Saxifraga: coltivazione, specie e malattie

Saxifraga

La Saxifraga, detta anche Sassifraga, è una pianta che viene utilizzata soprattutto nei cesti sospesi, è una pianta esteticamente gradevole e che arreda. Questo genere appartiene alla famiglia delle Saxifragracaceae e comprende numerose specie, andremo a vedere le più caratteristiche. Ce ne sono di rustiche e non, alcune hanno foglie persistenti, altre invece le perdono, in certi casi crescono in zone alpine, ma non sempre.



In generale si ha a che fare con piante di dimensioni ridotte, formate da una base di foglie disposte in modo da formare una rosetta, e poi da dei fiori ermafroditi che possono crescere sia da soli che riuniti in infiorescenze. Di solito spuntano durante la stagione estiva e durano un paio di mesi, possono essere di diversi colori, dipende dalla specie di appartenenza.

Prima di continuare, spieghiamo perché “Saxifraga”. Questo nome arriva dal latino “saxum”, quindi pietra, e “frango”, quindi rompo, quindi il significato è quello di “spaccasassi”. Si vuole ricordare la forza delle sue radici, in grado di penetrare nelle rocce e di frantumarle.

Saxifraga: coltivazione

Per coltivare al meglio questa pianta, le temperature migliori vanno dai 7°C ai 18°C, troppo caldo non fa bene alla Saxifraga ma anche sotto i 7°C possono esserci dei problemi.

Nelle ore più calde è bene tenere la pianta al riparo dai raggi del sole diretti ma riserviamole una posizione in cui può ricevere molta luce, utile anche per fare sì che i colori delle foglie siano variegati. I raggi del sole diretti vanno bene ma solo al mattino o verso sera, quando non la danneggerebbero. E’ molto importante che la Saxifraga cresca in una zona arieggiata ma al riparo dalle correnti d’aria fredde, possiamo spostarla anche all’esterno de la coltiviamo in vaso, durante la stagione estiva.

Durante l’inverno è importante che il terriccio resti umido ma non bisogna esagerare con le innaffiature che devono invece essere molto abbondanti durante la primavera e l’inverno, sempre stando attenti però alla formazione di ristagni idrici, molto dannosi. Per far sviluppare questa pianta in un ambiente umido, è meglio fare uso di un sottovaso con acqua ed effettuare frequenti nebulizzazioni.

Ogni anno è poi necessario effettuare un rinvaso, il periodo migliore è l’inizio della primavera. Va scelto un vaso ovviamente di volta in volta più grande e un terreno che sia fertile, meglio se con un po’ di sabbia e drenante.

Molto spesso vengono utilizzati dei vasi di plastica ma quelli di terracotta sono molto meglio per la salute di questa pianta. E’ vero che la plastica è meno costosa ma con i vasi di terracotta consentono alla terra di traspirare, basta creare un foro di drenaggio che favorisca un buon scolo delle acque. Quando la pianta è stata sistemata all’aperto, ovviamente il rinvaso non è necessario ma dobbiamo controllare il terreno che non deve essere argilloso, altrimenti diventa necessario integrare della sabbia in modo che sia drenante.

Per quanto riguarda la concimazione, è necessaria solo nella stagione vegetativa, ovvero in primavera e in estate. Va effettuata una volta al mese, mescolando all’acqua di irrigazione un concime equamente bilanciato in azoto (N), fosforo (P) e potassio (K). Esattamente in questo periodo spunteranno i fiori della Saxifraga che non deve essere potata, basta semplicemente eliminare le foglie che si seccano o si danneggiano, non solo per una ragione estetica ma soprattutto per evitare che diventino veicolo di malattie parassitarie.

Saxifraga

Saxifraga: specie

Sono tantissime che piante che appartengono a questo genere, se ne contano circa 325 ma solo una è adatta ad essere coltivata in casa. Stiamo parlando della Saxifraga stolonifera, una pianta originaria dell’Asia che non supera mai i 20 centimetri di altezza. Questa piccola specie ha un portamento ricadente, motivo per cui viene quasi sempre utilizzata in vasi sospesi. Ne esistono molte varietà, la più diffusa è la Stolonifera tricolor, con le sue caratteristiche foglie screziate di bianco, rosa e verde.

Tra e specie di Saxifraga, da citare anche la Tombeanensis, molto meno diffusa e protetta. Si tratta di una specie endemica delle zone prealpine della Lombardia, Trentino e Veneto, si chiama così perché è stata avvistata la prima volta nelle vicinanze del Monte Tombea, in Val Vestino, in Lombardia.

Saxifraga: malattie

Non si ammalano facilmente ma può succedere, vediamo quali sono le patologie più frequenti. La cocciniglia farinosa crea delle macchie sulla pagina inferiore delle foglie potrebbero che possono essere notate con la lente di ingrandimento. Vanno tolte con un batuffolo di cotone imbevuto di alcool oppure con un bagno con acqua e sapone neutro. Gli afidi delle piante, invece, sono dei piccoli insettini di colore bianco-giallastro-verdastri che devono essere cacciati con degli antiparassitari specifici.

Saxifraga: motliplicazione

La moltiplicazione di questa pianta avviene per stoloni, ciò significa che verso l’inizio della primavera vanno colte le piantine che crescono sugli stoloni per piantarle in vasi individuali con un terriccio costituito da sabbia e torba in parti uguali. Tempo un paio di settimane e le piantine radicheranno, così potremo trasferirle nella terra o in un vaso definitivo.

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Pubblicato da Marta Abbà il 17 Febbraio 2019