Controsoffitto: a cosa serve e tipologie

Controsoffitto

Se abbiamo sistemato una casa, in vita nostra oppure abbiamo scambiato quattro chiacchiere con degli amici che lo stavano facendo, abbiamo sentito parlare di controsoffitto. Per alcuni è un’ottima soluzione a livello di spazio, e non solo, ma non sempre è possibile realizzarlo e quando lo è, è importante capire come farlo. Materiali, dimensioni, caratteristiche e obiettivi principali. Andiamo a capire meglio quindi perché di cosa si tratta dal punto di vista molto operativo e a cosa può servire.



Controsoffitto: cosa è

Quella che chiamiamo controsoffitto è una struttura che può avere diversi scopi, alcuni molto pragmatici e funzionali, altri più estetici ma affatto meno importanti. Tutti noi desideriamo infatti una casa comoda ma anche bella, no?

Il controsoffitto può risolvere problemi di illuminazione oppure di isolamento termino e acustico, ad esempio, e l’obiettivo principale ne determina le caratteristiche, soprattutto per quanto riguarda i materiali. Nella pratica, se non abbiamo mai visto “dal vero” un controsoffitto, dobbiamo immaginarlo come un elemento che viene posizionato sotto l’intradosso del solaio, rende il locale meno alto e fa da soffitto a sua volta. In questo modo crea un nuovo spazio, da nuove forme alla casa in cui lo stiamo realizzando ed è per questo che non possiamo decidere anarchicamente di farlo. Ci sono delle limitazioni relative all’altezza delle stanze con cui dobbiamo fare i conti, anche per motivi di igiene: l’altezza minima deve essere 2,70 metri, se si tratta di un locale di servizio, possiamo anche “abbassarci” a 2,40 metri.

Molto spesso troviamo dei controsoffitti realizzati apposta per far passare degli impianti non a vista, oppure per meglio isolare un ambiente domestico. Di solito è composto da due elementi principali: una struttura di sostegno e un tamponamento, per entrambi possono essere utilizzati materiali differenti a seconda delle necessità e dei vantaggi che si vogliono avere.

Controsoffitto: a cosa serve

Prima di capire con cosa possiamo realizzarlo, cerchiamo di capire meglio perché realizzarlo. Di solito non si procede a caso ma si ha uno scopo ben preciso, pratico o estetico che sia.

Può essere ad esempio il modo per nascondere gli impianti, soprattutto in quei locali in cui non è il caso che si vedano elementi tecnologici impiantistici, ad esempio in soggiorno o nell’ingresso di una abitazione privata. Se siamo in una situazione del genere, con un controsoffitto possiamo avere a disposizione dal nulla un vano tecnico in cui sistemare tutto ciò che desideriamo celare ma che non possiamo eliminare né mostrare. Apparecchiature e impianti elettrici, idraulici, telematici o di climatizzazione. Ci soo due possibilità, in questo caso: questo vano può essere ispezionabile oppure no, naturalmente è meglio che lo sia per motivi di manutenzione, ma non è sempre possibile. Perché ci sia l’ispezionabilità è meglio optare per elementi a secco.

Un’altra funzione dei controsoffitti può essere quella di semplice copertura di solaio esistente oppure di ridimensionamento di un locale che risulta troppo alto, altre volte possono esserci anche delle esigenze legate al livello di illuminazione di una stanza oppure di estetica pura.

E’ molto utile un intervento come questo anche quando si fa della prevenzione contro gli incendi. In questo vano ricavato sul soffitto, abbassandolo, possono essere inseriti prodotti ignifughi che permettono l’adeguamento di un solaio.

E se vogliamo aumentare l’isolamento termoacustico di un locale? Anche in questo caso, l’intervento risolutivo riguarda i controsoffitti che possono infatti ospitare un materiale isolante al proprio interno come ad esempio lo possono essere dei materassini in lana di roccia. Non è una valutazione banale quella del materiale isolante e prima di procedere è necessario far fare una valutazione attenta per scegliere quello più adatto e che ci garantisce un buon risultato.

Sempre per l’isolamento, troviamo oltre alla lana di roccia anche dei pannelli fibrosi fonoassorbenti che vengono messi nell’intercapedine e che assorbono il rumore. Questo aspetto è importante perché un vano vuoto potrebbe trasformarsi in cassa di risonanza.

Controsoffitto: tipologie

Vediamo quali sono gli elementi che lo costituiscono e come possono essere realizzati. Abbiamo la struttura di sostegno e lo strato di tamponamento. La prima può essere appesa attraverso dei tiranti di metallo oppure fissata al solaio direttamente, può essere di legno o di metallo leggero con profili a U o a T. Questa struttura può essere lasciata in bella vista oppure nascosta sotto dei pannelli.

Passiamo allo strato di tamponamento che è la parte che sicuramente vediamo. Può essere continua o discontinua. Se è continuo, le lastre sono in cartongesso e vengono posate in sito, di solito si sceglie questa opzione quando l’intervento riguarda ambienti domestici e si hanno vani non ispezionabili ma mimetizzabili facilmente in modo che nessuno si accorga che ci sono.

Il controsoffitto discontinuo invece è costituito da moduli prefabbricati da posare a secco, di diversi materiali e forme, ottimi per la loro flessibilità e comodità, sono infatti semplici da posare e lasciano che il vano sia ispezionabile.

Lo strato di tamponamento può essere realizzato con diversi materiali, la scelta è ampia e impatta molto sull’aspetto estetico. Il cartongesso ad esempio può essere intonacato e può assumere forme e colori diversi ma anche i pannelli prefabbricati possono avere caratteristiche materiche e cromatiche in base alle necessità. Ci sono altri pannelli utilizzabili, quelli forati, più leggeri e che permettono la scelta di soluzioni di illuminazione più creative.

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Pubblicato da Marta Abbà il 23 Maggio 2019