No profit, cosa sono e come funzionano

No profit

C’è tanta polemica attorno agli enti no profit ma non è di quella che ci vogliamo qui occupare. L’idea è quella di raccontare che caratteristiche hanno e come sono gestite le organizzazioni no profit perché molte di esse si occupano anche di problemi ambientali. Se vogliamo aiutarle, magari con delle donazioni, è bene sapere come funzionano e perché si chiamano così. Saremo poi più liberi di decidere cosa fare e più consapevoli di ciò che stiamo facendo con l’intento di aiutare l’ambiente.



No profit: cosa sono

L’idea che sta dietro alle organizzazioni e agli enti no profit può sembrare utopistica ma la loro esistenza, oserei dire il loro proliferare, ci dimostra che è reale. Ci sono delle persone che hanno voglia di investire energia e tempo per raggiungere obiettivi socialmente utili, senza guadagnarci nulla. Il termine no profit è molto chiaro, chiarisce subito che non c’è profitto per chi lavora in questi enti che esistono e sono anche in aumento.

Negli ultimi anni c’è stata una accelerazione, in Italia, e si è arrivati ad una vera e propria riforma del terzo settore perché queste tante realtà ne hanno modificato logiche, equilibri e potenzialità. Una definizione davvero esaustiva di queste realtà si può dire che non esista, perché hanno caratteristiche difficile da raccontare e non sempre perfettamente omogenee. Fanno tutte parte del Terzo settore, ciò significa che non agiscono nel mercato e non sono nemmeno statali, ma stanno nel mezzo.

La dicitura no-profit ha origine angloamericana e deriva dall’unione di “non” con il nome “profit” e ci racconta che queste organizzazioni impegnate con obiettivi spesso legati al bene comune non traggono profitto e non agiscono a scopo di lucro. Qui è necessario fare chiarezza perché questa definizione potrebbe portare a pensare che una associazione per essere no profit non debba generare denaro, Non è così. Può produrre un attivo come qualsiasi società ma la grande differenza è che i suoi membri non ci guadagnano perché questo attivo non viene distribuito tra loro.

I guadagni restano all’ente che solitamente li reinveste per continuare a perorare la propria causa. La causa, solitamente, riguarda fette di popolazione in difficoltà, animali da salvare, emergenze ambientali ma non solo. Esistono molte no profit anche in ambito culturale, scientifico, assistenziale e di ricerca.

No profit

No profit: tipologie

In questa grande categoria di associazioni, come abbiamo detto e come possiamo noi stessi sperimentare se e conosciamo un po’, ci sono realtà di ogni dimensione e con delle peculiarità diverse. Dal punto di vista fiscale possiamo dividerle in onlus, ente non commerciale ed ente commerciale. Alla terza categoria appartengono le no profit, quindi che non hanno scopo di lucro, ma che svolgono in prevalenza un’attività commerciale. Le attività non commerciali va da sé che non si occupino per lo meno in modo esclusivo o prevalente di un’attività di ordine commerciale. Le onlus? Le onlus hanno una qualifica fiscale speciale e devono mostrare di avere determinati requisiti previsti dalla legge.

Cambiamo punto di vista e ragioniamo in termini giuridici. In questo caso abbiamo enti no profit organizzati come

  • associazioni riconosciute;
  • associazioni di promozione sociale;
  • associazioni sportive dilettantistiche;
  • associazioni non riconosciute;
  • fondazioni;
  • comitati;
  • organizzazioni di volontariato;
  • Onlus;
  • imprese sociali;
  • cooperative sociali;
  • organizzazioni non governative.

In comune tutte queste realtà hanno il fatto che non agiscono mai a scopo di lucro, ma per il resto possono mettere in campo attività molto diverse.

No profit: come funzionano

Gli enti no profit funzionano perchè c’è chi li fa funzionare, mi verrebbe a dire, perché dietro a queste utopie reali ci sono delle persone in carne ed ossa come noi che ci lavorano. Non è sempre semplice trovarne perché di fatto la maggior parte di noi è impegnato a lavorare per tirare la fine del mese e non ha del tutto tempo per fare molto altro se non magari nel weekend, una sera a settimana, ma non certo come lavoro. Pur potendo fare attività commerciali, spesso le no profit hanno meno modo di pagare le proprie risorse, questo può causare una moria di candidature alle posizioni aperte.

Questo problema ha portato le no profit ad ingegnarsi per poter continuare a portare avanti i propri progetti. Molte sono quindi quelle che hanno puntato sull’organizzazione di corsi di formazione per diplomati, laureati, dirigenti di non profit, operatori e volontari. E’ un efficace modo per far comprendere concretamente cosa significa no profit, che senso ha che esistano queste realtà e l’importanza che esse hanno, Se guardiamo all’Italia, molto spesso suppliscono delle forti mancanza dello Stato e sostengono persone che abbiamo dimenticato in qualche nicchia della nostra testa e del nostro cuore.

Pubblicato da Marta Abbà il 4 Novembre 2019