Dal 2026 cambia tutto: la riforma dei rifiuti che nessuno si aspettava (ma era inevitabile)

Dal 2026 cambia tutto: la riforma dei rifiuti che nessuno si aspettava (ma era inevitabile)

Nel 2025 ARERA ha avviato un processo ambizioso di riforma strutturale per il settore della gestione dei rifiuti urbani, attraverso un pacchetto di quattro documenti di consultazione. Questo nuovo assetto regolatorio punta a ridefinire profondamente gli aspetti tecnici, tariffari ed economici del comparto, con effetti destinati a perdurare per almeno un decennio.

Le direttrici dell’intervento partono dalla regolamentazione dell’unbundling contabile (DCO 146/2025/R/rif), per poi passare al nuovo sistema tariffario MTR3 valido dal 2026 al 2029 (DCO 180/2025/R/rif), all’articolazione delle tariffe per le diverse tipologie di utenti e infine alla regolazione della qualità tecnica del servizio rifiuti (DCO 147/2025/R/rif).

Unbundling contabile: trasparenza come prerequisito

Il primo passo della riforma è rappresentato dall’introduzione dell’unbundling contabile, cioè la separazione dei dati economici e patrimoniali relativi alle diverse attività dei gestori. Questo strumento, già sperimentato nei settori dell’energia e dell’acqua, si fonda sul principio che non si può regolare ciò che non è trasparente.

L’obiettivo è chiaro: isolare con precisione i centri di costo, distinguendo le attività soggette a regolazione da quelle di mercato, limitare le contaminazioni contabili e prevenire sussidi incrociati. Una maggiore chiarezza contabile permetterà inoltre l’attivazione di meccanismi di benchmark e cost reflective, che serviranno a definire standard di costo e livelli di efficienza.

Impatti sul sistema e sui gestori

La misura avrà un forte impatto organizzativo per i gestori, sia pubblici che privati, operanti su più commesse e servizi non sempre integrati. L’obiettivo è garantire omogeneità e confrontabilità dei dati tra territori, riducendo le evidenti distorsioni che oggi emergono nei rapporti ISPRA sui costi pro-capite e per tonnellata tra regioni diverse.

Oltre alla corretta attribuzione dei costi tra attività regolamentate e non, la separazione contabile sarà centrale anche per:

  • applicare con rigore il principio “chi inquina paga” e promuovere tariffe puntuali;

  • favorire una corretta allocazione dei costi tra utenti domestici e non;

  • sostenere il principio della Responsabilità Estesa del Produttore, specialmente in settori complessi come imballaggi e RAEE.

Fase sperimentale e criteri applicativi

La consultazione sul DCO è conclusa e ARERA pubblicherà la delibera ad agosto, dando il via a una fase sperimentale per il biennio 2026-2027. In questa fase i gestori dovranno adeguare i propri sistemi informativi e contabili ai nuovi criteri.

La separazione si articolerà su più livelli:

  • economica e patrimoniale, secondo principi di proporzionalità;

  • utilizzo gerarchico delle fonti contabili: generale, analitica e infine fisica;

  • attribuzione dei costi comuni, attraverso driver standardizzati e non più a discrezione del gestore;

  • regolamentazione dei costi infragruppo, secondo linee guida OCSE o metodo “cost plus”.

Non si tratta solo di separare costi, ma anche informazioni e performance, a partire da raccolte differenziate e caratteristiche degli impianti. Una riforma, dunque, che punta a rendere più razionale e comparabile un sistema oggi frammentato.

Il ruolo degli Enti di Ambito e la pianificazione futura

La maggiore trasparenza dei dati sarà cruciale anche per gli Enti di Ambito, che potranno migliorare la pianificazione e la valutazione degli incrementi tariffari, rendendo più efficace l’intero sistema di governance del settore.

Il pacchetto completo delle quattro delibere dovrebbe essere pubblicato in agosto, rappresentando l’ultimo atto significativo dell’attuale Collegio ARERA, che si appresta a concludere il proprio mandato lasciando un’eredità regolatoria di grande impatto per il futuro del comparto rifiuti.