Cause dei terremoti e principali zone sismiche

cause dei terremoti
Cause dei terremoti e principali zone sismiche
– Il terremoto, noto anche come sisma (dal greco seismós, ovvero “scuotimento”) è un brusco movimento della crosta terrestre contraddistinto da una serie di vibrazioni, definite scosse, che si succedono con diversi gradi di intensità per alcuni secondi. Fenomeni come i terremoti sono strettamente correlati al continuo processo di assestamento della litosfera, ossia la parte esterna più rigida della Terra, comprendente la crosta terrestre e la porzione del mantello esterno.

I terremoti si verificano con una frequenza decisamente superiore a quella che si possa generalmente supporre. La strumentazione ne registra in media un milione ogni anno, tra i quali fortunatamente solo un numero limitato ha una potenza distruttiva.

Ma quali sono le cause dei terremoti? E quali invece le principali zone sismiche presenti nel nostro pianeta?



Cause dei terremoti

Come spesso accade nella scienza anche, le cause dei terremoti non sono ancora del tutto note. Ciò si deve principalmente al fatto che le conoscenze sulla struttura interna del pianeta Terra non sono complete e definitive. Tuttavia, si ritiene che le cause dei terremoti possano essere rintracciabili in tre principali ordini di fattori:

  • il crollo di masse rocciose nel sottosuolo;
  • i movimenti tettonici;
  • l’attività vulcanica.

La scienza ha inoltre dimostrato come i sismi di maggiore intensità, ovvero quelli superiori alla magnitudo 7,5 della scala Richter, possano essere messi in relazione con determinate variazioni che si verificano nel movimento della rotazione terrestre.

Tipi di terremoto

Partendo dalle probabili cause scatenanti, è possibile distinguere essenzialmente tre tipologie di terremoti.

Terremoti da sprofondamento

I terremoti da sprofondamento, che si verificano come conseguenza del crollo di concavità sotterranee. In genere questo tipologia di terremoto si contraddistingue per un ipocentro poco profondo e interessa un’area piuttosto limitata. A prescindere da queste caratteristiche, le scosse che ne derivano, in genere di durata brevissima, possono comunque produrre conseguenze molto gravi, spesso devastanti.

Terremoti vulcanici

Come il nome stesso evidenzia, i terremoti vulcanici precedono, accompagnano o seguono le eruzioni. Questa tipologia di terremoti è dovuta all’assestamento delle masse rocciose interne o alla forza d’urto dei gas magmatici.

Terremoti tettonici

I terremoti tettonici sono in assoluto i più disastrosi, sia per ciò che riguarda l’estensione sia per la violenza. I terremoti tettonici derivano dai movimenti di assestamento della litosfera nelle aree interessate da fratture recenti. Questa tipologia di terremoto ha in genere un ipocentro profondo con scosse che restano di rado isolate.

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Principali zone sismiche del pianeta Terra

La distribuzione geografica dei terremoti viene stabilita basandosi sull’indice di sismicità che esprime il numero di scosse prodotte in una determinata area per ogni 100.000 Km quadrati di superficie. Partendo da questa unità si può stabilire che i maggiori indici corrispondono ad aree come il Giappone, il Cile e la Nuova Zelanda.

macerie di un terremoto

Basandosi sulla frequenza con cui si producono i sismi, la superficie terrestre può essere suddivisa in diverse zone:

  • le zone sismiche, in cui i fenomeni sismici sono abituali;
  • le zone penisismiche,  in cui i terremoti non sono frequenti ma si producono comunque periodicamente;
  • le zone asismiche ovvero aree in cui i terremoti sono eventi eccezionali.

Gran parte dei terremoti ha luogo in prossimità di ristrette fasce della crosta terrestre che si congiungono tra di loro. Si possono così distinguere tre principali zone sismiche

  • gli assi delle dorsali medio-oceaniche;
  • le fosse oceaniche;
  • l’area dei corrugamenti alpino-himalayani.

Conseguenze dei terremoti

Le conseguenze che derivano dai fenomeni sismici possono essere ingenti  e in taluni casi disastrose. A oggi, il terremoto di Valdivia del 1960, noto anche come grande terremoto del Cile, verificatosi il 22 maggio 1960 alle 14:11 ora locale, rappresenta il più potente terremoto mai registrato nella storia, con una magnitudo di 9,5.

La storia dell’umanità è stata segnata da numerosi terremoti di entità devastante che, presi nel complesso, hanno provocato la morte di milioni di persone. Nel 1693 il sisma che colpì la Sicilia orientale provocò la morte di ben 60 mila persone. Nel 1976 il terremoto che interessò l’area cinese del Tangshan causò la morte di ben 650 mila abitanti locali.

Oltre a produrre danni alle persone e alle costruzioni, i fenomeni sismici possono determinare modificazioni di un certo rilievo alla superficie terrestre agendo in vari modi:

  • provocando frane che spesso deviano i fiumi o sbarrano le valli;
  • alterando la circolazione idrica sotterranea;
  • aprendo profondi crepacci.

Terremoti, maremoti e tsunami

Nei casi in cui l’epicentro di un terremoto è situato in prossimità della costa o in mare, le scosse sismiche possono dare luogo a maremoti o tsunami, come vengono definiti in lingua giapponese. Questi fenomeni si manifestano con un rapido ritiro delle acque dalla riva, per una distanza che può spingersi fino a qualche chilometro. Le acque determinano a loro volta la successiva formazione di onde anomale isolate, che possono raggiungere i 30 metri di altezza. Tali onde si abbattono con enorme violenza sulla costa avanzando nell’entroterra e spazzando via tutto ciò che incontrano lungo il loro cammino. Le conseguenze che ne scaturiscono sono devastanti.

La massima altezza raggiunta da un’onda di tsunami si è verificato in Alaska il 9 luglio del 1958 nella baia di Lituya. L’onda anomala raggiunse l’altezza di ben 525 metri.

Tra i maremoti più catastrofici degli ultimi anni, si può invece annoverare il disastro che ha interessato la placca indo-asiatica il 26 dicembre 2004, causando centinaia di migliaia di morti.

Terremoti in Italia

Anche il nostro paese è un’area del pianeta a elevata sismicità. A evidenziarlo sono i numerosi eventi sismici avvenuti in passato ma anche negli ultimi decenni. Si stima che circa 24 milioni di italiani vivano in zone ad elevato rischio sismico. Ciò si deve principalmente al fatto che il nostro è un paese geologicamente giovane e di frontiera.

Tra i terremoti più catastrofici che hanno interessato il territorio italiano nell’ultimo trentennio possiamo ricordare:

  • il terremoto di Carlentini in Sicilia di magnitudo 5.7 (13 dicembre 1990);
  • il terremoto in Umbria e Marche di magnitudo 6.0 (26 settembre 1997);
  • il terremoto del Molise di magnitudo 5.7 (31 ottobre 2002);
  • il terremoto de L’Aquila di magnitudo 6.3 (6 aprile 2009);
  • il terremoto in Emilia di magnitudo 5.9 (20 maggio 2012);
  • il terremoto del Centro Italia di magnitudo massima 6.5 (tra agosto 2016 e gennaio 2017).

Tra i terremoti più forti e devastanti del XX secolo in Italia si può ricordare anche il terremoto in Irpinia del 23 novembre del 1980, sisma di magnitudo 6.9, che causò enormi devastazioni in un’area situata fra Campania e Basilicata.

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Pubblicato da Evelyn Baleani il 22 Marzo 2021