Cosa mangiare dopo un’intossicazione alimentare

Un’intossicazione alimentare in genere non passa inosservata. In estate è più frequente che in altri periodi dell’anno, evidentemente perchè i cibi vanno più facilmente a male con il caldo.

Può causare sintomi leggeri e più vaghi o franchi e severi; può durare giusto il tempo di qualche ora o un paio di giorni, se non arrivare a settimane; i sintomi possono insorgere dopo brevi periodi di incubazione (un giorno, come nel caso delle gastroenteriti da Rotavirus) fino a qualche settimana (come nell’epatite A, che esordisce dopo quattro settimane dal contagio) (fonte: Mayoclinic.org).

Vediamo allora cosa sono le intossicazioni alimentari, quali i sintomi, cosa mangiare e come comportarsi quando insorgono, cosa fare per prevenirle.

I termini maschili usati in questo testo si riferiscono a persone di qualsiasi genere o che si riconoscono in qualsiasi genere.

Cosa è un’intossicazione alimentare

L’intossicazione alimentare è una malattia causata dall’ingestione di cibo contaminato in genere da batteri, virus, parassiti o da loro tossine che, anche in assenza dell’agente microbico, una volta ingerite, causano l’intossicazione.

A parte le intossicazioni alimentari causate da microrganismi patogeni, esistono anche intossicazioni alimentari causate da sostanze chimiche rilasciate nel cibo, contaminandolo: per esempio le intossicazioni da pesticidi utilizzati in agricoltura, laddove questi si depositano nell’alimento in misura superiore ai limiti consentiti dalla legge. Di solito non avviene proprio in virtù dei controlli effettuati, ma l’inquinamento delle acque e delle falde acquifere da parte di agenti inquinanti, pesticidi o no, è potenzialmente pericoloso.

Un altro caso a parte è quello delle intossicazioni alimentari causate da funghi non commestibili perché velenosi: in questi casi il fungo è naturalmente tossico e mangiarlo ci condannerà ad un’intossicazione in piena regola, talvolta anche mortale.

In genere le più comuni intossicazioni alimentari si auto-risolvono nel giro di poco tempo, qualche giorno o al più una settimana; di rado portano ad un ricovero in ospedale o si protraggono a lungo. Come già detto, possono insorgere dopo ore,  giorni, se non addirittura qualche settimana dopo l’ingestione dell’alimento. La contaminazione del cibo può avvenire in qualunque punto della produzione, commercializzazione, acquisto e consumo del prodotto alimentare: dall’azienda produttrice, al trasporto in negozio, alla manipolazione in casa, alla cottura finale.

Rimedi contro la nausea

Sintomi di un’intossicazione alimentare

I sintomi di un’intossicazione alimentare sono:

  • nausea o malessere non meglio definito
  • diarrea
  • vomito
  • dolori gastrici
  • dolori addominali
  • febbre
  • brividi
  • dolori muscolari
  • segni di disidratazione, in condizioni di malessere più protratto

Conviene contattare il medico se:

  • a sentirsi male è un bambino, tanto più piccolo il bambino è
  • a sentirsi male è un anziano fragile o una persona non autosufficiente o con malattie pregresse
  • la diarrea ha tracce di sangue
  • il vomito ha tracce di sangue
  • la diarrea si protrae per più di tre giorni
  • la persona non riesce a trattenere i liquidi che ingerisce a causa del vomito
  • gli episodi di diarrea sono frequenti durante la giornata e incoercibili
  • la persona presenta segni di disidratazione: secchezza del cavo orale, delle labbra, della pelle; non urina o urina molto poco, le urine sono scure; si sente molto debole; ha vertigini, si sente stordita, la visione è offuscata; ha molta sete (fonte: CDC.gov)

Il rischio maggiore nei casi di intossicazione alimentare è quello della disidratazione: a questa condizione dobbiamo prestare molta attenzione ed è per questo motivo che più che l’assunzione di cibo è quella d’acqua che ci deve interessare: non mangiare adeguatamente anche per qualche giorno non comporta conseguenze serie, non bere quantità sufficienti di acqua invece sì.

Come si cura un’intossicazione alimentare

In caso di intossicazione alimentare non dobbiamo assumere farmaci che bloccano la diarrea o il vomito, a meno che non ci vengano prescritti dal medico.

Dobbiamo bere a piccoli sorsi, soprattutto se c’è vomito: in questo modo è più probabile che riusciremo a trattenere i liquidi nello stomaco e a non vomitarli dopo averli assunti.

Non è necessario mangiare a meno che non se ne abbia voglia: se si preferisce rimanere a digiuno non c’è nessuna controindicazione a farlo.

