Rigenerare i terreni contaminati con piante e batteri

Rigenerare i terreni contaminati con piante e batteri

Restituire fertilità ai suoli compromessi dai metalli pesanti è l’obiettivo di RETURN, un ambizioso progetto nazionale finanziato dal PNRR. Coordinato da ENEA, il programma coinvolge 26 partner tra università, enti di ricerca e istituzioni pubbliche e private, con lo scopo di rafforzare la ricerca sui rischi ambientali e promuovere soluzioni sostenibili per la rigenerazione ambientale.

Il caso studio di Ingurtosu in Sardegna

Nel cuore del progetto, ENEA sta portando avanti una sperimentazione nel sito minerario dismesso di Ingurtosu, nel sud-ovest della Sardegna. Situato all’interno del Parco Geominerario storico e ambientale UNESCO, questo luogo è stato segnato da decenni di attività estrattive che hanno lasciato in eredità un suolo gravemente inquinato da piombo e zinco.

Strategie naturali per la bonifica

L’iniziativa si inserisce nell’area tematica “Degrado ambientale” e punta sulla collaborazione tra piante autoctone e batteri nativi. I ricercatori impiegano la tecnica della bioaugmentation, introducendo nel terreno 11 ceppi batterici isolati direttamente dagli scarti minerari. Questi microrganismi, capaci di sopravvivere in ambienti ostili, stimolano la crescita vegetale e migliorano la qualità e la biodiversità del suolo.

Verso un modello sostenibile

“Le piante faticano a svilupparsi in un terreno contaminato, ma i batteri possono favorirne l’attecchimento producendo nutrienti e aiutando a immobilizzare i metalli pesanti”, spiega Chiara Alisi, ricercatrice ENEA. Le attività, iniziate già nel 2011 con l’Università di Cagliari, hanno evidenziato come l’interazione tra vegetazione spontanea e microbi del suolo possa ridurre la pericolosità degli inquinanti. In particolare, la coltivazione dell’elicriso, specie tipica del territorio, sta giocando un ruolo cruciale nella fase di recupero.

I risultati incoraggianti spingono verso la creazione di un modello replicabile, con effetti positivi sia sull’ecosistema locale che sulla salute pubblica.