Piante tessili, quali sono e cosa si può ottenere

Piante tessili

Cotone, lino, canapa, iuta e altre piante di fibre cellulosiche, costituiscono le piante tessili, ovvero utili fonti in grado di produrre tessuti che possono essere a loro volta usati per creare tessuti a maglia e filati destinati alla produzione di tessuti.

L’industria tessile ha di fatti creato un’enorme varietà di prodotti disponibili per l’uso nell’abbigliamento, nell’arredamento, nelle applicazioni industriali e speciali. Questi prodotti sono fabbricati a partire da risorse naturali come – appunto – le piante (ma non solo, si pensi ai composti sintetici), e proprio le piante tessili costituiscono, in tal senso, una delle più antiche fonti di manifattura.

Per esempio, nell’antico Egitto la pianta di lino era diffusamente coltivata e trasformata in un panno utilizzato – tra l’altro – per avvolgere le mummie. Ancora, dall’India al Perù, migliaia di anni fa, ad essere più utilizzato era il cotone, il cui commercio come merce tessile internazionale iniziò a svilupparsi un po’ più tardi, quando la produzione di cotone più intensiva si sviluppò in Cina, Egitto, India, Iraq e Africa.

Nella storia più recente, la Rivoluzione Industriale ha avuto un profondo effetto sulla produzione tessile, con maggiore variabilità delle fonti utilizzate.

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Fibre vegetali e piante tessili

Una delle principali fonti di fibre vegetali è la cellulosa proveniente dalle piante. La fibra cellulosica si trova in foglie, steli di una pianta, baccelli di semi o frutti, a seconda dei casi. Lino, iuta e canapa sono, ad esempio, fibre prelevate dal fusto di una pianta, mentre il cotone è un esempio di baccello di seme. Il cotone e il lino sono le principali fibre vegetali. Una fonte vegetale non cellulosica è la linfa dell’albero della gomma, che può essere trasformata in filato.

Produzione tessile da piante

I principali metodi di produzione tessile da fibre vegetali sono la tessitura e la maglieria.

In sintesi, con la tessitura, i filati sono intrecciati ad angolo retto l’uno con l’altro: si tratta di un metodo utilizzato fin dagli antichi Egiziani, anche se poi si è sviluppata con varie tecniche con il passare dei secoli. La tessitura era tuttavia fatta ancora a mano fino a quando le macchine sono state sviluppate durante la Rivoluzione Industriale, quando l’invenzione del telaio a vapore e di altri macchinari riuscirono ad automatizzare il processo di tessitura.

I tessuti a maglia sono invece formati dall’intreccio continuo di uno o più filati. Il processo di lavorazione a maglia è stato utilizzato per produrre tessuti già nel primo secolo, con la lavorazione a maglia che è rimasta un’abilità di lavoro manuale fino al XVIII secolo, quando sono state sviluppate macchine per maglieria a motore.

I vari processi di lavorazione a maglia all’interno del tipo di maglia a trama di base includono la maglia liscia, la maglia arlecchino, la maglia a coste, potenzialmente producibili sia a mano che a macchina.

Finiture

Le finiture sono trattamenti che si applicano a fibre, filati o tessuti per migliorarne le caratteristiche di base. I tre tipi di finiture impiegate sono i trattamenti meccanici, i trattamenti termici e i trattamenti chimici. È comune che uno o più di questi trattamenti siano applicati praticamente su ogni tessuto prodotto.

Attraverso la finitura viene cambiato l’aspetto del prodotto, il tatto e le altre caratteristiche funzionali come l’impermeabilizzazione o la protezione contro le fiamme. Spazzole, rulli e martelli possono essere utilizzati nei trattamenti meccanici, a seconda del risultato finale che si vuole ottenere.

Tra i principali trattamenti termici delle fibre, possiamo per esempio accennare all’indurimento termico del materiale termoplastico: prodotti chimici come acidi, basici, candeggianti, polimeri e resine reattive sono utilizzati per modificare chimicamente le caratteristiche di un materiale.

Le finiture estetiche, come suggerisce il nome del processo, incidono sull’estetica del tessuto, includendo sbiancamento, spazzolatura e taglio, calandratura, carbonizzazione, decantazione, follatura, smaltatura, mercerizzazione, e altro ancora.

Infine, le finiture di tipo funzionale rendono i tessuti resistenti all’abrasione, antibatterici, antimacchia, antistatici, ignifughi, resistente agli restringimenti, impermeabile, idrorepellente o resistente alle pieghe.

Design del tessuto

Per quanto poi concerne gli elementi principali del design del tessuto, tali sono l’aspetto visivo (come appare) e tattile (come si sente). Colori pieni o sfumature di nero, bianco e altri colori possono essere applicati in una combinazione infinita di modelli e disegni.

La sensazione del tessuto può essere naturalmente variata a seconda del tipo di filato utilizzato, dal metodo di fabbricazione, da come viene applicato il disegno del colore e dai tipi di finiture fruiti. La tintura e la stampa sono due metodi principali per applicare un motivo, il colore, o entrambi, ad un tessuto. I coloranti possono essere applicati a fibre, filati o tessuti.

Le piante tessili in ambito industriale

L’industria tessile è dinamica, con nuovi processi, tecniche e metodi che risultano essere in costante sviluppo, e che finiscono con il modificare, innovare e variare la fruibilità delle piante tessili.

L’idea di evoluzione e di cambiamento può essere applicata a tutti i settori dell’industria, come lo sviluppo delle materie prime e delle fibre, la tecnica di produzione del filato, il metodo di fabbricazione, la tecnologia di finissaggio e i processi di stampa, tintura e progettazione. L’obiettivo primario di tutte le attività di ricerca e sviluppo è naturalmente quello di vendere un prodotto attraente per i consumatori.

In tale ambito, nonostante i nuovi materiali sintetici, si ritiene che le piante tessili continueranno a svolgere un ruolo fondamentale i migliori risultati in questo settore. Non resta dunque che vedere in che modo, nel corso dei prossimi anni, le fibre vegetali verranno ulteriormente utilizzate per prodotti di maggiore qualità.

Pubblicato da Anna De Simone il 17 Novembre 2019