Isolée, la casa minimal dal cuore green

Mentre la gran parte delle case ecologiche cerca di mimetizzarsi e integrarsi totalmente con l’ambiente circostante, alcuni progettist hanno deciso di fare esattamente l’opposto esaltando l’architettura sostenibile mediante l’uso stravagante di elementi come i pannelli solari.

Alcuni architetti progettano case robuste e autosufficienti, altri, invece, puntano su qualcosa di più minimal e a impatto zero. E’ il caso dell’Isolée, realizzata dalla società olandese Tjep. L’abitazione è stata progettata come una sorta di palafitta, rialzata dal suolo in modo da occuparne il meno possibile. Guardandola da lontano, più che un’abitazione, quella della Tjep sembra un modellino giocattolo! Si sviluppa in verticale ed autosufficiente: soddisfa il suo fabbisogno elettrico grazie a un particolarissimo impianto fotovoltaico che spunta dal tetto come un buffo albero.

Frank Tjepkema, fondatore dell’azienda di design Tjep, ha affermato di essersi ispirato al mondo moderno. In effetti il designer Frank non ha tutti i torti: viviamo in un modo dove gli smartphone sono sempre più sottili, le auto sono compatte e anche le biciclette utilizzano materiali sempre più leggeri.

Mentre le case continuano a essere costruite con spessi muri di mattoni, eppure esistono materiali altrettanto resistenti ma che possono essere più sottili e minimali. Così è nata Isolée, la casa a tre piani che può essere paragonata alle tecnologie di ultima generazione.

L’abitazione si svolge su tre piani, interconnessi con delle scalette piuttosto scarne. Le facciate laterali portano delle feritoie grazie alle quali è possibile regolare l’intensità della luce massimizzando l’illuminazione naturale. L’edificio può essere “aperto completamente” mediante un meccanismo elettrico alimentato da energia solare. In caso di pioggia o altre intemperie, le pareti si chiudono automaticamente siggillando nuovamente l’edificio!

Tutta la luce artificiale dell’Isolée è fornita da lampadine a LED alimentate da batterie solari ricaricabili. La temperatura è regolata mediante un computer connesso a una stufa a legna ma questa entra in funzione solo quando il riscaldamento fornito dai pannelli solari non basta.

Pubblicato da Anna De Simone il 1 Aprile 2013