Proloterapia: come funziona, benefici e costi

Proloterapia

Pochi hanno sentito parlare della proloterapia, eppure è un trattamento che può dare dei benefici soprattutto a chi soffre di dolori alle articolazioni. Non è totalmente indolore, come rimedio, ma potrebbe valere la pena di provare. Ovviamente sta al medico decidere, anche rispetto alle nostre condizioni di salute generale e al problema che vogliamo risolvere.



Proloterapia: cosa è

Stiamo parlando di una tecnica in grado di attivare o favorire i processi di autoguarigione del nostro corpo, in particolare quando è necessario rinforzare tendini, legamenti o articolazioni danneggiate da un trauma o da un uso eccessivo. Quando c’è un problema in queste zone, infatti, molto spesso si ha una condizione di ipermobilità e di instabilità, accompagnata da un forte dolore.

Con la proloterapia si va ad intervenire proprio su questa instabilità incoraggiando la produzione di nuovo tessuto fibroso che va a riparare le strutture danneggiate permettendo la stabilizzazione dell’articolazione e la scomparsa del dolore.

Proloterapia: come funziona

Di fatto in cosa consiste questa terapia? Non l’abbiamo ancora descritta. Essa prevede una micro iniezione di una soluzione glucosio (15% o 25%) con una piccola quantità di anestetico locale proprio nel punto in cui tendini e legamenti sono danneggiati. Questa puntura serve per creare un leggero stato di irritazione locale che a sua volta va a stimolare quei meccanismi di auto guarigione del corpo che utili al fine di rigenerare nuovo tessuto laddove se ne è danneggiata una parte. E’ proprio la risposta infiammatoria che stimola la crescita di nuove fibre legamentose e tendinee, necessarie per rinforzare le strutture danneggiate o indebolite.

Proloterapia

Proloterapia: benefici

Questo trattamento riguarda soprattutto quella parte del corpo che sono le articolazioni quindi ginocchio, anca, caviglia, piede, polso, gomito, spalla. Ci sono casi in cui viene applicata anche alla colonna vertebrale a livello cervicale, dorsale e lombare e alle zone sacro-iliache.

Tutti i traumi a muscoli, tendini e legamenti di varie articolazioni come anche le tendiniti, le tendinosi degenerative e le lesioni tendinee parziali sono patologie che possono essere trattate con la proloterapia che può essere efficace anche in caso di cervicalgie e lombalgie e metatarsalgie. Altri disturbi che possono essere così curati sono il neuroma di Morton, la Sindrome del tunnel carpale e altre patologie degenerative della cartilagine se in forma solo iniziale.

Perché la terapia sia efficace è necessario effettuare varie sedute con intervalli di 15 o 20 giorni. La durata totale della terapia deve essere decisa dal medico ma di solito si va dalle 3 alle 5 sedute.

Proloterapia: funziona

Non su tutti funziona questa terapia e non su tutti allo stesso modo, molto dipende dallo stato di salute generale del soggetto e anche da eventuali carenze nutrizionali che possano ostacolare il processo di guarigione. E’ proprio per questo che, prima di sottoporsi a questa cura, è necessario farsi valutare accuratamente dal medico che prescriverà esami clinici, radiografie, esami di laboratorio.

Proloterapia: fa male ?

Di fatto stiamo parlando di iniezioni, quindi non si può dire che sia del tutto indolore. Certo vengono utilizzati aghi molto sottili quindi si può dire che è un trattamento poco doloroso, poi ciascuno può valutare da solo secondo la sua soglia del dolore. L’effetto può cambiare a seconda della zona che viene trattata ma anche dal livello di infiammazione raggiunto, oltre che dall’abilità del medico operante.

Nei casi più frequenti, le iniezioni provocano un leggero gonfiore accompagnato da un po’ di dolore. Se abbiamo un po’ di pazienza, scompare da solo, ma se permane o se non lo reggiamo, possiamo alleviarlo con paracetamolo. E’ meglio non utilizzare gli anti-infiammatori, invece, dopo una seduta di Proloterapia, perché potrebbe contrastare i processi di guarigione innescati.

Proloterapia: effetti collaterali

Al di là del dolore da iniezioni, non ci sono effetti collaterali degni di nota, si può quindi ritenere questo trattamento molto sicuro. Teniamo in conto però, e non allarmiamoci, se compare un arrossamento intorno al punto in cui abbiamo effettuato l’iniezione, ma spesso scompare dopo pochi minuti. C’è una sola precauzione da prendere, quando si decide di effettuare delle sedute di proloterapia: sospendere eventuali trattamenti anticoagulanti alcuni giorni prima.

Proloterapia: origine

Ad inventare questa terapia è stato nel 1940 un chirurgo americano George Hackett. E’ stata sua l’idea di usare iniezioni con glucosio al 25% combinate con anestetico locale per trattare dolori cronici a tendini e legamenti. Anche se non è affatto recente la scoperta, la sua diffusione lo è: la proloterapia ha preso piede solo negli ultimi 20 anni.

Neuroproloterapia

Potremmo sentire parlare di Neuroproloterapia, abbreviata con la sigla NPT. SI tratta di un metodo diverso e da distinguere dalla Proloterapia, da intendere come una sua evoluzione. In questo caso si effettuano una serie di piccole iniezioni superficiali con aghi piccoli e sottili, immediatamente sotto la pelle, in corrispondenza dei nervi sensitivi infiammati e dolenti. La sostanza iniettata è glucosio a bassa concentrazione (5%).

La NPT inizialmente era impiegata per trattare le infiammazioni del tendine di Achille, poi col tempo se ne è scoperta l’efficacia anche per il trattamento di epicondiliti, ginocchia, spalle ed anche dolorose, dolori cervicali e lombari.

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Pubblicato da Marta Abbà il 20 Gennaio 2019