Pachypodium lamerei: caratteristiche e coltivazione

Pachypodium lamerei
Il pachypodium appartiene alla famiglia delle Apocynaceae, (la stessa di oleandri e pervinche) ed è una specie succulenta endemica delle zone desertiche dell’Africa meridionale e del Madagascar.

Nei prossimi paragrafi scopriremo le principali caratteristiche del pachypodium insieme ad alcuni accorgimenti pratici per poter coltivare questa pianta nelle nostre case.



Caratteristiche del pachypodium lamerei

In natura la pianta si presenta come un arbusto di diverse dimensioni o sotto forma di alberelli riconoscibili per il fusto pachicaule, ricoperto di spine robuste e grandi foglie coriacee, lanceolate, con evidente nervatura centrale, caduche in inverno.

Durante la stagione estiva, gli esemplari coltivati in piena terra producono vistose infiorescenze apicali, costituite da fiori tubolari con corolla suddivisa in cinque lobi, di colore bianco, giallo, arancio o rosso, a seconda della specie. Difficilmente le piante coltivate in ambienti al chiuso riescono a fiorire.

Il genere pachypodium è molteplice: annovera alcune specie aventi steli ramificati e altre composte da un unico stelo, alte fino a sei metri. Tutte le specie condividono la capacità di accumulare enormi quantità di acqua e di isolare gli stomi in caso di siccità per evitare un’eccessiva traspirazione.

Il pachypodium lamerei, il più diffuso per la coltivazione, è nativo del Madagascar meridionale, dove forma vaste foreste in solitaria o con altre essenze. La pianta beneficia di suoli e di climi secchi ed è caratterizzata da uno stelo verdastro e spinoso. Nell’ambiente originario può superare i dieci metri di altezza con un diametro di circa cinquanta cm. Il fogliame non è vitale per la pianta stessa ed è presente solo quando le condizioni climatiche lo consentono.

Soltanto le piante mature producono vistosi fiori bianchi e profumati, simili a quelli delle plumiere, che vanno da inizio primavera a fine estate.

Come coltivare il pachypodium lamerei

Vediamo a questo punto insieme alcuni piccoli trucchi per coltivare questa pianta in maniera ottimale all’interno delle nostre abitazioni.

Esposizione ideale

Trattandosi di una pianta di origine tropicale, la stessa non sopravvive alle basse temperature. Purtroppo i danni causati dal freddo risultano il più delle volte irrimediabili. Nel nostro territorio riesce difficilmente la coltivazione in piena terra: In alternativa possiamo optare per la coltura in vasi. La pianta sopporta senza problemi temperature oltre i 40°C, a patto che la zona risulti aperta e ventilata.

Queste piante sono estremamente resistenti ai raggi solari diretti. Non si abbia perciò timore a collocarle in ambienti aridi o sotto la canicola. Andranno limitate piuttosto le dosi di acqua.

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Terreno idoneo per la messa a dimora della pianta

I nostri pachypodium si coltivano in vasi dalle dimensioni contenute visto che non producono un apparato radicale profondo. Il terreno migliore per la messa a dimora dovrebbe uguagliare quello presente in natura, pertanto sarà costituito da terriccio universale mischiato a dosi di lapillo vulcanico, pietra pomice o pozzolana e sabbia, in modo da risultare molto poroso e allo stesso tempo permeabile.

Come annaffiare il pachypodium lamerei&lt

Le annaffiature vanno effettuate solo a terriccio asciutto, saltuariamente nei mesi più freddi e regolarmente nei mesi più caldi, se la pianta è all’esterno. Nel periodo estivo potrebbe essere necessario irrigare la pianta ogni due o tre giorni sempre in presenza di terreno secco.
Da aprile a settembre è utile somministrare un concime per piante succulente ogni quindici-venti giorni.

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Moltiplicazione della pianta

I metodi più comuni di propagazione del pachypodium lamerei sono la semina e l’innesto; la talea è difficoltosa, soprattutto se non si assicurano temperatura e umidità costanti.

I semi si possono acquistare presso i rivenditori specializzati. Essi andranno reperiti in estate, quando sono stati appena raccolti a garanzia di germinabilità. Il substrato ottimale lo otterremo con un 35% di sabbia fine, 35% di sabbia grossolana, 10% di compost, 10% di vermiculite e 10% di perlite. Per procedere con la moltiplicazione, è necessario spargere uniformemente i semi e proteggerli con mezzo centimetro di composta. Occorre poi vaporizzare e mantenere temperature vicine ai 30°C. La germinazione avviene in genere dopo un mese circa.

Parassiti e malattie del pachypodium lamerei

Sono piante alquanto resistenti. Tuttavia, un esemplare sfibrato da condizioni climatiche avverse sarà di certo vulnerabile alla colonizzazione da parte di parassiti, specialmente la cocciniglia.

Altri frequenti problemi derivano da una manutenzione poco attenta, specialmente a causa di annaffiature sovrabbondanti. Al manifestarsi di un colore più scuro del tronco, macchie sulle foglie e un deperimento repentino è bene sradicare la pianta e procedere con l’eliminazione delle parti malate o marce. Occorre rinvasare la pianta con del nuovo humus e dell’ormone radicante.

In via preventiva, bisogna inoltre, almeno una volta alla settimana, di adottare un fungicida da dosare sulle radici.

Curiosità sulla pianta

Il termine “pachypodium” deriva dal greco, pachys grosso, e podos che significa piede, ad indicare la particolare conformazione del fusto. Tutte le piante producono particolari frutti, simili a piccole banane.

Il lattice presente negli steli della pianta è ricco di alcaloidi e non dovrebbe entrare a contatto con la pelle o con le mucose in quanto potrebbe provocare gravi dermatiti.

Nel linguaggio dei fiori, questa tipologia di piante simboleggia la rinascita e l’immortalità.

Pubblicato da Evelyn Baleani il 26 Ottobre 2021