Pesce gatto: caratteristiche e ricette

Pesce gatto

Chi l’avrebbe detto che si sarebbe riusciti a ricavare un certo tipo di biodiesel da un pesce. Eppure accade, in Vietnam, e il pesce in questione è il pesce gatto. Dal suo grasso, 1 kg per circa 1,13 l. E’ un animale che ha parecchie sorprese da raccontare, sorprese anche prelibate, perché può essere servito anche a tavola, sia come primo che come secondo.



Pesce gatto: caratteristiche

Il pesce gatto ha un aspetto sicuramente curioso che lo rende facilmente riconoscibile. Ha i baffi e si aggira per le acque dolci mangiando tutti i residui lasciati dagli altri animali. Mangia di tutto, è tremendamente vorace, tanto che in alcuni contesti rischia di far estinguere delle specie autoctone. In Italia, ad esempio, da quando è arrivato, si sono registrati dei problemi di popolazione per barbi, tinche e lucci. Problemi lui non ne ha di certo, perché si ambienta dove vuole, anche in ambienti fortemente inquinati oppure con poco ossigeno. Per mangiare, come vedremo, si arrangia con quel che trova e non è schizzinoso, ingoia larve e vermi, ma anche pesci in età adulta, vivi o morti che siano. Il soprannome di “pesce spazzino” è del tutto meritato. Anche nelle sue abitudini di corteggiamento, non si può dire che si mostri particolarmente raffinato. Il maschio e la femmina si avvicinano e si accoppiano via via che si strofinano i barbigli, poi la femmina prepara il nido sul fondale, cercando di ricavare uno spazio degnamente privo di detriti. Il compito del maschio è quello di difendere ed ossigenare le uova.

Pesce gatto

Pesce gatto: peso

Al di là dei baffi, l’aspetto del pesce gatto non è certo uno dei più attraenti. Ha il corpo tozzo e robusto, con una testa molto grossa, non proporzionata al resto del corpo e da cui sporgono un paio di labbra carnose e per nulla incoraggianti. Può arrivare a pesare anche 3 Kg e misurare oltre mezzo metro, in lunghezza.

Il suo corpo non presenta squame, è tutto scuro, tanto che a volte lo si sente chiamare “pesce gatto nero”. Anche i suoi “baffi”, tecnicamente barbigli, sono di certo piuttosto bruttini da vedere, ma sono particolarmente utili per questo pesce. Non sono banali baffi, come accade anche in altre specie, ma sono la sede degli organi di senso e delle papille gustative. Anche altri pesci della Siluriformes hanno i baffi e hanno anche un altro elemento in comune, una pinna dorsale munita di un grosso aculeo velenoso anche nella zona pettorale.

Pesce gatto: dove vive

Oltre che negli acquari, i pesci gatto vivono anche in libertà per fortuna, e anche in Italia. Sono originari degli Stati Uniti ma è già da parecchio tempo che hanno attraversato l’oceano, metaforicamente parlando, per insediarsi anche in Italia e in Europa. Sono presenti sul nostro territorio dai primi del Novecento, vive soprattutto nei laghi e negli stagni e riesce a trovare il proprio posto quasi ovunque, anche a scapito di altri pesci originari del posto.

Pesce gatto: cosa mangia

Abbiamo già parlato della dieta del pesce gatto perché è un aspetto che lo caratterizza particolarmente. Torniamoci sopra per precisare meglio quanto sia onnivoro e anche insaziabile. Quello che trova nell’acqua, lo spazzola via senza nemmeno badare a ciò che è, troviamo quindi un menù a base di pesci di ogni età, di crostacei e di invertebrati. Ingoiano anche uova, avannotti e larve, crostacei, invertebrati. Essendo un pesce piuttosto grande, non ha molti nemici nelle sue acque. Potrebbero affrontarlo solo due pesci d’acqua dolce, il pesce persico ed il luccio, che non sembrano particolarmente interessati a mangiarlo.

Pesce gatto

Pesce gatto in acquario

Quando il pesce gatto non sguazza nei nostri laghi e nei nostri stagni, e nemmeno in quello del resto d’Europa o dell’America del Nord, sta negli acquari e anche qui è un bel personaggio. Diciamo che si sa far riconoscere bene. La sua preoccupazione maggiore, se non unica, è quella di mangiare. Non ha quindi tempo per socializzare, vaga in modo piuttosto attento per la vasca, attento ma solo a quello che può ingoiare. E’ una presenza piuttosto ingombrante, sia in termini si spazio, sia in termini di comportamento perché è vivace e “turba le acque”. Molti pesci più tranquilli e posati, ne risultano disturbati.

Se vogliamo allevare un pesce gatto in acquario, meglio optare per quelle varietà che hanno dimensioni minori, per cui riescono ad inserirsi meglio in uno spazio piccolo e popolato. Mi riferisco in particolare ad alcune varietà sudamericane come la Pimelodella picta, chiamato anche pesce gatto macchiato. Siamo ben lontani dalla taglia del pesce gatto visto finora, questa varietà misura massimo una dozzina di centimetri, quindi non ingombrano e sono, di fatto, anche meno voraci. Ha un colore anche diverso, non è più nero ma bianco argenteo con diverse macchie nere di varie dimensioni. Potrebbe essere il Dalmata in versione ittica.

