Allarme tossicità nella Terra dei Fuochi

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Un recente studio pubblicato su Science of the Total Environment ha rilevato concentrazioni preoccupanti di elementi tossici nell’aria della Terra dei Fuochi, in Campania. L’indagine, condotta con un innovativo metodo di biomonitoraggio, ha individuato contaminanti anche in aree precedentemente considerate non inquinate, confermando l’estensione della crisi ambientale.

Il muschio come sentinella dell’inquinamento

Gli scienziati dell’Università di Napoli Federico II e della Sbarro Health Research Organization (SHRO) hanno utilizzato il muschio Scorpiurum circinatum come bioindicatore dell’inquinamento atmosferico. I ricercatori hanno collocato sacchetti contenenti il muschio – le cosiddette “moss bags” – in sei punti di due aree campione: il bosco della Reggia di Carditello, zona rurale a bassa antropizzazione, e l’area industriale di Giugliano in Campania, simbolo dello smaltimento illegale dei rifiuti.

Contaminanti anche dove non ci si aspetta

L’elemento più inquietante dello studio è che livelli simili di contaminazione sono stati registrati sia nella zona industriale che nel bosco di Carditello, un’area apparentemente protetta. I muschi hanno assorbito quantità elevate di arsenico, mercurio, piombo e altri metalli tossici già dopo tre settimane di esposizione. Le analisi hanno evidenziato stress ossidativo e danni cellulari nei tessuti vegetali, segno che anche una breve esposizione può causare effetti nocivi.

Monte Faito: l’unico luogo di confronto “pulito”

Come punto di riferimento incontaminato, è stato utilizzato il Monte Faito, località montana priva di fonti inquinanti. Qui, i campioni di muschio non hanno mostrato segni di accumulo di tossine, confermando la gravità della situazione nelle aree della Terra dei Fuochi.

Una minaccia invisibile e diffusa

I dati suggeriscono che i fumi tossici dei roghi non restano confinati nei pressi delle discariche abusive, ma si diffondono capillarmente anche nelle aree verdi limitrofe. Come osserva Adriana Basile, coautrice dello studio, “non esistono più luoghi realmente sicuri nella Terra dei Fuochi”.

Implicazioni sanitarie e ambientali: l’approccio One Health

Lo studio sottolinea l’urgenza di adottare una prospettiva One Health, che riconosce l’interconnessione tra salute umana, animale e ambientale. I danni riscontrati nei muschi riflettono un potenziale pericolo sanitario per i residenti della zona, costantemente esposti a un’aria carica di contaminanti.

La voce degli esperti: serve un intervento immediato

Iris Maria Forte, ricercatrice SHRO, ha evidenziato come lo studio rappresenti “una conferma scientifica della gravità della situazione”. Anche Antonio Giordano, presidente SHRO e co-autore della ricerca, ha lanciato un appello deciso: “Non ci sono più dubbi. Serve un’azione rapida e concreta per bonificare il territorio, fermare i roghi e prevenire ulteriori disastri ambientali”.