Come vestirsi per andare in bici in autunno e poi in inverno? Siamo in prossimità dell’estate di San Martino ma date tempo al tempo: l’ora legale è appena terminata e possiamo dirci in pieno autunno con temperature in diminuzione soprattutto la mattina presto ed il pomeriggio inoltrato. Ciò significa che le nostre divise da bici fatte ancora di “gambali” e “manicotti” con al massimo uno smanicato lasceranno presto spazio ad una abbigliamento da ciclismo invernale ben più appropriato.
In questo post voglio e spero di regalarvi qualche consiglio che nasce da esperienze personali (anche non piacevoli) per permettervi di pedalare anche d’inverno ed a temperature diverse dalle soliti, cercando anche di sfatare qualche mito.
Come vestirsi in bici con 10 gradi? e con 12? Quale è la temperaura ideale per andare in bici? Eccole alcune domande tipiche: ovviamente nessuno di noi è un professionista del pedale ma da loro si può sempre imparare: chi corre a livello agonistico sa che sotto certe temperature, indicativamente intorno ai 5 gradi, una uscita in bici diventa meno allenante. Questo perché l’ipotermia anche se leggera rallenta l’efficienza del nostro corpo che è più attento quindi a preservare la temperatura corporea.
Gli stessi “pro” se si devono cimentare con tali temperature preferiscono variare i loro allenamenti alternando altri sport (corsa a piedi) o specialità affini (come il ciclocross). Quindi il primo consiglio è: se fa troppo freddo non dico di lasciare perdere ma sappiate che forse l’esperienza non paga a livello di performance; il secondo consiglio valido nelle stagioni intermedie fa riferimento ad un articolo recentemente letto ed illuminante su EnduMagm, la famosa regola dei 10°: guardando la previsioni meteo ragioniamo su come ci vestiremmo in condizioni di 5-10 gradi superiore (ovviamente tenete conto del percoso , della fase di ombra ma anche di vento ed umidità). Tale regola è molto significativa soprattutto per le gambe, meno per la parte di busto e piedi che sono meno sollecitati muscolarmente. Tali condizioni sommate all’esperienza non ci faranno più sbagliare abbigliamento, ottimizzando gli allenamenti e rischiando meno malanni soprattutto nelle mezze stagioni ed in periodo storico particolare come questo. Noi ciclisti siamo avvantaggiati rispetto ai podisti: a noi è concessa una dose di overdressing (potendoci spogliare durante l’allenamento) ma occhio a come ci partiamo e a alle fasi in cui ci scopriamo; una buona vestizione a strati farà la differenza quando stiamo in giro diverse ore.
Certamente la buona pianificazione: di quanto saranno le vostre uscite? Sopra le 2 ore e mezza uscire d’inverno senza l’abbigliamento della giusta qualità vi farà soffrire sia durante l’uscita (o non vi scalderete mai o parimenti potreste fare tipo i camini che fumano in continuazione) sia dopo l’allenamento con possibili malanni che vi potranno venire in contro sia a livello muscolare che respiratorio, fino alla più classica emicrania da colpo di freddo in testa.
Un rischio inferiore ma che non va sottovalutato è che la scarsa vestibilità e qualità vi faranno senz’altro muovere ed allenarvi male.
Non pensate che basti un buon casco, soprattutto se siete dotati di pochi capelli da madre natura. I lobi delle orecchie in discesa o solamente per l’effetto del vento provocato dalla vostra andatura tendono a raffreddarsi così come la punta del naso o la fronte. Se poi siete fortemente stempiati come il sottoscritto, il tenere la testa al caldo sarà elemento indispensabile. Una testa fredda è una testa mal funzionante e l’equilibrio ed i riflessi partono tutti da li. Un ottimo abbigliamento leggero ma che non impedisca la visione periferica laterale vi aiuterà a prendere le decisioni giuste al momento giusto.
L’errore più classico che si fa in questi casi è la classica opzione estrema: da un lato chi sta sul leggero e nonostante la giacca termica non starà mai alla temperatura giusta, dall’altro chi usa le maglie per “alpinista” che vi faranno evaporare in poco tempo o alla prima sosta “semaforo” o “barretta”.
Di recente su una rivista ho scoperto una cosa che involontariamente faccio anche io anche se non in pieno inverno. Quando comincia a far freddo ma non così invasivo indosso due divise estive sul busto alla quale aggiungo dei manicotti. Una cosa che preferisco al classico smanicato perché la trovo più coprente.
