Cos’è il dattero cinese

dattero cinese

Tra i tanti frutti che possiamo trovare girellando tra bancarelle di prodotti della terra insoliti da vedere dalle nostre parti, c’è anche il dattero cinese. Un frutto decisamente gustoso e molto amato, dalla polpa bianca conservata in una buccia di colore rossastro. Andiamo a scoprire meglio le sue caratteristiche e anche se e come possiamo coltivarlo dalle nostre parti.



Cos’è il dattero cinese

Detto anche lici, o litchi, il dattero cinese appartiene alla famiglia delle Sapindacee, al genere Litchi ed alla specie denominata chinensis. La pianta è sempreverde e di chiara origine orientale, ha la forma di albero, con un tronco non troppo lungo ma eretto che supporta una chioma rotonda e molto densa. Anche nelle migliori condizioni di crescita, non supera i 10 metri di altezza.

Le sue foglie spuntano in modo alterno e sono composte da alcune coppie di foglioline dalla forma lanceolata o allungata, di solito da due a cinque coppie. Le dimensioni non sono piccole, si parla di 4-12 cm di lunghezza e 2-5 di larghezza. Quando spuntano, hanno un colore che tende al rossastro, o al bronzo, e man mano che la pianta cresce virano verso il verde scuro. Durante l’inverno il dattero cinese fiorisce e produce delle infiorescenze dall’aspetto insolito perché prive di petali. Sono raccolte in grappoli in cui ci sono fiorellini maschi e femmina e hanno tutti un colore bianco che tende al verdastro.

Dattero cinese: il frutto

In primavera arrivano i frutti che sono poi quelli che possiamo gustare sulle nostre tavole. Si tratta di drupe non troppo grandi, con un diametro che può variare da 2 a 4 centimetri, sferiche oppure anche ovali. La polpa ha un colore bianco invitante ed è molto succosa, ha una consistenza molle e un sapore che conquista. In questa polpa è racchiuso un seme unico e di colore brunastro, ovale. La buccia ha un aspetto diverso e non tradisce la dolcezza e la morbidezza della polpa. È dura e mostra tante protuberanze foruncolose, inizia ad essere verde ma quando matura diventa rossa.

Dove coltivare il dattero cinese

Il nostro clima mediterraneo non è l’ideale per coltivare la pianta del dattero cinese che si trova invece perfettamente a proprio agio nei climi subtropicali caratterizzati da inverni freschi ed estati calde ma soprattutto un livello di umidità maggiore del 60%. Quando l’ambiente si presenta invece molto secco, anche se caldo, non risulta favorevole allo sviluppo di questa pianta che può arrivare anche a produrre poco o nulla. Un altro elemento climatico a cui prestare attenzione è certamente il vento che, se soffia forte e in modo insistente, può arrivare a rompere il legno, non molto resistente.

A livello di temperature, se troppo basse diventano pericolose per il Litchi che in inverno tollera massimo gli 8 gradi mentre in estate arriva a 33, sempre con elevata umidità. Come preferenze in termini di terreno non ci sono grandi problemi, questa pianta si adatta bene quasi ovunque anche se i terreni troppo fertili possono compromettere la fioritura.

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Come coltivare il dattero cinese

Quando si pianta un dattero cinese è molto importante fornirgli gli elementi nutritivi di cui ha bisogno a partire da azoto, fosforo e potassio. Nella nostra zona mediterranea, nei mesi autunnali le piogge generalmente riescono a soddisfare le esigenze di questa pianta. In estate diventa necessario invece irrigarla, soprattutto quando si avvicina il momento della raccolta che avviene in primavera. Durante la maturazione dei frutti, è necessario vegliare perché la pianta non venga attaccata dai parassiti o dai funghi.

Possiamo scegliere di coltivare diverse varietà di Litchi che presentano forme diverse del frutto ma anche dei periodi di raccolta differenti. Nel settore industriale vanno forte quelle che hanno un seme piccolo e quindi rendono di più in polpa a parità di produzione.

Le varietà cinesi più importanti sono: Bai La, Tai So, Fei Zi Xiao, Xin Xing Xiang Li e Wai Chee. I metodi per riprodurle sono diversi, possiamo scegliere tra seme e innesto. Nel primo caso otteniamo piantine di vario genere e che crescono più lentamente.

Come si mangia il dattero cinese

Per gustare appieno il sapore di questo frutto è necessario sceglierlo con cura, quando è maturo al punto giusto. Per valutare meglio serve guardare il colore della buccia e la sua consistenza. Deve essere dura e non ammaccata, di colore vivace, tra il rosso e il violaceo. Evitiamo frutti con macchie marroni o troppo morbidi, ma anche quelli verdi che sono acerbi. Guardiamo la buccia ma non dobbiamo certo mangiarla, non è proprio del tutto commestibile. Con un coltello è molto semplice sbucciare un dattero cinese incidendolo e poi aprendo la scorza anche con le mani. Se non riusciamo con facilità possiamo far bollire il frutto per pochi minuti. Quando si addenta la polpa, attenzione al seme che non è commestibile e può però scivolare in bocca.

Pubblicato da Marta Abbà il 15 Gennaio 2020