Appello delle ONG europee: «No al declassamento del lupo»

Oltre 100 organizzazioni ambientaliste e animaliste europee, coordinate da Green Impact, hanno firmato una lettera aperta indirizzata ai Governi e Parlamenti dei 27 Paesi dell’Unione Europea. L’obiettivo è chiaro: respingere la proposta di declassamento del lupo avanzata dalla Commissione europea, mantenendo in vigore le attuali tutele previste dalla Direttiva Habitat.

L’invito alla prudenza: «Aspettate la Corte di giustizia UE»

La lettera sollecita gli Stati membri a non modificare la propria legislazione nazionale riguardante lo status del lupo per almeno i prossimi 18 mesi, sfruttando le possibilità giuridiche concesse dalla normativa europea. Infatti, la proposta è ancora sottoposta al giudizio della Corte di giustizia dell’UE, e ogni cambiamento prematuro potrebbe generare responsabilità legali.

Il declassamento non è vincolante: ogni Stato ha tempo fino a gennaio 2027 per decidere se recepire o rigettare la proposta di Bruxelles. Questo margine temporale, sottolineano le ONG, dovrebbe essere usato per basare le decisioni su criteri scientifici e non su logiche economiche o politiche.

Scienza contro economia: i criteri della Direttiva Habitat

I firmatari della lettera denunciano che la proposta di declassamento è frutto di pressioni socioeconomiche, in contrasto con lo spirito della Direttiva Habitat, fondata invece su criteri ecologici. In base alle valutazioni scientifiche disponibili, nessuna delle 9 popolazioni di lupo presenti nell’UE si trova in uno stato di conservazione sufficiente a giustificare un abbassamento delle tutele.

La percentuale di predazioni attribuite ai lupi è inoltre estremamente contenuta: solo lo 0,07% del settore ovo-caprino europeo risulta coinvolto, un dato mitigato da sussidi comunitari per la prevenzione e la compensazione delle perdite.

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Il caso italiano: tutelare il “lupus italicus”

Nel contesto nazionale, la questione assume una valenza ancora più significativa: il Canis lupus italicus rappresenta una sottospecie genetica unica al mondo, responsabile del ripopolamento della specie in Europa dopo la sua quasi totale scomparsa.

Per questo motivo, Green Impact lancia un appello diretto al Governo Meloni, affinché l’Italia si unisca ai Paesi che hanno già annunciato la volontà di non recepire il declassamento.

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Gli altri Paesi europei che dicono “no”

Diversi Stati membri hanno già preso posizione a favore della protezione del lupo: tra questi, Portogallo, Repubblica Ceca, Belgio, Polonia e Ungheria hanno annunciato che manterranno lo status di “specie rigorosamente protetta”, in disaccordo con la proposta della Commissione europea.

Le ONG chiedono che anche gli altri Paesi facciano lo stesso, utilizzando appieno gli strumenti giuridici a disposizione per garantire la continuità nella tutela della specie.

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Conclusioni: protezione e responsabilità

In un contesto sempre più complesso per la tutela della biodiversità, l’appello delle ONG rappresenta un monito: le decisioni politiche devono basarsi su dati scientifici, e la protezione del lupo è ancora necessaria. Gli Stati membri dell’UE hanno il tempo e gli strumenti per respingere il declassamento e garantire una coabitazione equilibrata tra uomo e natura.