Leggenda del Minotauro

Leggenda del Minotauro

La leggenda del Minotauro può essere nota anche ai bambini e li può anche appassionare se si è in grado di raccontarla in modo semplice e appassionante. Noi ci proviamo, andando a svelare anche il significato di questo mito e i simboli che esso contiene. Prima di entrare nella leggenda, andiamo a conoscere il protagonista. Il termine Minotauro deriva dal greco antico: Μινώταυρος, Minótauros, si tratta di una figura della mitologia greca. Si racconta che questa creatura sia figlia del Toro di Creta e di Pasifae, regina di Creta, nei documenti che la riguardano viene descritta come un essere mostruoso e feroce, con il corpo di un uomo e la testa di un toro. Il classico mostro che può piacere ai bambini amanti delle favole un po’ paurose.



Leggenda del Minotauro per bambini

C’era una volta il re di Creta, Minosse, figlio non del precedente re Asterione ma di Zeus, cosa che costituiva un problema per il sovrano, non particolarmente amato dalla popolazione cretese proprio per questo motivo. Non sapendo come farsi ben volere dal suo popolo, Minosse provò a rivolgersi a Poseidone, con tono piuttosto disperato, e il dio del mare gli donò un toro. Perché un toro?

L’animale regalato doveva rappresentare il simbolo dell’apprezzamento degli dei verso il sovrano che promise di sacrificarlo in onore del dio. Fu così che Minosse entrò in possesso di un bellissimo e possente toro bianco di gran valore, di così gran valore che era un peccato sacrificarlo non vi pare?

Per Minosse sì, sarebbe stato un gran peccato ed ecco perché il sovrano decise di fare il furbo con il dio del mare e i suoi colleghi, sacrificandone un altro al suo posto. Ovviamente Poseidone se ne accorse e non manco di punirlo facendo innamorare perdutamente del toro Pasifae, moglie di Minosse. Non è finita, i due “amanti”, donna e toro, riuscirono perfino ad accoppiarsi nascosti in una giovenca di legno costruita apposta, e ecco che nacque il nostro protagonista, il Minotauro.

Leggenda del Minotauro per bambini

Il prefisso “minos” significa “re“, il suffisso “taurus” significa “toro” e di fatto questa creatura aveva il corpo umanoide e bipede, ma allo stesso tempo zoccoli, pelliccia, coda e testa decisamente da toro. Anche il carattere aveva influenze bovine, si rivelò infatti presto un essere selvaggio e feroce, con la mente completamente dominata dall’istinto animale. La testa anche fisicamente era quella di un toro, in effetti! Di fronte all’indole così terribile della creatura venuta al mondo, il re Minosse corse ai ripari facendola rinchiudere nel Labirinto di Cnosso, costruito da Dedalo.

Questo labirinto abitato dal mostro tornò agli onori della cronaca quando Androgeo, figlio di Minosse, morì ucciso dagli ateniesi. Minosse, per vendicarsi della città di Atene, sottomessa allora a Creta, ordinò che venissero inviati ogni anno quattordici giovani, sette maschi e sette femmine, in pasto al Minotauro che, manco a dirlo, si cibava di carne umana.

La leggenda del Minotauro e Teseo

Ora entra in gioco Teseo, figlio del re ateniese Egeo. Il fanciullo ai tempi già molto coraggioso, si offrì andare in pasto al Minotauro, con il desiderio e la determinazione di sconfiggerlo di sua mano. La figlia di Minosse e di Pasifae, Arianna, se ne innamorò, vedendolo così generoso e audace, e gli diede un gomitolo per non perdersi una volta entrato: il famoso “filo di Arianna”. Tèseo, di parola, affrontò e uccise con la spada il Minotauro, poi una volta uscito dal labirinto, salpò con Arianna verso Atene per poi abbandonarla dormiente sull’isola deserta di Nasso.

Perché fare ciò? Non è poi così chiaro il motivo del gesto, non si comprende se si fosse invaghito di un’altra oppure si sentisse in imbarazzo a ritornare in patria con la figlia del nemico. Arianna di fatto non la prese molto bene e pianse finché non apparve il dio Dioniso a confortarla donandole una meravigliosa corona d’oro, più avanti mutata in una costellazione splendente: la costellazione della Corona.

E Teseo? Poseidone, parecchio arrabbiato con il giovane, lo colpì in mare con una terribile tempesta che lo costrinse ad usare le vele nere, simbolo di sconfitta. Egeo, padre di Teseo, vendendo avvicinarsi la nave “in nero”, pensò subito che il Minotauro avesse divorato il figlio e si uccise in mare, nel mare che oggi guardate caso, si chiama come il sovrano.

Leggenda del Minotauro scuola primaria

Quando si racconta questo mito nella scuola primaria lo si rende come una favola cercando di trasmettere anche i simboli che esso contiene. Vediamone alcuni. Minosse, veniamo a sapere, che forse era il termine con cui i greci chiamavano tutti i sovrani e non solo il re di Cnosso. Passando al Minotauro, la sua figura ci racconta come mai i Greci hanno sempre divinizzato il toro raffigurandolo anche spesso nelle loro opere artistiche.

E il Labirinto di Cnosso? E’ certamente simbolo dello stupore provato dai Greci nel vedere le immense costruzioni Cretesi. Dal punto di vista storico, invece, la vittoria di Teseo sul Minotauro viene interpretata come l’inizio del predominio dei Greci sul mar Egeo.

La leggenda del Minotauro: giochi

Così ben architettata questa trama che è stata di ispirazione anche per giochi e videogiochi. In “Age of Mythology” proprio il Minotauro è una delle unità mitiche che possono creare i Greci, gli viene assegnato il nome scientifico fittizio di Homo taurus e compare come una creatura di 2,7 metri, Anche nella saga “Percy Jackson” e gli dei dell’Olimpo” troviamo il Minotauro come primo mostro da combattere.

La leggenda del Minotauro: giochi

Per rileggere la leggenda del Minotauro e conoscerne altre, ecco un libro sulla mitologia greca ben scritto e avvincente, adatto ai bambini dai 5 anni in sù. “Il grande libro dei miti greci” di Anna Milbourne.

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Pubblicato da Marta Abbà il 14 Dicembre 2018