La sua temperatura ottimale è quella compresa tra 24° ed i 26°, quindi ama le acque calde. Si nutre da solo e i suoi preziosi barbigli, e vengono spezzati, ricrescono. La sua vita media è dai 2 ai 6 anni.

Pesce gatto

Pesce gatto: ricette

Dall’acquario, alla padella, per vedere come possiamo trovarci servito in tavola il pesce gatto. Nonostante ciò che mangia, ha un carne molto apprezzata perché di colore chiaro, molto saporita. E’ anche un po’ grassa ma ciò permette di preparare delle ricette succulenti. Anche se non è un pesce endemico, lo troviamo in alcune ricette della tradizione italiana, in particolare in quella emiliana perché la zona dal Po è perfetta per questo pesce. Si trova spesso nei menù sia fritto che in umido, al forno e al cartoccio, può essere gustato anche in salamoia. Perché la carne sia apprezzabile come sapore, il pesce deve essere allevato in acque calde ed essere venduto vivo.

Ora vediamo due ricette, un primo e un secondo, con cui potete sbizzarrirvi per assaggiarne il sapore in modo degno.
Come primo piatto, proponiamo le fettuccine al sugo di pesce gatto, facili e veloci da preparare, visto che richiedono circa un quarto d’ora.

Ingredienti:

  • 4 Pescegatto già puliti
  • 1/2 Cipolla dorata
  • 4 spicchi Aglio
  • 1 mazzetto Prezzemolo
  • 300 g Polpa Di Pomodoro
  • 1 cucchiaio Aceto Di Vino Bianco
  • 1 Peperoncino Piccante
  • 4 cucchiai Olio Extravergine D’oliva, Sale E Pepe

Per preparare i pescegatto, se non è già stato fatto da chi ve li ha venduti, serve eliminare tutte le pinne e anche la testa. Con delle forbici deve essere aperta anche la pancia per pulirla dalle interiora e lavare il pesce sotto acqua fredda corrente. Lasciamolo in un colapasta a sgocciolare e prepariamo il sugo. Mettiamo a rosolare in una pentola con un po’ di olio tutte le erbe e poi il peperoncino. Aggiungiamo il pomodoro, poi l’aceto, alzando la fiamma in modo che asciughi un po’. Uniamo infine sale e pepe, con mezzo bicchiere d’acqua calda. Il sugo deve cuocere per una mezzora, ricordiamoci di mescolarlo. Aggiungiamo poi il pesce. Per quattro persone ne servono un paio.

Togliamo le spine e facciamolo a pezzi, per poi lasciarlo cuocere nel sugo, intanto lessiamo al dente le fettuccine e scoliamole, per poi mescolarle al sugo.

Per chi preferisce i secondi di pesce, c’è la ricetta del pesce gatto al forno con patate e pomodorini. La fase più importante di questa ricetta è la marinatura perché permette al pesce di assorbire il profumo delle erbette aromatiche e del vino bianco per molte ore. Marinatura a parte, che dura un paio di ore, la ricetta è molto veloce.

Ingredienti:

  • 2 Pescegatto Di Circa 800 G Ciascuno a tranci)
  • 1 mazzetto Salvia, Rosmarino, Timo, Origano Fresco, Prezzemolo
  • 3 spicchi Aglio
  • 3 cucchiai Olio Extravergine D’oliva
  • 1 bicchiere Vino Bianco Secco
  • q.b. Pepe In Grani
  • q.b. Sale
  • 4 Patate
  • 15 Pomodorini (ciliegino o datterino)

Puliamo il pesce e asciughiamolo con carta da cucina, preparandolo già a tranci, per essere poi marinato in una ciotola con metà delle erbe aromatiche lavate e sminuzzate, il pepe, metà dose di olio, 2 spicchi di aglio sbucciato e a fettine e metà del vino. Il pesce va adagiato sugli odori e poi coperto con le erbe rimaste, compreso l’aglio e il vino.

Così, sigillato nella ciotola, deve restare a riposo per un paio di ore in frigo, ogni tanto prendiamolo e mescoliamo un po’, per poi rimetterlo in frigo. Accendiamo il forno a 200° e prepariamo la teglia per la cottura, foderandola con carta da forno. I tranci vanno appoggiati in modo omogeneo, poi verranno aggiunti gli altri ingredienti. Servono le patate, fatte a fettina dopo essere state lavate e pelate, e servono i pomodorini, tagliati a metà. La teglia va nuovamente chiusa, con carta di alluminio, e infornata per una mezzora abbondante. Togliamo la carta di alluminio e lasciamo cuocere ancora un po’, poi possiamo servire il pesce assieme a patate e pomodorini e un po’ di gustoso sughetto.

Curiosità sul pesce gatto

Abbiamo già visto come in Vietnam questo pesce sia addirittura una fonte di energia, il suo grasso in particolare. E’ noto anche in altre parti del mondo, per diversi motivi. In Giappone ad esempio è addirittura venerato perché in grado di generare terremoti, la sua sagoma viene utilizzata come simbolo in caso di allerta. Tutto questo è legato ad una leggenda che lo vede posizionato in modo tale che la sua coda risieda sotto la crosta terrestre, esattamente sotto Shinosa e Hidachi, e il resto del corpo sotto l’arcipelago.

Il nome di questo pesce, in inglese, “catfish”, viene usato anche per chiamare le persone che su Internet creano una falsa identità per truffare altri utenti e rubare i loro soldi.

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Pubblicato da Marta Abbà il 18 Ottobre 2019