Ambienti di lavoro: come saranno domani?

Ambienti di lavoro

Come saranno gli ambienti di lavoro di domani? Come diventeranno gli uffici delle aziende, gli ospedali, le università? Poiché sul posto di lavoro – che ci piaccia oppure no – passiamo buona parte della nostra vita, è giusto domandarselo. Così, giusto per sapere cosa ci tocca e arrivare preparati.

Uno studio sponsorizzato da Ricoh (quella delle stampanti e dei dispositivi per ufficio) e realizzato dall’Economist Intelligence Unit ci rivela che l’automazione dei processi e la flessibilità sono i fattori che più influenzano l’evoluzione degli ambienti di lavoro, e ancora di più ciò avverrà in futuro. Ma come?

Dalle risposte dei 500 decisori aziendali che hanno partecipato al sondaggio emergono  i trend che a quanto pare stanno avendo e avranno il maggiore impatto nel futuro degli ambienti di lavoro. Tre in modo particolare: ergonomia totale, automazione, cambiamenti nelle modalità di lavoro. Vediamoli meglio.

  • Ergonomia totale: poiché le aziende sono sempre più digitali, ogni luogo (dalle abitazioni dei dipendenti agli spazi pubblici) è un potenziale ambiente di lavoro.
  • Automazione: la crescente automazione dei processi e delle attività potrà rendere alcuni lavori non più necessari, mentre avranno sempre più spazio i lavori basati sulla creatività e sull’intelligenza sociale.
  • Cambiamenti nelle modalità di lavoro: i capi dovranno riuscire a valorizzare i talenti per assicurare un futuro all’azienda e anche questo chiama in causa gli ambienti di lavoro.

Qualche esempio? Prendiamo le banche, la pubblica amministrazione, gli ospedali e le università; che sono le situazioni analizzate nello studio promosso da Ricoh. Dalle risposte emerge un quadro che già oggi è di questo tipo:

  • Nelle banche, la crescente automazione dei processi consente di fare emergere le qualità delle persone e di valorizzarle.
  • Nella pubblica Amministrazione si nota la diffusione di nuove modalità di lavoro che, grazie ad esempio a processi digitalizzati, consentono ai dipendenti pubblici di diversi enti di collaborare a distanza.
  • Negli ospedali, la presenza di personale sempre più polivalente e altamente flessibile è la conseguenza della pressione causata da budget ristretti e dall’aumento del numero di pazienti con condizioni di salute complesse.
  • Nelle università, il cambiamento è guidato dall’adozione di metodi di insegnamento più flessibili per garantire percorsi formativi che si avvicinino maggiormente al mondo delle imprese.

Cosa ci dice tutto questo? Niente di troppo nuovo in realtà, più che altro è la conferma del cambiamento che ognuno di noi vede ogni giorno con i propri occhi. Di una cosa possiamo essere sicuri: nei prossimi 10-15 anni gli ambienti di lavoro saranno più fluidi, connessi e collaborativi. È l’era digitale, che ci piaccia oppure no.

Pubblicato da Michele Ciceri il 20 Aprile 2015