Il fegato è un organo vitale per il corpo umano ed è insostituibile. Interviene in moltissime funzioni biologiche; ha attività ghiandolare, producendo diverse sostanze che riversa al di fuori di esso e, tra queste, la bile, necessaria alla digestione dei grassi.
È formato soprattutto dagli epatociti, che sono le vere cellule specializzate di questo organo, ma anche da altre cellule:
I termini maschili usati in questo testo si riferiscono a persone di qualsiasi genere o che si riconoscono in qualsiasi genere.
Il fegato regola il livello di molte delle sostanze che circolano nel nostro sangue ed interviene nell’attività intestinale producendo e secernendo nel duodeno o nella colecisti la bile.
La bile è funzionale alla digestione e al trasporto dei grassi e delle vitamine liposolubili (A, D, E e K) che assumiamo con la dieta, ed è anche utile perché in essa il fegato riversa prodotti di scarto (metaboliti dei farmaci, bilirubina, sostanze tossiche o inquinanti, etc.) che si aggiungeranno alle feci e alle urine e attraverso queste saranno allontanate dal corpo umano in via definitiva. Se questo non avvenisse tali sostanze si accumulerebbero come tossine nel nostro organismo.
Il sangue che, dopo averne sostenuto le funzionalità digestive, lascia lo stomaco e l’intestino, attraversa il fegato; il fegato a questo punto:
Queste sono solo le principali azioni vitali che il fegato esercita, perché, in verità, gliene sono state riconosciute all’incirca 500.
Se la nostra alimentazione è sbilanciata, ricca in zuccheri e grassi, è facile che a lungo andare il nostro fegato si infarcisca di gocce di grasso: il fegato grasso viene detto steatosico (in inglese NAFLD – non alcoholic fatty liver disease).
La steatosi epatica spesso è una malattia che non dà segno di sé e che si rende visibile solo all’ecografia addominale e agli esami del sangue, che mostrano gli enzimi di funzionalità epatica alterati (AST/GOT e ALT/GPT).
Il fegato steatosico è una condizione reversibile: se iniziamo a mangiar in modo sano e bilanciato, se perdiamo peso in modo salutare, la steatosi regredisce ed il fegato torna in salute. Ma se invece non prestiamo attenzione alla nostra dieta, se ci muoviamo poco e continuiamo ad avere un’alimentazione sbagliata, allora la steatosi può progredire in steatoepatite non alcolica (NASH – non alcoholic steatohepatitis). La steatoepatite è una condizione più grave della semplice steatosi epatica: nella NASH il fegato non ha più solo cumuli di grasso, ma presenta aree di infiammazione in stato più o meno avanzato, necrosi (cioè morte) del tessuto epatico e sua sostituzione con tessuto fibrotico (cicatrizzazione) (fonte: Mayoclinic.org).
La steatosi e la steatoepatite possono anche essere su base alcolica, cioè dovute al solo consumo di alcool, quando in genere è eccessivo: in questo caso si parlerà di steatosi epatica su base alcolica e di steatoepatite alcolica.
Lo stadio successivo alla steatoepatite, che sia su base alcolica o no, è la cirrosi epatica, malattia cronica degenerativa ed irreversibile dovuta alla sostituzione del fegato con tessuto fibrotico e noduli rigenerativi poco funzionali in gran parte dell’organo. Questo produce tre conseguenze maggiori:
Gli alimenti dannosi per il fegato sono in genere gli alimenti che comportano un aumentato lavoro da parte del fegato (favorendone lo stress ossidativo e l’affaticamento dell’organo), o che in qualche modo lo infarciscono di grasso e di zucchero, o che danneggiano direttamente il fegato perchè contenenti tossine che il fegato si trova a dover detossificare (un esempio tra tutti, l’alcool).
Quindi gli alimenti dannosi per il fegato sono:
Infine ricordiamo l’utilizzo di integratori naturali a base di erbe. Molti di questi sono validi sostituti di alcuni farmaci per comuni fastidi o malattie, altri molto meno; in generale però ricordiamoci che, seppur vegetali, gli integratori naturali possono essere dannosi per l’organismo: tra i primi organi a rimetterci c’è proprio il fegato che, a seguito dell’assunzione di supplementi, può andare incontro ad epatiti o ad insufficienze epatiche. Stessa considerazione per gli integratori a base di vitamina A.
I sintomi di malattia al fegato sono in genere evidenti e comprendono:
Questi sintomi appaiono però in casi di malattia epatica grave o acuta, per esempio in corso di cirrosi o anche di epatite virale, sebbene non sia raro che le epatiti decorrano del tutto asintomatiche fino alla completa guarigione (capita spesso per esempio nei bambini con epatite A).
L’affaticamento del fegato dovuto a cause alimentari, cioè la steatosi epatica e la steatoepatite alcolica o non alcolica non danno di solito manifestazioni di sé. In genere, di queste condizioni ci si accorge casualmente, tramite gli esami del sangue, che vedono una funzionalità epatica mossa e per cui viene richiesta un’ecografia addominale che, in ultimo, mette in mostra l’aspetto steatosico del fegato.
Ma anche l’ecografia addominale non mostra nessuna differenza tra una steatosi epatica ed una steatoepatite. In quel caso, l’unico esame effettuabile è la biopsia, che però non può essere considerato un esame di routine a cui sottoporre tutti i pazienti che hanno un’ecografia positiva per “fegato grasso”. Saranno allora sottoposte alla biopsia epatica solo le persone con franca obesità, diabete di tipo 2, trigliceridi e colesterolo alti, esami del sangue alterati (GOT, GPT e piastrine).
Il miglior modo di preservare la salute del fegato attraverso l’alimentazione è avere una dieta bilanciata, sana, fatta di cibi poco raffinati, poco ricchi in zuccheri semplici e grassi, ben fornita di verdure, frutta, legumi, pesce e cereali integrali, povera in carne e poverissima in alcool. A questo va aggiunto il movimento regolare.
Ribadendo la regola aurea che non esistono cibi ideali e cibi da condannare in via definitiva, la ricerca scientifica ha comunque rilevato che alcuni alimenti hanno un potenziale effetto protettivo verso il fegato. Questi sono: