Artrite alle mani: cause, sintomi e cura

Artrite alle mani

La mano e il polso sono due piccoli capolavori della natura: hanno infatti delle piccole articolazioni che lavorano insieme per produrre il corretto movimento e, in esso, anche il più preciso e delicato. Tuttavia, quando le articolazioni sono affette da artrite, le tipiche attività della vita quotidiana possono diventare improvvisamente molto difficili.

Con il tempo, in particolare, se l’artrite non viene trattata, le ossa che compongono l’articolazione possono perdere la loro forma normale, finendo con il provocare più dolore e limitando ulteriormente il movimento.

Le origini dell’artrite

Quando l’artrite si verifica a causa di una malattia, l’insorgenza dei sintomi è graduale e la cartilagine si evolve lentamente. Le due forme più comuni di artrite da malattia sono l’osteoartrite e l’artrite reumatoide.

L’osteoartrite è molto più comune e generalmente colpisce le persone anziane. Conosciuta anche come artrite “da usura”, l’osteoartrite causa – appunto – il deterioramento della cartilagine.

L’artrite reumatoide è invece una malattia cronica che può colpire molte parti del corpo, provocando il gonfiore del rivestimento articolare, che a sua volta provoca dolore e rigidità nell’articolazione. L’artrite reumatoide inizia più spesso nelle piccole articolazioni delle mani e dei piedi, e di solito colpisce le stesse articolazioni su entrambi i lati del corpo.

A volte però l’artrite può generarsi a causa di un trauma. In particolare, le fratture, e soprattutto quelle che danneggiano la superficie articolare, e le lussazioni, sono tra le lesioni più comuni che portano all’artrite. Anche se trattata correttamente, un’articolazione lesa ha maggiore probabilità di diventare artritica nel tempo.

Quali sono i sintomi dell’artrite

I primi sintomi dell’artrite della mano includono dolori articolari o una sensazione di “bruciore”. Il dolore si verifica spesso dopo periodi di maggiore uso delle articolazioni, come ad esempio accade dopo una forte presa. Il dolore può non essere presente immediatamente, ma può manifestarsi ore dopo o anche il giorno successivo. Il dolore mattutino e la rigidità sono altri due sintomi tipici.

Man mano che la cartilagine si consuma e c’è meno “materiale” per assorbire gli urti, i sintomi si manifestano con più frequenza. Nella malattia avanzata, i dolori articolari possono svegliare la notte.

Il dolore può inoltre peggiorare con l’uso e alleviato dal riposo. Molte persone affette da artrite lamentano un aumento dei dolori articolari con la pioggia e l’umidità. E anche attività che un tempo erano facili, come aprire un barattolo o accendere la macchina, diventano difficili a causa del dolore. Per prevenire il dolore all’articolazione artritica, si potrebbe dunque cambiare il modo di usare la mano.

Quando l’articolazione colpita è soggetta a uno stress maggiore di quello che può sopportare, può anche gonfiarsi nel tentativo di impedire un ulteriore utilizzo dell’articolazione.

Nei pazienti con artrite avanzata della base del pollice, le articolazioni vicine possono diventare più mobili del normale. Tra gli altri sintomi c’è anche il calore avvertito nell’articolare artritrica e, a volte, anche la formazione di cisti.

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La diagnosi dell’artrite alla mano

Un medico generalmente può diagnosticare l’artrite della mano esaminando la mano e facendo delle radiografie. Studi specializzati, come la risonanza magnetica, di solito non sono necessari, tranne nei casi in cui si sospetta la malattia di Keinbock (una condizione in cui l’afflusso di sangue a una delle piccole ossa del polso, il lunato, viene interrotto).

Come si cura l’artrite

L’obiettivo del medico sarà quello di far evitare all’artrite di condizionare troppo la vita del paziente. In merito, è importante cercare aiuto precocemente in modo che il trattamento possa iniziare e si possa tornare a fare ciò che si è soliti fare.

Generalmente, le opzioni di trattamento per l’artrite della mano e del polso includono farmaci, steccatura, iniezioni e chirurgia, e sono determinate in base a quanto è progredita l’artrite, quante giunture sono coinvolte, l’età, il livello di attività da effettuare e altre condizioni mediche, e ancora se la mano dominante o non dominante è interessata dal problema, dagli obiettivi personali e dalla capacità di rispettare un programma terapeutico.

Per quanto concerne i farmaci, i medicinali – evidentemente – sono in grado di trattare i sintomi ma non sono in grado di ripristinare la cartilagine articolare o il danno all’articolazione inversa. I farmaci più comuni per fronteggiare l’artrite sono gli antinfiammatori, che impediscono al corpo di produrre sostanze chimiche che causano gonfiore e dolore alle articolazioni. Esempi di farmaci antinfiammatori sono i farmaci come il naprossene e l’ibuprofene.

Quando il trattamento di prima linea con farmaci antinfiammatori non produce i risultati attesi, si può passare alle iniezioni, che contengono tipicamente un anestetico di lunga durata e uno steroide che può fornire sollievo dal dolore per settimane o mesi. Le iniezioni possono essere ripetute, ma solo un numero limitato di volte, a causa di possibili effetti collaterali, come l’assottigliamento della pelle, l’indebolimento dei tendini e dei legamenti e l’infezione.

Se il trattamento non chirurgico non fornisce sollievo, di solito si procede con quello chirurgico. Ci sono, evidentemente, molte opzioni chirurgiche, e il percorso scelto dovrebbe essere quello che ha una ragionevole possibilità di fornire un sollievo dal dolore a lungo termine e di permettere all’articolazione di funzionare senza dolore.

Quando il danno è progredito al punto che le superfici non funzionano più, viene eseguita una sostituzione dell’articolazione o una fusione (artrodesi).

Dopo ogni tipo di intervento chirurgico di ricostruzione delle articolazioni, c’è un periodo di recupero. È per questo motivo che il paziente sarà indirizzato a uno specialista per la riabilitazione.

La durata del tempo di recupero varia molto e dipende dall’entità dell’intervento chirurgico eseguito e da molteplici fattori individuali.

Pubblicato da Anna De Simone il 25 Dicembre 2019