Nel caso specifico si suggeriva di usare i manicotti sopra la maglia intima lunga ma sotto la divisa. A mio parere lo trovo eccessivo ma se fa freddo ha la sua funzionalità in quanto le braccia soffrono molto e si muovono poco; questo vi terrà al caldo i tendini e muscoli che impattano su mani e dita con i quali si frena. Quando si frena d’inverno con le braccia gelide brucia tutto e sembra di avere la circolazione ferma. Altro salvavita per le stagioni intermedie o gli orari particolari è certamente il classico gilet da ciclismo o smanicato: è’ la soluzione più comoda ed efficace per proteggersi dal freddo intermedio, affiancato dalle maglie estive senza maniche per quando il sole diventa quasi insopportabile. Leggerissimo ma protettivo nel primo caso, questo indumento permette di mantenere al caldo il nostro corpo e di essere riposto in una tasca quando non serve più. Molto spesso il materiale presenta un trattamento antivento e di protezione dallo sporco, infatti può essere usato al posto della mantellina.
A questi indumenti si uniscono i classici must have invernali che ogni ciclista con buona frequenza di uscite anche d’inverno non può non avere ovvero:
I migliori modelli sono anche in materiale idrorepellente (vedi il Gore – Tex) quindi garantiscono sia una temperatura adeguata unita al fatto di non inumidirsi in quasi nessuna condizione, cosa importante sia sotto l’aspetto della salute ma anche della performance visto che gli indumenti bagnati “pesano” molto di più; e vi assicuro che quando dovete fare 30/40 km sotto l’acqua per tornare a casa è una cosa che apprezzerete molto questa sensazione di leggerezza ed asciutto nonostante il bruttissimo tempo.
Ci sono poi degli indumenti/accessori tecnici di ultima generazione epressamente pernsati per chi soffre molto il freddo oppure per coloro che si allenano o stanno fuori all’aria aperta molte ore durante tutto il giorno. Vediamo alcuni esempi, dai cuscini alle solette termiche per ogni temperatura:
In rete ormai è possibile informarsi ed acquistare tutto il set necessario per poter pedalare anche nei mesi più freddi; ad esempio su Amazon, facendo delle ricerche mirate (la categorizzazione difatti non è perfetta) si può estrarre una lista di prodotti elencata per rilevanza e confrontare le opinioni di chi ha acquistato prima di voi quel capo. Un buon consiglio di acquisti per l’abbigliamento invernale da ciclismo in condizioni di tempo piovoso e invernale è ricordarsi che i capi troppo larghi sono un nemico, in quanto si inzuppano in maniera ben maggiore di una maglia aderente senza poi contare che sono più resistenti al vento (classico effetto mongolfiera di alcuni ciclisti mentre pedalano); ovviamente questo non deve andare a scapito della traspirazione; i capi tecnici moderni di buona qualità uniscono infatti molte caratteristiche solo apparentemente in antitesi. Non dovrei dirlo ma voglio ricordavi che non solo è importante preparare il vostro corpo per pedalare d’inverno ma anche preparare la vostra bici con l’opportuna manutenzione e anche con l’opportuna vestizione delle scarpe della vostra bici grazie all’uso dei copertoni invernali
Diamo ora evidenza a come effettuare al meglio una ricerca mirata su questo specifico e-commerce; ho estratto per voi una abbondante decina di categorie dove sarà più facile per voi valutare il necessario e le diverse proposte di prezzo, marche e modelli:
Lo scorso anno, causa covid e lookdown sono andati a ruba; parliamo dei rulli da ciclismo e ( Rulli Interattivi) da sempre una ottima alternativa per l’allenamento casalingo soprattutto da quando la tecnologia ha permesso di diminuire l’impatto della noia e la sensazione da criceto. Su quelli più evoluti e costosi potrete collegare le app e simulerete percorsi in compagnia di altri amici collegati in rete e potrete misurare le vostre performance. Io da sempre ho apprezzato quelli più semplici anche se bisogna avere un pochino di equilibrio e dimestichezza soprattutto per quelli “liberi”; altrimenti una buona soluzione sono anche quelli agganciati al mozzo.
Il difetto dei rulli sta nella deformazione dei cerchi e ruote unito alle sollecitazioni sulla forcella. Se avete una bici usata vecchiotta e non volete spendere un capitale ve li consiglio; per un buon allenamento aerobico basta mettersi una cuffia, guardare un film in tv e una oretta ogni due sere vi permetterà di liberare lo stress accumulato.
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A cura di Tullio Grilli