La stessa cosa non vale per l’acqua: dobbiamo fare in modo di assumerla perché diversamente rischiamo di disidratarci. Insieme all’acqua, in base alle nostre condizioni, il medico ci potrà indicare l’uso di una soluzione reidratante salina: bustine di sali da sciogliere in acqua e da bere a piccoli sorsi, poco per volta.

Nel caso si volesse mangiare, i pasti devono essere piccoli e facilmente digeribili.

Cosa mangiare dopo un’intossicazione alimentare

Si torna a mangiare solo quando se ne ha voglia, se infatti lo stomaco e l’intestino riposano un po’, questo può far loro bene. L’indicazione a bere regolarmente invece permane.

Quando dunque si vuole tornare a mangiare si consiglia di assumere cibi leggeri, semplici, facili da digerire, poco conditi e solo con olio extravergine di oliva a crudo.

Non c’è da insaporire il cibo con tanto sale, convinti che quello da cucina possa reintegrare i minerali persi. Per reintegrare i sali minerali persi durante l’episodio di intossicazione alimentare bisogna continuare a bere acqua nel quantitativo che ci rendiamo conto che il nostro stomaco riesce a tollerare, quindi anche poco per volta, ma berne regolarmente e, in caso, utilizzare le soluzioni saline reidratanti di cui ho già detto. Di solito queste soluzioni vengono assunte solo nella fase acuta dell’intossicazione, quando si mangia e si beve pochissimo; dal momento in cui si torna ad alimentarsi regolarmente, seppur con le limitazioni del caso, vengono invece sostituite dal cibo e dai liquidi che riprendiamo a consumare.

Dunque ecco cosa mangiare e bere dopo un’intossicazione alimentare:

  • Patate lesse
  • Riso bianco condito con olio extravergine di oliva e se si vuole un po’ di parmigiano
  • Pane tostato
  • Fette biscottate
  • Mele
  • Banane (anche se per alcuni possono risultare poco digeribili, in tal caso evitare)
  • Brodo vegetale o di carne
  • Tè deteinato

Cozze

Come prevenire un’intossicazione alimentare

Per prevenire un’intossicazione alimentare, riducendo le probabilità di andare incontro a questo problema, possiamo mettere in atto alcuni comportamenti igienici corretti che sono:

  • lavare le mani prima di mangiare o manipolare il cibo (durante la preparazione dei pasti per esempio)
  • lavare il piano della cucina o gli arnesi, coltelli, cucchiai, ciotole, taglieri, etc. dopo averli adoperati per preparare da mangiare, soprattutto se si tratta di alimenti come la carne, il pesce, le uova, i vegetali non lavati
  • lavare la frutta e la verdura, anche se la frutta viene mangiata sbucciata
  • cucinare accuratamente il cibo o, se avanzato da un pasto precedente, riscaldarlo per bene
  • conservare il cibo correttamente (in freezer, in frigo, in un luogo secco e asciutto, al buio, secondo le indicazioni dell’etichetta alimentare)
  • scongelare i cibi in frigorifero e non fuori
  • conservare i cibi crudi e che vanno consumati cotti lontano da quelli che sono già pronti al consumo, questo per evitare una contaminazione incrociata tra i due
  • consumare gli alimenti entro la data di scadenza segnata sulla confezione
  • non fare maneggiare il cibo da chi è malato
  • acquistare quantitativi di cibo adeguati al consumo che se ne fa, soprattutto in estate
  • non consumare il prodotto se questo non si presenta “sicuro” alla vista, all’olfatto e al tatto

Cibi a rischio di intossicazioni alimentari

Alcuni cibi sono più a rischio di procurare tossinfezioni alimentari perché possono rivelarsi un habitat perfetto per la proliferazione di microrganismi patogeni.

Questi sono:

  • le uova se assunte crude o poco cotte; le preparazioni, i condimenti (la maionese) e le creme a base di uova crude
  • il latte o i latticini da latte non pastorizzato
  • i succhi di frutta non pastorizzati
  • i formaggi erborinati o quelli da latte crudo
  • la carne o il pesce crudi o non cotti adeguatamente (il sushi e il sashimi; il salmone crudo; le alici marinate non preventivamente abbattute o congelate; i molluschi crudi)

Con ogni probabilità il medico, una volta insorti i sintomi, ci chiederà cosa abbiamo mangiato. É bene tenerne memoria perché è un dato anamnestico rilevante nella comprensione della malattia e dei suoi tempi di risoluzione: la maggior parte delle intossicazioni alimentari hanno un’evoluzione semplice e breve, ma alcune possono essere più spinose, richiedere accertamenti e dei tempi di guarigione più lunghi.

Pubblicato da Fabiana Pompei, laureata con lode in Medicina e Chirurgia e specializzata in Scienza dell’Alimentazione a Milano, il 2 Agosto 2022