Come riciclare i rifiuti elettronici

La tecnologia avanza sempre più, tanto da spingerci a cambiare sempre più frequentemente apparecchi elettronici nuovi sempre più performanti. Ma quelli vecchi?

Spesso vengono accumulati in casa, buttati nei cassonetti della raccolta indifferenziata dei rifiuti o peggio, vengono abbandonati per strada senza pensare troppo alle conseguenze ambientali. Da qualche anno, il riciclo dei rifiuti sembra un’abitudine, ma fino a qualche decennio fa tutto finiva in discarica. Lo stesso criterio di smaltimento intelligente e recupero, riguarda anche i cosiddetti RAEE, ovvero i Rifiuti di Apparecchi Elettrici ed Elettronici.

Ma cosa sono i rifiuti elettronici?
I rifiuti elettronici (ed elettrici) sono ciò che rimane di apparecchiature che per un corretto funzionamento hanno avuto bisogno di correnti elettriche o di campi elettromagnetici: dagli elettrodomestici ai televisori, dai cellulari ai giocattoli, dai computer ai distributori automatici.

Queste tipologie di apparecchi ed apparecchiature contengono, in quantità variabili, schede elettroniche, circuiti sia elettrici che elettronici, memorie e comunque sempre amplificatori, trasformatori di potenza, reostati, sistemi di ricezione e trasmissione, batterie, accumulatori e quanto di più tecnologicamente appropriato ed avanzato possano contenere.



Come vengono recuperati i rifiuti elettronici?
Il loro recupero avviene in modo diverso rispetto alla raccolta differenziata: per la raccolta degli apparecchi elettronici occorre provvedere al ritiro a domicilio, alla sostituzione presso i negozi dove si compra un apparecchio nuovo, o a centri di raccolta dedicati. Non ci sono insomma i classici cassonetti. Inoltre, per smaltire e successivamente riciclare, questi oggetti possono contenere sostanze pericolose per l’ambiente, e quindi nell’ambito del riciclo esiste la fase di messa in sicurezza: occorrono infrastrutture e modalità di trasporto particolari. Poi si procede al trattamento e recupero, una sorta di “catena di smontaggio” per riutilizzare i componenti in nuovi cicli produttivi.

Lo smaltimento non corretto o l’abbandono di questi rifiuti è dannoso per l’ambiente in quanto rilasciano sostanze inquinanti e impedisce il recupero di materiali come rame, ferro, acciaio, alluminio, vetro e metalli vari che possono essere riutilizzati per produrre nuovi apparecchi. Si  eviterebbe così l’utilizzo di nuove risorse e si ridurrebbe notevolmente l’impatto sull’ambiente.

Esiste una normativa a favore dei cittadini per lo smaltimento corretto degli apparecchi elettrici fuori uso e gli elettrodomestici più ingombranti: i cittadini possono infatti approfittare del cosiddetto sistema “uno contro uno”.

Cos’è il sistema “uno contro uno”?
È un decreto (Decreto 65/2010 del Ministero dell’Ambiente) che disciplina il ritiro, senza alcun costo aggiuntivo per l’acquirente, del vecchio elettrodomestico.  Un vero e proprio scambio “uno contro uno” .

Con questo sistema qualsiasi cittadino può consegnare il vecchio apparecchio direttamente al negozio dove ne acquista uno nuovo di uguale funzione. Sarà cura del rivenditore conferirlo nel luogo adeguato allo smaltimento.

La normativa comprende piccoli e grandi elettrodomestici, televisori, computer e altri rifiuti meno ingombranti. Il meccanismo è molto semplice: basta che al momento dell’acquisto del nuovo prodotto il consumatore chieda il ritiro dell’usato, e il procedimento che un tempo risultava così gravoso da far registrare un‘infinità di smaltimenti illegali, si trasformerà in un normale servizio commerciale.

Per le aziende che devono riciclare quantitativi importanti di rifiuti tecnologici ed elettronici esistono servizi appositi predisposti da operatori specializzati che addirittura sono disposti a pagare per ricevere i rifiuti tecnologici!

Una di queste aziende è Remedia TSR, la società del Gruppo Remedia, specializzata a gestire tutte le operazioni necessarie per un corretto smaltimento: trasporto, trattamento, recupero e smaltimento ambientalmente compatibile di RAEE Professionali Rifiuti.

Pubblicato da Anna De Simone il 17 Giugno 2013