Vulcanesimo secondario: cosa significa e come si manifesta

Parco Nazionale di Yellowstone: geyser
A partire dal momento in cui si raffredda e scende a una temperatura insufficiente a provocare l’espulsione di lava e di altri materiali caldi, il bacino magmatico di un vulcano prosegue comunque la sua attività. Tale attività si realizza in una serie di fenomeni naturali che vengono definiti con il nome di “vulcanesimo secondario” e che consistono più specificatamente nella emissione di acque calde e di gas.

In questo articolo andremo alla scoperta delle principali manifestazioni del vulcanesimo secondario.



Come si manifesta il vulcanesimo secondario

Le principali manifestazioni del vulcanesimo secondario sono:

  • le solfatare;
  • le mofete;
  • le fumarole;
  • i geyser;
  • i soffioni;
  • le putizze;
  • le sorgenti termali.

Conosciamole una ad una.

Che cosa sono le solfatare

Le solfatare sono particolari fenomeni legati all’attività vulcanica, consistenti in emanazioni di gas surriscaldati che, a contatto con l’aria, depositano cristalli di zolfo. I gas surriscaldati emessi dal bacino vulcanico consistono in particolar modo in idrogeno solforato e in anidride solforosa. Anche nel nostro paese esistono manifestazioni vulcaniche di questo tipo. Conosciuta è ad esempio notte la solfatara di Pozzuoli, presso i campi Flegrei nell’area napoletana.

Che cosa sono le mofete

Le mofete sono manifestazioni rappresentate da emissioni di anidride carbonica che, essendo più pesante dell’ariam tende a ristagnare a poca distanza dal suolo rendendo così possibile la respirazione.

Che cosa sono le fumarole

Le fumarole sono costituite da emissioni di vapore acqueo misto con vari gas, tra cui idrogeno solforato, anidride carbonica e anidride solforosa. Il nome “fumarole” che è attribuito a questo tipo di manifestazione vulcanica deriva dal fatto che il vapore acqueo, uscendo dal sottosuolo a una temperatura di circa 100 °C, al contatto con l’aria si raffredda e si condensa fino a formare una colonna del tutto simile al fumo.

Vulcanesimo secondario: fumarola

Che cosa sono i geyser

I geyser sono dei getti intermittenti di acqua calda mineralizzata che prorompono dal sottosuolo a intervalli sia variabili sia regolari. La parola “geyser” deriva da Geysir che è il nome del più noto geyser islandese.

I geyser sono fenomeni di vulcanesimo secondario piuttosto rari poiché per potersi manifestare richiedono una combinazione di caratteri climatici e di fattori geologici che esistono solo in poche aree del nostro pianeta. Ci sono principalmente sette zone in cui è possibile trovare molti geyser. Queste aree sono tutte ubicate in prossimità di vulcani o nei luoghi dove la crosta terrestre è meno spessa. Si tratta:

  • dell’Islanda;
  • del Parco Nazionale di Yellowstone, in Wyoming, negli Stati Uniti;
  • della zona di Taupo, nell’Isola del Nord, in Nuova Zelanda;
  • dell’area di El Tatio, in Cile;
  • della penisola di Kamčatka, in Russia;
  • dell’isola di Umnak, in Alaska;
  • nella zona compresa tra i deserti e le lagune di Potosí, in Bolivia.

Che cosa sono i soffioni

I soffioni sono un particolare tipo di fumarole che fuoriescono dal sottosuolo a temperatura estremamente elevata, compresa tra i 120 ai 200 °C. Queste manifestazioni del vulcanesimo secondario sono inoltre contraddistinte da una forte pressione che può raggiungere le 6 atmosfere. I soffioni sono fenomeni frequenti soprattutto negli Stati Uniti e a Giava. Ma anche nel nostro paese troviamo un noto esempio, quello dei soffioni boraciferi di Larderello in Toscana.

Che cosa sono le putizze

La parola “putizze” deriva dal latino “putere” che significa “puzzare”. In effetti, le putizze sono dei fenomeni consistenti in emanazioni fredde e nauseabonde di acido solfidrico. Esse non sono tuttavia sempre correlate al vulcanesimo. In taluni circostanze possono essere causate anche dalla decomposizione di sostanze organiche e di solfuri.

Che cosa sono le sorgenti termali

Le sorgenti termali segnano l’ultima fase dell’attività vulcanica. Esse derivano dalla condensazione del vapore acqueo liberato dal magma. Le sorgenti termali sgorgano a una temperatura superiore a quella dell’ambiente e sono diversamente mineralizzate a seconda delle sostanze con cui vengono a contatto attraverso le rocce durante la loro risalita in superficie.

Non tutte le sorgenti termali sono però connesse alla presenza di bacini magmatici residuali. In taluni casi esse traggono origine da acque meteoriche che, scendendo in profondità si riscaldano e dopo aver raggiunto un elevato grado termico, risalgono verso l’alto. In determinate circostanze le sorgenti termali risultano inoltre costituite da una mescolanza di acque magmatiche con acque superficiali.

Fenomeni pseudovulcanici

Ai fenomeni caratteristici del vulcanesimo secondario appena descritti se ne aggiungono altri apparentemente simili ma che tuttavia sono attribuibili a cause di natura diversa. Si parla allora di fenomeni pseudovulcanici.

Tra queste manifestazioni rientrano ad esempio:

  • le salse vulcaniche;
  • i vulcani di fango;
  • le fontane ardenti.

Le salse vulcaniche sono piccole eruzioni costituite da fango argilloso, da diversi gas e da acqua salata a partire dalle quali si formano coni alti appena qualche metro. Ne sono un esempio le salse che si manifestano alle falde dell’Etna.

I vulcani di fango hanno un’origine più o meno analoga a quella delle salse ma si contraddistinguono per dimensioni maggiori.

Le fontane ardenti sono invece emanazioni di gas che provengono dalle fessure del sottosuolo e che si infiammano una volta a contatto con l’aria.

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Soffioni boraciferi di Larderello

Tra i più conosciuti fenomeni di vulcanesimo secondario del nostro paese possiamo ricordare i soffioni boraciferi di Larderello. Larderello è una frazione del Comune di Pomarance, in provincia di Pisa. Qui la straordinaria manifestazione naturale viene abilmente sfruttata per produrre energia geotermica. Ogni anno in questa località si riesce a produrre il 10% dell’energia geotermica mondiale, con un ammontare di 4800 GWh annui. Grazie al fenomeno si riesce così a fornire energia elettrica a circa un milione di case italiane.

A oggi, in questa area del territorio toscano sono presenti oltre trenta centrali elettriche alimentate da vapore prelevato direttamente dal sottosuolo attraverso pozzi che sono del tutto simili a quelli petroliferi. A testimonianza di questa attività industriale legata al vulcanesimo secondario, a Larderello è possibile visitare il Museo della geotermia.

Fondato sul finire degli anni cinquanta, il Museo è ospitato all’interno del Palazzo de’ Larderel. L’esposizione racconta la storia dell’energia geotermica, illustrando le tecniche di ricerca e di perforazione mediante modelli. Il Museo è visitato ogni anno da migliaia di persone ed è aperto al mondo delle scuole e della ricerca, oltre che a chiunque si dimostri interessato a conoscere il fenomeno geotermico nelle sue molteplici sfaccettature.

Pubblicato da Evelyn Baleani il 12 Aprile 2021