Il palissandro: un tesoro del legno sull’orlo dell’estinzione

palissandro

Il palissandro (Pterocarpus erinaceus), apprezzato per la sua resistenza, durezza e bellezza, è diventato il simbolo di un commercio che, purtroppo, sta compromettendo la sopravvivenza di interi ecosistemi. Insieme ad esso, anche altre essenze pregiate come il teak (Tectona grandis) sono minacciate da un’industria che sembra inarrestabile. Le misure di tutela — rimboschimento, regolazione dei tagli e controllo delle esportazioni — si dimostrano insufficienti davanti a una domanda globale fuori controllo.

La deforestazione globale: numeri da allarme rosso

Negli ultimi decenni, il mondo ha perso oltre 420 milioni di ettari di foresta. In Italia, oggi le foreste coprono circa un terzo del territorio nazionale (11 milioni di ettari), ma un tempo erano molto più estese. Sardegna e Piemonte guidano la classifica regionale per superficie forestale, ma la situazione resta fragile. A livello globale, le foreste ricoprivano territori vastissimi, specie in Asia, Africa e Americhe, oggi drasticamente ridotti.

In Europa, dove i boschi coprono ancora il 43% della superficie, la Svezia si distingue per l’impegno nella tutela forestale: un Paese con un territorio vasto ma scarsamente popolato, esempio virtuoso in materia di conservazione.

Il ruolo essenziale delle foreste

Le foreste sono baluardi naturali contro il cambiamento climatico. Oltre a preservare la biodiversità, assorbono grandi quantità di anidride carbonica, responsabile di circa un terzo dell’aumento della temperatura globale. Recenti studi mostrano che anche la corteccia degli alberi può catturare metano, un altro potente gas serra, grazie a microbi metanotrofici che ne neutralizzano l’impatto ambientale. Un ciclo naturale perfetto, ma sempre più compromesso dalla deforestazione.

Palissandro: una pianta nobile minacciata dalla brama umana

Il palissandro, noto anche come rosewood per il suo profumo, può vivere oltre 300 anni ed è impiegato nella produzione di mobili di pregio, parquet, strumenti musicali e persino in cosmetici di lusso. Alcune varietà, come la Dalbergia nigra, sono particolarmente richieste. Ma proprio questo successo commerciale lo rende bersaglio di un bracconaggio forestale spietato.

Dove cresce il palissandro e chi ne paga il prezzo

Questa pianta cresce in Africa, soprattutto nella fascia del Sahel, un’area dove vivono anche numerose specie di scimmie Cercopitecidi, oggi in pericolo. In Senegal e in alcune zone del Mali, sopravvivono ancora piccoli nuclei, ma il Mali è anche tra i maggiori esportatori mondiali di palissandro. Madagascar e Brasile sono altri due fronti critici: il primo ospita rare proscimmie, mentre il secondo è martoriato da una deforestazione sistematica, aggravata dalla domanda internazionale.

CITES e la fragilità delle regole internazionali

Nonostante la protezione accordata dal CITES, la Convenzione internazionale contro il commercio illegale di specie minacciate, il palissandro continua ad essere esportato illegalmente. La corruzione diffusa mina qualsiasi tentativo di regolamentazione, e chi cerca di contrastare questo sistema spesso paga con la vita: oltre cento attivisti sono stati uccisi negli ultimi anni.

Il traffico illecito verso la Cina

La Cina rappresenta oggi il principale mercato per il palissandro. Solo dal Mali, ha importato in un anno oltre mezzo milione di tronchi, per un valore di oltre 200 milioni di dollari. Il commercio si accompagna spesso ad attività criminali: secondo un’inchiesta del giornalista Matteo Fraschini Koffi, i tronchi vengono usati anche per nascondere zanne di elefante e droga, destinata poi all’Occidente.

Un futuro senza scimmie (e forse senza di noi)

Le scimmie del Sahel stanno scomparendo. Le ultime si trovano solo in Algeria e Marocco, ma anche altrove la situazione è tragica. Le scimmie, per la loro vicinanza evolutiva all’uomo, sono un anello fondamentale del nostro legame con il mondo naturale. La loro estinzione potrebbe preannunciare un collasso più ampio dell’equilibrio ecologico e della stessa specie umana.