Incentivi per la coltivazione della canapa

Con l’introduzione della legge n. 242 del 2 dicembre 2016, entrata in vigore il 14 gennaio 2017, anche in Italia è possibile coltivare legalmente della cannabis light, ovvero della canapa che abbia concentrazioni di THC molto basse e, dunque, non in grado di generare sensibili alterazioni nella percezione di chi ne fa utilizzo.

Pur nel rispetto di alcuni requisiti particolarmente rigidi, facenti riferimento principalmente alla necessità di rendere congruamente tracciabile ogni fase della semina e della distribuzione dei prodotti a base di cannabis, è dunque già possibile – in questa sede di premessa – affermare che si può coltivare la canapa il cui contenuto di THC (tetraidrocannabinolo) è inferiore allo 0,2%.

Ma esistono degli incentivi per la coltivazione della cannabis?

Gli incentivi per coltivare la cannabis

È la stessa legge n. 242/2016, all’art. 6, ha sancire la disponibilità di incentivi fino a 6, ha sancire la disponibilità di incentivi fino a 700.000 euro annui finalizzati a stimolare la crescita del settore della canapa legale in Italia, non solamente sotto il profilo della produzione in senso stretto, quanto anche quello delle condizioni strutturali per poter favorire un coerente assorbimento del prodotto.

Proprio per questo motivo la legge ha scelto di approcciare in maniera piuttosto ampia alla possibilità di erogare degli incentivi, permettendo l’accesso a tali bonus a un’ampia gamma di finalità.

In linea di massima, coloro che avviano un’azienda agricola possono avere diritto all’esenzione dei contributi per i primi tre anni, e un livello di contribuzione che nei periodi successivi scenderà dal 65% al 50%. Altri incentivi fiscali nei confronti della coltivazione di cannabis legale possono poi arrivare da altre fonti non statali, come ad esempio dei regolamenti regionali che potrebbero rendere più favorevole la coltivazione e la commercializzazione dei prodotti derivanti da tale coltivazione.

Non è inoltre da escludere che la società che sviluppa dei prodotti particolarmente innovativi a base di canapa possa essere qualificata come start up innovativa, e dunque essere iscritta nel relativo registro, con ciò che ne consegue sulla possibilità di ottenere ulteriori vantaggi fiscali e finanziamenti riservati espressamente a questa particolare categoria societaria.

Cosa prevede la legge

Ma che cosa prevede esattamente la legge nei confronti di tutti coloro i quali desiderano coltivare la canapa legalmente nel nostro Paese?

La legge n. 242/2016 di cui abbiamo parlato più volte nelle scorse righe ha introdotto alcune regole più generose nei confronti di questo settore, stabilendo – ad esempio – che:

chi vuole coltivare canapa legale in Italia non ha più l’obbligo di comunicare alle autorità quando si inizia a coltivare, ma deve solamente conservare le etichette delle sementi fino a 12 mesi dopo l’acquisto, per poter permettere l’effettuazione degli opportuni controlli di tracciabilità;

le forze dell’ordine possono effettuare dei controlli, su campione singolo, in presenza del coltivatore. Solamente nel caso in cui da questo controllo emerga il superamento  della soglia di 0,2% di THC possono poi disporre il sequestro e la distruzione della piantagione.

In alcuni casi è inoltre possibile procedere a coltivazione di semi con THC superiore a tale soglia, ma inferiore allo 0,6%. Consigliamo naturalmente a tutti coloro i quali fossero interessati di contattare un esperto per poter condividere più dettagliatamente il da farsi.

Consigli su come coltivare la cannabis legale

Le piante di cannabis legale sono sicuramente molto versatili e possono dunque adattarsi piuttosto bene a diverse condizioni di terreno e di clima.

In linea di massima, però, è bene rammentare come le piantine soffrano molto i ristagni di acqua, che potrebbero non solamente bloccarne il favorevole sviluppo, quanto anche determinare la presenza di condizioni che potrebbero mettere a serio rischio la propria sopravvivenza, come la clorosi.

Per il resto, è sufficiente riporre sul terreno un’ordinaria attenzione, più focalizzata nel momento della semina e della germinazione, considerato che il seme richiede un terreno umido per poter germinare (la profondità di semina è di max 2 centimetri, con distanza delle piantine di circa 15 – 20 centimetri). Successivamente la pianta potrà resistere anche a condizioni di maggiore siccità.

Detto ciò, in condizioni normali la pianta in fase di crescita non necessita di specifiche irrigazioni, né di attenzioni “fertilizzanti”: il rilascio di foglie a fine ciclo è infatti in grado di fertilizzare naturalmente il terreno, permettendo così di registrare una migliore produzione nelle colture successive. Ciò non toglie che in alcuni casi, soprattutto se il terreno non è particolarmente ricco di quei nutrienti che occorrono alla pianta, potrebbe essere necessario intervenire con appositi integratori.

Ricordiamo infine che la semina dovrebbe essere effettuata tra marzo e aprile, per poter ottenere un raccolto nel mese di agosto, dopo una decina di giorni successivamente alla fioritura delle piante maschili.

Speriamo che queste informazioni iniziali siano state utili per poter migliorare la conoscenza sulla coltivazione di cannabis light e sugli incentivi per la coltivazione della canapa legale. Maggiori informazioni possono essere ottenute attraverso le principali associazioni di settore.

Pubblicato da Anna De Simone il 13 Agosto 2020