Come convincere un bambino a mangiare

Come convincere un bambino a mangiare

Nonostante l’obesità infantile sia diffusa, è e resta una preoccupazione di molti genitori il pensiero che un bambino non si nutra a sufficienza ed è quindi molto importante sapere come convincere un bambino a mangiare. Molto spesso si tratta di un’ansia non giustificata ma non è il caso di ignorarla per questo, meglio con qualche trucco cercare di affrontare la cosa, monitorando la situazione in modo da capire se si tratta di una fase oppure di un problema serio su cui deve intervenire uno specialista.



Ci sono anche delle età più difficili delle altre, lo si legge nella letteratura: le prime difficoltà si notano nel periodo di svezzamento e l’apice è verso i 2 e i 3 anni, quando si lotta con il cucchiaino che può diventare una nave o un aereo, o un’astronave, pur di riuscire ad approdare o atterrare nella bocca del piccolo.

Prima di scoprire i trucchi più efficaci per convincere un bambino a mangiare, qualche considerazione generale, in modo da poter dare il giusto peso ai segnali che il piccolo ci da. O non ci da.

Quando convincere un bambino a mangiare

Giusto essere attenti a come si comporta un bambino ma non esageriamo andando in allarme al primo cenno di dissenso di fronte ad una merenda gustosa. Può tranquillamente capitare che il bimbo rifiuti il cibo in una certa fase di crescita, di solito quella tra i due e i tre anni. Il “no” al cibo è uno dei tanti “no” che il bambino ha voglia di dire per affermare la propria identità e la propria presenza come se solo l’opporsi possa certificare la sua esistenza. “No” è anche un distacco dalla madre che non viene rifiutata ma che comincia ad essere una figura “esterna” verso gli 8 – 9 mesi e permette al bambino di diventare più autonomo.

Non confondetelo con un capriccio, questo “no” ripetuto, perché è in fondo un segnale legato alla voglia di crescere e di assumere una propria forma nel mondo. C’è chi tuttora, anche in età adulta, fa fatica a dire no e, di conseguenza, fa fatica ad affermare sé stesso nella propria quotidianità. In questa fase in cui il no al cibo ha un intenso e profondo significato che poco centra con l’educazione alimentare, non è il caso di convincere il bambino a mangiare. E’ un periodo che va visto in un contesto più generale e che non richiede un intervento specifico sulla dieta.

Come convincere un bambino a mangiare

Convincere un bambino a mangiare durante lo svezzamento

Questo è un periodo un po’ anarchico, concedetemi di dirlo, per cui dobbiamo armarci di pazienza se siamo amanti dell’igiene e dell’ordine e lasciare che il piccolo pasticci. Dai 6 mesi in avanti, possiamo proporre nuovi cibi ma senza obbligare nessuno e sopportando che il bambino giochi e faccia confusione con il cibo. E’ il modo migliore per sperimentare e familiarizzare con le novità e, allo stesso tempo, per fargli prendere le misure sul suo senso di fame e di sazietà, col tempo.

Un po’ di regole ci vogliono più avanti, dall’età di un anno in poi, soprattutto per quanto riguarda gli orari, in modo che anche da adulto possa avere delle abitudini sane. Si mangia in cinque momenti della giornata e devono essere sempre presenti a tavola alimenti freschi di stagione e le cotture semplici. Allo stesso tempo è importante limitare il più possibile dei pasticci fuoripasto, l’eccesso di sale e anche di zucchero.

Nel valutare quanto mangia un bimbo, cerchiamo di essere oggettivi perché oggi, per lo meno nei paesi occidentali, il problema è l’obesità infantile e non la magrezza. In media, quindi, i bambini mangiano abbastanza. Non scordiamoci poi, che un bimbo normodotato dai 2 anni e mezzo o 3 diventa in grado di regolarsi sulle quantità a seconda della sua fame.

Come convincere un bambino a mangiare

Ecco finalmente qualche trucco pratico per convincere un bimbo a mangiare. Se capita di fronte ad un cibo nuovo che fa diventare il bambino diffidente, non prendiamo la cosa di petto ma accettiamo il rifiuto e temporeggiamo per tornare alla carica in un secondo momento. Intestardirsi non serve e otterremmo l’effetto contrario, molto probabilmente.

Prendiamola larga e trasformiamo il pasto in un momento di gioco. Questo non significa fare pasticci anche noi ma stimolare la curiosità del bambino osservando colori e forme strane. Niente ragionamenti sulla salute e sulla fame che non gli interessano di certo. Esistono fiori di manuali che spiegano trucchi e giochi ad esempio per far mangiare ai più piccoli frutta e verdura.

A tavola ricordiamoci che siamo degli osservati speciali per cui dobbiamo dare il buon esempio. Questo significa mangiare, sì, ma non solo. Sorridiamo, mostriamo che nutrirsi è piacevole. E’ anche per questo motivo che la cosa migliore è mangiare tutti assieme. Anche da adulti sappiamo quanto può essere demotivante mangiare da soli. Il bambino a tavola con tutti noi si sente incluso e comincia già a percepire quel valore speciale che assicura la famiglia.

Pubblicato da Marta Abbà il 24 Giugno 2019