
Il disegno di legge 1552, soprannominato “caccia selvaggia”, subisce un primo importante stop grazie all’intervento di diverse associazioni ambientaliste e animaliste. L’iter parlamentare, inizialmente previsto in sede redigente presso le commissioni Agricoltura e Ambiente, verrà ora discusso in Aula, garantendo un confronto più trasparente e partecipato.
Un cambio di rotta grazie alla mobilitazione ecologista
Le organizzazioni Enpa, Lac, Lav, Legambiente, Lipu-Birdlife Italia e Wwf Italia hanno espresso soddisfazione per questa modifica, definendola un passo fondamentale contro una strategia che avrebbe voluto limitare il dibattito parlamentare. Il cambio di rotta è avvenuto anche grazie al lavoro di diversi senatori, in particolare quelli del Movimento 5 Stelle, con il supporto di Alleanza Verdi e Sinistra, Partito Democratico e Per le Autonomie.
Stop alla corsia preferenziale voluta dalla maggioranza
Il percorso redigente, sostenuto dalla maggioranza e dal Governo, avrebbe consentito l’approvazione del provvedimento senza un confronto esteso con tutti i parlamentari. Una modalità che, secondo le associazioni, mirava a neutralizzare l’opposizione e a ridurre al minimo le possibilità di emendamento del testo.
Una legge costruita senza dialogo con la società civile
Il ddl 1552 è stato redatto senza coinvolgere le associazioni ambientaliste, basandosi invece sulle richieste di associazioni venatorie e produttori di armi, portatori di interessi economici e ludici che si contrappongono alla tutela del bene comune. Per le organizzazioni, questo rappresenta un attacco diretto alla biodiversità e alla protezione degli animali selvatici.
La battaglia è appena iniziata
Le associazioni ribadiscono la necessità di un ampio dibattito pubblico per garantire un equilibrio tra esigenze economiche e tutela dell’ambiente, come sancito dagli articoli 9 e 41 della Costituzione. Il ritorno del disegno di legge in Aula è solo il primo round di una sfida che si preannuncia lunga e complessa.
Difendere il patrimonio naturale italiano
Secondo le sigle ambientaliste, il ddl 1552 rappresenta una grave minaccia per il patrimonio naturale del Paese, già messo a dura prova negli ultimi decenni. Per questo lanciano un appello alla mobilitazione collettiva: cittadini, associazioni, comitati e imprese sono invitati a partecipare alla difesa della natura e della Costituzione.
