Bokashi: come produrlo e come usarlo

Come preparare il bokashi
La cura di un orto biologico e sostenibile passa da una serie di importanti accorgimenti che permettono di coltivare frutta e verdura nel pieno rispetto della natura. Nel ventaglio delle misure più importanti da seguire rientra anche il ricorso a prodotti che possono nutrire suolo e piante in modo appropriato, senza però ricorrere all’utilizzo di sostanze chimiche nocive. Per questo motivo, autoprodurre del compost è una tra le buone abitudini più rilevanti per dare vita a un orto che sia effettivamente biologico.

In questo articolo, per chi non lo conosce, andremo alla scoperta di una tipologia di compost particolare, il cosiddetto bokashi, un fertilizzante per il suolo facile da autoprodurre ed estremamente utile per migliorare la qualità della terra coltivabile.



Che cosa è il bokashi, il compost alla giapponese

La parola “bokashi” è un termine di origine giapponese che significa “miscuglio organico”. Siamo di fronte a una particolare metodologia di compostaggio che affonda le psue radici indietro nella storia. Seppur di origine nipponica, il bokashi è in realtà usato in qualsiasi parte del mondo, con delle lievi varianti da un luogo all’altro.

A prescindere dalla ricetta seguita per produrlo, il risultato è sempre il medesimo. Si ottiene in ogni occasione una terra fertile e ricca di microrganismi buoni che permette di creare un orto sostenibile e rispettoso dell’ambiente, facendo crescere frutta e verdura in piena salute. Salute che per ovvi motivi si riflette poi sul benessere di chi quei cibi li consuma, portandoli a tavola nella propria quotidianità.

Come produrre il bokashi

Per poter autoprodurre il bokashi occorre innanzitutto avere a propria disposizione un luogo riparato. L’ideale è ad esempio un portico o, in alternativa, un angolo dell’orto da mettere poi al riparo con l’ausilio di un telo di plastica. Una volta scelto il luogo più idoneo, per procedere occorre recuperare i seguenti ingredienti:

  • 45 chili di letame equino, bovino o ovino;
  • 100 chili di terra dell’orto;
  • 10 chili di paglia;
  • 5 kg di cenere;
  • 4 chili di crusca;
  • 1 chilo di zucchero;
  • 1 chilo di lievito di birra.

Una volta recuperati i vari ingredienti è necessario:

  • sciogliere lo zucchero in acqua tiepida all’interno di un secchio, mescolando con la mano;
  • aggiungere il lievito di birra, continuando a mescolare con la mano così da controllare la temperatura che non deve essere mai troppo calda.

I vari ingredienti vanno poi mescolati nelle seguenti quantità e modalità:

  • 10 centimetri di paglia, da umidificare con l’acqua e lievito;
  • 10 centimetri di terra, da umidificare con l’acqua e lievito;
  • 10 centimetri di letame, da umidificare con l’acqua e lievito;
  • due dita di crusca, da umidificare con l’acqua e lievito;

L’alternanza dei diversi ingredienti va successivamente ripetuta fino al completo esaurimento degli stessi. Una volta creato il cumulo di compost, è necessario girarlo nell’immediato per tre volte, facendo in modo che tutti gli ingredienti si mescolino adeguatamente insieme. Se necessario, occorre aggiungere dell’acqua.

A questo punto bisogna coprire il cumulo con un telo o comunque lasciarlo sempre adeguatamente ombreggiato.

Per una corretta procedura è necessario girare il cumulo mattina e sera per i primi tre giorni. A partire dal quarto giorno è invece sufficiente mescolarlo una sola una volta al dì.

Dopo circa due settimane il compost giapponese è pronto per l’uso. La sua consistenza deve risultare sabbiosa, mentre il colore deve tendere al grigio chiaro.

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Come funziona il bokashi

A differenza del compost tradizionale, che si basa su un processo aerobico che necessita di ossigeno, il bokashi sfrutta un processo anaerobico. Durante tale processo, il materiale organico non entra mai in contatto con l’ossigeno, cosa che ne evita l’ossidazione.

Una volta concluso il procedimento per autoprodurlo, il bokashi si contraddistingue per un odore particolare che ricorda quello emanato a seguito della fermentazione della birra e del lievito.

ravanelli giovani

Una volta utilizzato nel terreno questo compost assicura una crescita più sana e più rigogliosa della piante.

Attivatore bokashi fai da te

È possibile procedere anche con l’autoproduzione di un attivatore bokashi da realizzare con una ricetta e una modalità  semplice tra le mura domestiche. Per autoprodurre il bokashi in casa occorre munirsi di:

  • 2 litri e mezzo di acqua;
  • 60 grammi di melassa;
  • 60 grammi di EM-1 ossia di probiotici liquidi;
  • 4 chili e mezzo di crusca di frumento;
  • due sacchi di plastica nera della spazzatura.

Ecco invece il procedimento da seguire:

  • riscaldare l’acqua e sciogliere la melassa;
  • lasciare intiepidire il composto ottenuto (la temperatura non deve essere superiore ai 40°C);
  • aggiungere i probiotici liquidi;
  • aggiungere la crusca, mescolando con cura per venti minuti circa.

Trascorsi i venti minuti, si dovrebbe ottenere una palla umida che va inserita nel sacchetto di plastica, in cui eliminare più aria possibile. Il sacchetto va poi chiuso con attenzione e collocato in un secondo sacchetto. Questo accorgimento risulta utile nell’ipotesi in cui il primo sacchetto si rompa a causa del processo di fermentazione.

Il composto ottenuto va poi fatto riposare per due settimane.

L’attivatore bokashi fai da te sarà a questo punto pronto per l’uso e quindi si potrà utilizzarlo per preparare il compost autoprodotto, mediante un’apposita compostiera bokashi. All’interno della compostiera possono essere trattati gran parte dei rifiuti alimentari da cucina: dalla frutta e verdura al pane, passando per le uova e i fondi di caffè macinato.

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contenitori per bokashi

Pubblicato da Evelyn Baleani il 26 Maggio 2021