Concimazione invernale: come procedere

concimazione invernale

Concimazione invernale della vite o del prato. Come analizzare il terreno per capire quali fertilizzanti da aggiungere.

La concimazione invernale serve a correggere eventuali problemi di sviluppo evidenziati nella stagione precedente. Se per caso abbiamo notato che alcuni ortaggi hanno fatto più fatica del previsto o che le piante del frutteto hanno stentato a fruttificare, con una corretta concimazione invernale eviteremo che gli inconvenienti si possano ripetere nella nuova stagione di raccolto.

Analisi del terreno prima della concimazione invernale

Prima però di procedere con la concimazione invernale ‘correttiva’ serve sapere come è fatto il nostro terreno. E’ un terreno acido? È un terreno basico-alcalino? Quali elementi nutrivi mancano? Per saperlo con certezza è consigliabile effettuare un’analisi chimica del suolo o meglio ancora un’analisi chimico-fisica, così capiremo anche se abbiamo a che fare con un terreno troppo sciolto o troppo compatto, argilloso o limoso, sabbioso, torboso o umifero.

Le cartine di tornasole vanno benissimo per misurare il ph del terreno e capire se il suolo è acido (ph inferiore a 7) o alcalino (ph superior a 7). In alternativa ci sono dei misuratori di ph, che spesso integrano anche altre funzioni, ad esempio la misurazione dell’umidità del terreno. Per valutare la presenza dei macroelementi azoto, fosforo e potassio (i tre principali elementi nutritivi) serve invece un’analisi minima di laboratorio. È una spesa ma ne vale la pena se non siamo dei super-esperti e vogliamo il massimo dalle nostre coltivazioni.

Ecco quello che ci serve e che possiamo acquistare direttamente online per eseguire una analisi fai da te del ph del terreno:

Il misuratore di pH è più costoso ma offre letture più attente. Se avete un’azienda che mira a ottenere la certificazione di agricoltura biologica, un pHametro (misuratore di pH digitale) sarebbe più indicato. Se dovete provvedere alla concimazione invernale dell’orto di casa, seppur coltivato con metodo di agricoltura biologica, vi basteranno le cartine tornasole.

Una volta individuato il ph possiamo classificare il terreno:

  • fortemente acido (ph inferiore a 5);
  • acido (ph tra 5 e 6);
  • subacido (ph tra 6 e 6,8);
  • neutro (ph tra 6,8 e 7,3);
  • debolmente alcalino (ph tra 7,3 e 8);
  • alcalino (ph tra 8 e 8,5);
  • fortemente alcalino (ph superiore a 8,5).

Ci sono piante molto esigenti riguardo al ph, per esempio i rododendri e le eriche che vogliono un terreno decisamente acido, e altre che invece si adattano più facilmente. Conoscendo il valore di ph possiamo decidere cosa coltivare oppure correggere il terreno per adattarlo il più possibile alle colture.

Analisi di laboratorio del terreno

Se invece abbiamo deciso per l’analisi di laboratorio (è la soluzione migliore nel caso di terreni degradati o di cui si fatica a rilevare le caratteristiche) occorre preparare dei campioni. Perché il test abbia significato bisogna praticare una buca profonda 40 cm in tre o quattro punti del terreno. Da ogni buca preleveremo tre grosse palette di terra che priveremo dei sassi, rimescoleremo e consegneremo chiusa in un sacchetto prima che si asciughi al laboratorio di analisi.

Con i concimi è possibile migliorare il suolo reintegrando gli elementi nutritivi mancanti, sempre tenendo presente che il valore del ph influenza la disponibilità di macroelementi e microelementi.  La stessa funzione dei concimi è svolta dagli ammendanti e dai correttivi per quanto riguarda le qualità fisiche e biologiche del terreno.

Concimazione invernale: quando farla

Una differenza tra la concimazione invernale e quella primaverile è che i risultati di quest’ultima sono più immediati. In primavera si concima per dare alle piante lo sprint vegetativo o per correggere subito problemi contingenti come l’ingiallimento delle foglie. Per questo motivo in primavera e in estate si ricorre anche alla concimazione fogliare, che ha un’azione più rapida rispetto a quella attraverso le radici (il tempo di assorbimento dell’azoto per via fogliare è di sole 3 ore) e si somministrano microelementi come ferro, zinco, rame e boro il più delle volte in forma liquida (fertirrigazione).

La concimazione invernale produce invece risultati che si vedono a distanza di alcuni mesi. La caratteristica non è l’effetto rapido ma la persistenza degli elementi nel suolo e l’attivazione di meccanismi biologici che portino a un terreno ricco di sali minerali e sostanza organica, anche in sinergia con neve, ghiaccio e microrganismi. La concimazione invernale si fa con concimi organici da mescolare al terreno ed è fondamentale per l’apporto dei macroelementi N, P e K (soprattutto per il fosforo che nessuna pianta può assorbire per via fogliare). Il periodo migliore va dal tardo autunno all’inizio dell’inverno, così le sostanze avranno il tempo di agire dando risultati in primavera.

