Cibo halal: cosa prevede la tradizione islamica

La parola “halal” significa – letteralmente – “ammissibile, e nella tradizione della Shari’ah islamica tende pertanto a individuare tutto ciò che è legittimo e “si può fare” senza andare contro ai precetti religiosi. Di contro, l’antonimo di halal è haram, che invece significa, intuibilmente, illegale o proibito.

Carne halal

Non occorre essere dei grandi esperti per poter rammentare come nel commercio della carne sia noto che i musulmani consumano solo carne halal.

Tuttavia, a volte ci si chiede “cos’è halal”?

Come dovrebbe già essere chiaro a questo punto, in arabo questo termine significa semplicemente ciò che è permesso e lecito. Di fronte ad esso troviamo invece il già rammentato haram, con il quale si tende a contraddistinguere tutto ciò che è proibito o non consentito. Si tratta dunque di un termine di derivazione araba, la lingua del Corano, una scrittura rivelata al Santo Profeta dell’Islam da Allah, al fine di essere seguita integralmente dai musulmani.

Ma come si rende la carne halal? E, in generale, come può un prodotto alimentare diventare cibo halal?

Come si rende il cibo halal

Soffermandoci in particolar modo sulla carne, il prodotto alimentare che più confusione genera tra chi sta cercando di capire che cosa sia o meno halal, possiamo certamente condividere in queste righe che per poter rendere la carne halal, e dunque ammissibile al regime alimentare di un musulmano, l’animale deve essere macellato in un modo rituale noto come Zibah o Zabihah.

Per poter  rendere facilmente comprensibile questo concetto, si tenga conto che è un po’ (ma non interamente!) come il kosher ebraico, e che lo Zibah è, con qualche eccezione, simile allo Shechita. Il Corano fornisce delle ingiunzioni piuttosto chiare, affermando che lo Zabihah richiede che gli animali siano vivi e sani al momento della macellazione, poiché le carogne sono proibite e, la vena giugulare, la carotide e la trachea devono essere recise da un coltello affilato come un rasoio, con un solo colpo, per far incorrere il meno possibile l’animale in una condizione di dolore.

Rispetto al più noto kosher, la differenza è che non ci sarà certamente un rabbino a leggere ciò che gli viene richiesto dalla propria fede, bensì un musulmano che reciterà la tasmiya o shahada, che può dunque soddisfare il requisito della “dedizione”.

Evidentemente, la questione di come superare il problema della recitazione della shahada sul singolo animale, in un’ottica industriale, è stata affrontata compiutamente ma, considerato che esula dal presente approfondimento, rinvieremo questo tema in un altro momento. Ci riferiamo intuibilmente alle ipotesi in cui un animale (come il pollame) sia oggetto di macellazione di tipo industriale, a un ritmo di diverse migliaia di esemplari l’ora.

Ricordiamo infine che secondo il Corona tutto il sangue che scorre deve essere drenato dalla carcassa, poiché il sangue è proibito, e che anche la carne suina è proibita. È altresì vietato il consumo di animali che sono stati uccisi per strangolamento o da un colpo violento, o da una caduta.

Riassumiamo…

Anche se questo articolo esula naturalmente dalla volontà di trattare compiutamente un tema complesso e delicato come questo, dovrebbe a questo punto essere abbondantemente chiaro che per rispettare i rituali dell’halal:

  • un animale non dovrebbe essere morto prima della macellazione;
  • un musulmano dovrebbe eseguire l’operazione di uccisione dell’esemplare;
  • il sangue che scorre dalla carcassa deve essere completamente drenato;
  • la scelta di un metodo moderno deve essere considerata con cautela e, dovrebbe essere in linea con i principi islamici.

La carne di suino

In aggiunta  a quanto sopra, considerato che la carne suino è proibita, la macellazione halal non deve essere effettuata dove i suini sono macellati o nelle vicinanze della zona di macellazione dei suini.

Ci sono alcuni altri editti e regole che devono essere seguite nell’interesse del benessere degli animali. Per esempio, l’animale deve essere nutrito come di consueto e deve ricevere acqua prima della macellazione. Ancora, un animale non deve vedere l’altro che viene macellato, il coltello deve essere quattro volte più grande del collo e deve affilato come un rasoio, e l’animale non deve soffrire di alcuna malattia o lacerazione.

Conclusioni

A questo punto dovrebbe essere piuttosto chiaro quanto sia importante per un musulmano il rispetto di quanto sopra abbiamo potuto introdurre in riferimento al cibo halal.

I rituali che sono previsti sono infatti fondamentali per poter rispettare quanto stabilito dai principi di questa fede, e proprio per questo motivo c’è molta attenzione sulla necessità che vengano adeguatamente rispettati.

Naturalmente, come abbiamo avuto modo di introdurre non troppe righe fa, appare evidente come il rispetto di tali principi si scontri in parte con la necessità di arrivare a soluzioni di maggiore praticità, come avviene nei confronti di una macellazione piuttosto intensiva. È proprio per questo motivo che spesso vengono sollevate, dinanzi alle autorità religiose, delle questioni legate all’ammissibilità o meno di metodi di trattamento degli animali più moderni rispetto a quelli in uso secoli fa, quando rispettare tali principi era evidentemente più semplice.

Pubblicato da Anna De Simone il 7 Dicembre 2020