutto il tempo in cui si è esposti agli allergeni, in genere diverse settimane. Di contro, i raffreddori di solito durano solo da tre a sette giorni;
  • il rafreddore da fieno produce un naso che cola con uno “scarico” sottile e acquoso, mentre il raffreddore provoca un naso che cola con uno scarico più spesso, che può essere di colore giallo;
  • il raffreddore da fieno non provoca febbre, mentre i raffreddori causano tipicamente una febbre di basso grado.

Per quanto concerne le condizioni che hanno dei sintomi simili al raffreddore da fieno, ricordiamo la possibilità che questo sia confuso con la rinite infettiva (che è un’infezione delle vie respiratorie superiori), con la rinite irritante (che è una reazione a cambiamenti fisici o a sostanze chimiche), o ancora con la sinusite. A differenza del raffreddore da fieno, queste condizioni possono anche causare febbre.

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Sintomi di febbre da fieno nei neonati e nei bambini

Il raffreddore da fieno è estremamente comune nei bambini, anche se raramente si sviluppa prima dei 3 anni. È tuttavia importante, se questo è il caso, trattare i sintomi dell’allergia correttamente, soprattutto nei pazienti più giovani.

I sintomi gravi del raffreddore da fieno possono infatti svilupparsi in condizioni di salute a lungo termine come asma, sinusite o infezioni croniche dell’orecchio. Studi recenti dimostrano che la genetica può indicare se il bambino svilupperà o meno l’asma insieme al raffreddore da fieno.

I bambini più piccoli possono avere più problemi a gestire i sintomi del raffreddore da fieno. Può influire sulla loro concentrazione e sui loro ritmi di sonno. A volte i sintomi si confondono con il comune raffreddore, ma se il bambino non ha la febbre nonostante il persistente raffreddore, e i sintomi persistono per più di qualche settimana, ciò è possibile spia di tale condizione.

Quali sono i sintomi a lungo termine del raffreddore da fieno

I sintomi del raffreddore da fieno spesso iniziano subito dopo l’esposizione a un allergene specifico. Avere questi sintomi per più di qualche giorno può causare orecchie ostruite, mal di gola, diminuzione dell’olfatto, mal di testa, stanchezza, irritabilità, gonfiore sotto gli occhi.

Cosa causa la febbre da fieno

I sintomi della febbre da fieno di solito iniziano subito dopo l’esposizione all’allergene. Gli allergeni possono essere presenti sia all’interno che all’esterno del proprio ambiente di riferimento, stagionalmente o durante tutto l’anno.

Gli allergeni comuni includono:

  • polline,
  • muffa o funghi,
  • peli o forfora di animali domestici,
  • acari della polvere,
  • fumo di sigaretta,
  • profumo.

Questi allergeni innescheranno il proprio sistema immunitario, che erroneamente identifica la sostanza come qualcosa di “nocivo”. In risposta a ciò, il sistema immunitario produce anticorpi per difendere il corpo. Gli anticorpi segnalano l’allargamento dei vasi sanguigni e la produzione di sostanze chimiche infiammatorie, come l’istamina. È questa risposta che causa i sintomi del raffreddore da fieno.

La probabilità di sviluppare allergie aumenta anche se qualcuno nella tua famiglia già soffre di allergie. Diversi studi hanno infatti scoperto che se i genitori hanno malattie legate all’allergia, aumenta anche la probabilità che i loro figli sviluppino il raffreddore da fieno. L’asma e l’eczema non correlato all’allergia non influiscono sul fattore di rischio per il raffreddore da fieno.

Come trattare o gestire i sintomi della febbre da fieno

Sono disponibili diversi trattamenti per aiutare i pazienti a ridurre i sintomi della febbre da fieno. Naturalmente, buona parte dei trattamenti partono dalla necessità di ridurre le possibilità di venire a contatto con polvere e muffa, pulendo e arieggiando regolarmente le stanze. Per le allergie che sono scatenate da elementi all’aria aperta, è opportuno cercare di limitare la propria esposizione nel momento in cui i pollini a cui si è sensibili sono maggiormente concentrati.

Altri cambiamenti nello stile di vita potrebbero dunque includere il tenere le finestre chiuse per evitare l’ingresso di polline, indossare occhiali da sole per coprire gli occhi quando si è all’aperto, utilizzare un deumidificatore per controllare la muffa, lavarsi le mani dopo aver accarezzato gli animali o aver interagito con loro. Per decongestionare la congestione, può essere d’aiuto uno spray salino.

Le opzioni di trattamento per i bambini includono anche colliri, risciacqui nasali salini, antistaminici, iniezioni per l’allergia.

Per poterne sapere di più, consigliamo naturalmente tutti i nostri lettori di parlarne con il proprio medico di riferimento e poter in tal modo arrivare a una corretta diagnosi delle proprie condizioni.

Pubblicato da Anna De Simone il 22 Gennaio 2020