Come smaltire gli pneumatici o riciclarli

smaltire gli pneumatici

Finché continuiamo a utilizzare le automobili con così tanto entusiasmo, avremo centinaia di migliaia di tonnellate di pneumatici da smaltire, per la precisione 380.000 tonnellate, nella sola Italia. Si intendono quelli ormai irrecuperabili, che non possiamo più vendere nemmeno come usati, magari a Paesi in via di sviluppo, e non possono nemmeno essere ricostruiti. Ci si chiede come smaltire gli pneumatici di questo tipo perché sono davvero parecchi e non è sempre chiaro a chi tocchi occuparsene e a che costo.



Come smaltire gli pneumatici dal gommista

La legge è cambiata nel 2011 e da allora si fa ancora più confusione di prima. Allora era compito dei gommisti lo smaltire gli pneumatici. Per quanto riguarda il costo, veniva ribaltata sul prezzo di vendita, quindi in un certo senso lo pagavamo noi questo processo.

Oggi, e ormai da 8 anni, le cose sono diverse, gli pneumatici da smaltire pesano su di noi nel momento in cui li acquistiamo. Non è una scelta che chi ci vende gli pneumatici può fare, è obbligato dal Decreto Ministeriale Nr.82 dell’11 Aprile 2011. Quando quindi compriamo le nuove gomme della macchina ci portiamo già avanti pagando per il processo che poi servirà per smaltirli, quando non sapremo che altro farne.

Acquistando gli pneumatici dal gommista, è a lui che paghiamo PFU perché lui a sua volta lo ha pagato a qualche grossista, che lo ha pagato alla casa di produzione, che lo ha versato ad un consorzio.

PFU: cosa significa

PFU sta per penumatici fuori uso ma con questa sigla di intente di solito il regolamento per la loro gestione. Quando nel 2011 è stato deciso di farci pagare in anticipo per la dismissione di ciò che stiamo acquistando, è stata fatta una scelta consapevole per cercare di responsabilizzarci subito e limitarne il consumo. L’obiettivo di questo decreto era di ottenere la ridurre della produzione di rifiuti. Ancora oggi però crea confusione, spesso capita che non risulti chiaro cosa stiamo pagando a chi, anche se sono passati 8 anni.

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Come smaltire gli pneumatici: consigli

Cerchiamo di dare qualche indicazione in più, utile, per chi si trova in procinto di sostituire i propri pneumatici. Se ci stiamo rivolgendo ad un gommista per disfarcene e ci capita che li rifiuti, è bene sapere che non può farlo. E’ obbligato per legge ad iscriversi ad un consorzio, gratuitamente, che poi si occupa di recuperare gli pneumatici che noi abbiamo affidato ai gommisti a costo zero e con elevata regolarità. Questo vale per quelli di autoveicoli, non quelli di biciclette o aerei e il consorzio non può assolutamente rifiutarsi di portarli via e nemmeno deve andare ad indagare sulla provenienza dei PFU. Se il consorzio si permette di chiedere al gommista un pagamento per il ritiro dei PFU, lo sta facendo in maniera del tutto illegale.

In questo meccanismo di responsabilità e gratuità, c’è anche un registro di carico e scarico (parte del “Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti” – Sistri) in cui viene registrata la quantità di pneumatici raccolta dal gommista che verrà consegnata al consorzio. E’ un modo per tracciarli ma non si fanno i conti, non esistono eccedenze, il consorzio deve ritirare tutti i PFU che il gommista ha, liberandolo.

Nel caso vi venisse in mente di portare i vostri pneumatici fuori uso nell’isola ecologica, ecco, non fatelo, perché non è lì che devono essere smaltiti.

Come riciclare gli pneumatici

Se non possiamo sistemare e recuperare uno pneumatico, in modo che possa proseguire a fare il suo lavoro, e non è nemmeno più così decente da poter essere venduto o regalato a chi ne ha bisogno, dobbiamo dichiararlo fuori uso. Non ha più le caratteristiche che lo dovrebbero rendere sicuro. In questo caso va finire in appositi impianti in cui la gomma di cui è fatto riesce ad essere recuperata. Non si tratta di gomma normale ma di un mix di polimeri di altissima qualità, dotata di caratteristiche chimico-fisiche particolari. La cosa buona è che anche quando andiamo a riciclare questa gomma, esse permangono.

Quando il PFU viene riciclato ci riescono ad ottenere materiali come gomma, acciaio e fibre tessili, da poter utilizzare per creare altri oggetti di vario tipo. C’è però una importante alternativa. Il PFI ha un potere calorifico molto forte, pari a quello del carbone, ma è molto meno inquinante, possiamo quindi darlo in pasto a degli impianti speciali che riescono a ricavarne energia.

Quando il PFU arriva negli impianti di riciclo, subisce una macinazione meccanica a temperatura ambiente che lo trasforma in un ammasso di frammenti sempre più piccoli. L’obiettivo è riuscire a separare gomma, acciaio e fibra tessile che sono le tre componenti dello pneumatico.

E poi? Con questi materiali possiamo costruire un po’ di tutto, li troviamo utilizzati nel campo della moda come in quelli del packaging, e nell’edilizia perché hanno proprietà di isolanti acustici e antivibranti. Pensate ad esempio a pavimenti di parco giochi, campi da calcio, alle pavimentazioni sportive polivalenti. Per gli stessi motivi, possiamo trovare PFU riciclati impiegati anche nel settore delle strade e infrastrutture, in piste ciclabili, arredi urbani ed elementi per sicurezza stradale. Nel campo della moda, troviamo accessori e gioielli con “ex pneumatici”.

Pubblicato da Marta Abbà il 12 Ottobre 2019