Concimazione invernale correttiva

La stagione invernale che coincide con il riposo vegetativo è come dicevamo anche il periodo migliore per correggere le caratteristiche fisiche e chimiche del terreno con ammendanti e correttivi che a loro volta faciliteranno l’assorbimento delle sostanze nutritive da parte delle piante. Concimare, ammendare e correggere il terreno sono operazioni sinergiche che hanno il comune obiettivo di fornire nel modo migliore alle piante le sostanze nutritive di cui hanno bisogno, per questo motivo quando si parla di concimazione invernale spesso si intendono tutte e tre le cose.

Alzare il ph di un terreno molto acido è proibitivo (meglio puntare su una coltivazione di acidofile) ma se è solo debolmente acido lo si può correggere con la calcitazione. Questa operazione consiste nell’incorporare calce agricola in forma di carbonato di calcio in ragione di 200-300 grammi per metro quadrato e affinché sia duratura va ripetuta ogni due anni. Attenzione però: la calcitazione non va mai effettuata contemporaneamente alla concimazione invernale con il letame perché la reazione tra le due sostanze annullerebbe i vantaggi di entrambe le operazioni.

Il contrario della calcitazione è la gessatura, operazione che serve per abbassare il ph dei terreni troppo alcalini e che consiste nell’aggiungere polvere di gesso o di zolfo durante la vangatura. Se vogliamo abbassare il ph di un terreno alcalino dobbiamo fare attenzione all’acqua delle innaffiature, che spesso è molto ‘dura’ cioè calcarea.

Concimazione invernale organica

La migliore concimazione invernale del terreno si fa con i concimi organici, che arricchiscono il suolo di sostanza organica e in seguito a complesse trasformazioni si combinano fino a diventare humus. Il classico concime organico è il letame (il migliore è il letame di cavallo assieme al letame bovino) che deve essere usato ben maturo. Sono ottimi concimi organici anche la cornunghia e il sangue secco (entrambi sottoprodotti della macellazione degli animali allevati per uso alimentare). Dai residui della lavorazione del pesce conservato arriva invece la farina di pesce, altro ottimo concime naturale.

In commercio si trovano anche diversi ‘letami artificiali’ venduti in sacchi più comodi da trasportare rispetto al letame naturale. Si tratta di prodotti che, a differenza dei concimi chimici di origine sintetica, derivano dalla lavorazione di sostanze naturali e sono ottenuti miscelando diverse sostanze organiche e facendole fermentare. A volte sono in forma di pellet e per questo sono chiamati pellettati organici.

Anche il compost prodotto con il compostaggio domestico è un concime naturale. Secondo il tipo e la maturazione, il compost può essere utilizzato come fertilizzante in giardino, nell’orto e anche in casa, Per l’esterno possiamo usare il compost pronto (4-8 mesi di compostaggio) mentre per il terriccio delle piante in vaso è meglio compost maturo (12-24 mesi di compostaggio). Il compost fresco (1-3 mesi di compostaggio) possiamo usarlo in giardino o nell’orto, ma deve passare almeno un mese prima della semina o della piantagione.

Concimazione invernale della vite

Nel caso della vite, il periodo della ‘concimazione invernale‘ è l’autunno. Dal post-raccolta alla caduta delle foglie è infatti il momento di fornire alla pianta gli elementi essenziali con cui ricostituire le proprie riserve. Questo perché le condizioni meteo autunnali consentono l’attività fotosintetica e radicale, ma soprattutto perché la vite ha un funzionamento particolare: dalla ripresa fino alla fioritura attinge alle riserve di azoto conservate nei propri organi legnosi, assorbendone poco dal terreno, e poi in autunno reintegra le scorte. La vite inoltre si serve del concime nella stagione fredda per sopportare meglio le gelate.

Concimazione invernale per prato

Anche per il prato la cura invernale coincide con una concimazione tardo autunnale che deve precedere le gelate. Per concimare il prato in autunno sono da preferire i concimi a lenta cessione a base di fosforo e di potassio, che favoriscono lo sviluppo radicale. Il fosforo agisce sulle radici, le rende più resistenti e le aiuta a svilupparsi in profondità; in questo modo il prato si infoltisce e si irrobustisce. Il potassio invece rende le foglie più dure e le fa resistere meglio al freddo. L’azoto è più importante in primavera alla ripresa vegetativa.

Il concime deve essere distribuito sul prato in modo uniforme con uno spandiconcime (che può essere anche spandisemi) avendo cura che il terreno non sia disidratato durante la concimazione. Dopo questa operazione e nei giorni successivi il terreno deve essere regolarmente irrigato. Nel caso del prato, i concimi chimici (fosfatici, potassici, azotati o complessi) sono sicuramente più pratici rispetto al concime organico tipo letame o compost; l’alternativa sono i concimi organici venduti in granuli.

Concimazione invernale degli agrumi

Per la concimazione invernale degli agrumi potete sfruttare le proprietà del lupino macinato, adatto anche in agricoltura biologica. Per tutte le info vi rimandiamo all’approfondimento: lupino macinato.

Pubblicato da Michele Ciceri il 8 Gennaio 2016