Bruxelles propone la semplificazione della Pac

Bruxelles propone la semplificazione della Pac

La Commissione europea ha lanciato un nuovo pacchetto di misure per semplificare la Politica agricola comune (Pac), puntando a ridurre la burocrazia per gli agricoltori e le amministrazioni. L’obiettivo è duplice: rafforzare la competitività del settore agricolo europeo e tagliare i costi amministrativi, con un risparmio stimato fino a 1,58 miliardi di euro all’anno per gli agricoltori e 210 milioni per gli Stati membri.

Secondo Bruxelles, le modifiche renderanno più flessibili i pagamenti, gli obblighi e gli strumenti per affrontare le crisi, alleggerendo gli oneri normativi che spesso non rispecchiano le reali condizioni sul campo.

Misure per favorire piccoli agricoltori e bio

Il pacchetto presentato si inserisce nel più ampio piano Ue per la competitività, la resilienza e la digitalizzazione del settore agricolo. Tra i punti salienti:

  • Aumento del pagamento forfettario annuale per i piccoli agricoltori da 1.250 a 2.500 euro.

  • Esenzioni da alcune norme ambientali per i piccoli produttori.

  • Possibilità per gli agricoltori biologici certificati di essere automaticamente considerati conformi a determinati requisiti ambientali.

  • Riconoscimento del ruolo chiave delle piccole aziende nelle aree rurali, con l’obiettivo di snellire la gestione burocratica.

Le critiche: “Una deregulation pericolosa”

Nonostante le intenzioni dichiarate, la proposta ha suscitato reazioni dure da parte delle principali sigle ambientaliste. L’European Environmental Bureau (Eeb) denuncia una pericolosa marcia indietro sugli obiettivi climatici e ambientali della Pac, accusando la Commissione di avere indebolito ulteriormente le misure verdi obbligatorie senza un’adeguata valutazione d’impatto.

Secondo l’Eeb, la nuova soglia per la riduzione dei pascoli permanenti – dal 5% al 10% rispetto al livello del 2018 – rischia di aumentare le emissioni di carbonio. Altre preoccupazioni riguardano la gestione delle torbiere e delle zone umide, per le quali gli Stati membri potranno applicare la propria legislazione nazionale, con il rischio che i fondi pubblici vengano impiegati per rispettare requisiti minimi già previsti per legge, e non per sostenere pratiche realmente aggiuntive in chiave ecologica.

Il Ceo: “Siamo lontani dagli obiettivi del Green Deal”

Anche il Corporate Europe Observatory (Ceo) ha espresso forti riserve, definendo l’iniziativa una vera e propria “deregolamentazione”. L’organizzazione accusa la Commissione di allontanarsi dalla strategia Farm to Fork del Green Deal europeo e di aver dato priorità alla semplificazione burocratica a discapito degli obiettivi di sostenibilità.

Il Ceo critica inoltre la mancanza di coerenza tra le dichiarazioni del Dialogo strategico per il futuro dell’agricoltura e la proposta concreta della Commissione, giudicando l’iniziativa come una mossa di pubbliche relazioni senza reale visione strategica.

Il nodo dei fondi e l’equità del sistema

Un altro punto sollevato è lo squilibrio strutturale nella distribuzione dei fondi Pac: l’80% dei pagamenti continua ad andare al 20% delle aziende più grandi. Secondo il Ceo, l’aumento dei contributi ai piccoli agricoltori, pur apprezzabile, non è sufficiente a riequilibrare il sistema.

Le organizzazioni come Via Campesina e Organics Europe ribadiscono la necessità di semplificare senza indebolire gli obiettivi ambientali, sostenendo che solo un’agricoltura più sostenibile, biologica e agroecologica può garantire un futuro resiliente per il settore agricolo europeo.