Sarracenia: caratteristiche, habitat e specie

Sarracenia: caratteristiche

Tra le piante carnivore troviamo anche quelle appartenenti al genere Sarracenia, in grado di catturano le loro prede attirandole in diabolici modi, ad esempio sfoggiando dei colori sgargianti oppure attraverso il “profumo” del loro nettare. Andiamo a scoprire meglio che caratteristiche hanno e come si comportano, dove vivono e come vivono.



Sarracenia: caratteristiche

Appartenenti alla famiglia delle Sarraceniaceae, queste piante sono originarie dell’America e sono solite vivere in zone con terreni paludosi e climi temperati. Per procurarsi il cibo, le Sarracenia utilizzano dei meccanismi particolari che richiedono la presenza di ascide di forma differente rispetto alle Nephenthes e alle Chefalotus. Quello delle Serracenia ha una forma di un cono che, a seconda della specie che stiamo studiando, può essere allungato, oppure schiacciato a terra, oppure ancora di minime dimensioni. L’ascide di solito ha anche dei colori molto caratteristici, in questo caso può essere verde chiaro ma anche tendente al rosso.

Grandi o piccole che siano queste piante, e possono misurare anche un metro, sono erbacee e perenni hanno dei rizomi sviluppati e foglie di forma tubulare che vanno a formare delle rosette alla base della pianta. Sono proprio le foglie a fare da imbuto e a intrappolare gli insetti attratti dal nettare e dai colori. Sempre nelle foglie troviamo anche gli enzimi adatti per digerire le prede

Sarracenia: come mangiano

E’ curioso il meccanismo di cattura e di digestione delle Sarracenia, andiamo a vederlo meglio. Come abbiamo già detto, la parte della pianta che intrappola gli insetti è un tubo verticale detto ascidio. In cima è coperta da un opercolo mentre nella sua parte anteriore ha un peristoma. Per capire meglio come funziona, andiamo all’interno dell’ascidio che può essere formato da 3 o da 5 zone, a seconda della specie. La prima è l’opercolo, la seconda è il peristoma, le zone 3 e 4, unificate in alcune specie, e la 5, non sempre presente, sono zone che contengono delle parti specializzate per la cattura delle prede e la digestione.

Gli ascidi, di solito, sono ripieni d’acqua. Una volta che le prede arrivano al loro interno, muoiono e si decompongono grazie all’azione della microflora batterica che si trova già all’interno di questa trappola. Minoritario è il ruolo degli enzimi secreti dalla pianta, molto meno potenti rispetto ai batteri acido-resistenti.

Sarracenia: habitat

Non sono granché diffuse queste piante, si trovano in aree piuttosto limitate e lontane dal nostro paese. La maggior parte delle specie che appartiene al genere vive sulle coste sud-orientali degli Stati Uniti. La S. purpurea riesce ad arrivare anche più a nord, verso la regione dei Grandi Laghi, fino al Canada, ed è stata anche introdotta in altri paesi da altre parti del mondo in cui si è naturalizzata. Si tratta di paesi non molto lontani da noi, come ad esempio l’Irlanda, la Gran Bretagna, la Germania e la Svizzera, dove da oltre più di un secolo si è insediata nel massiccio alpino del Giura.

In generale le Sarracenie amano gli ambienti umidi, come molte altre piante carnivore, e con un basso pH, zone in cui i nitrati, sono continuamente dilavati dalle acque o resi indisponibili dal basso valore del pH. Questo può costituire un problema, per cui le piante devono integrare la propria “alimentazione” catturando e mangiando insetti.

Sarracenia: caratteristiche

Sarracenia: specie

Tra le varie specie appartenenti a questo genere di piante carnivore, vediamone alcuni. Partiamo dalla S. Alata, molto diffusa nella parte meridionale degli Stati Uniti, in Texas ad esempio, e in Alabama. Questa specie richiede la presenza di un substrato particolare, per crescere, caratterizzato da torba bionda di sfagno, con pH compreso tra 3 e 4,5, oppure da sabbia di quarzo. Va annaffiata ogni giorno e solo tramite un sottovaso, riempiendolo con circa 2-3 cm di acqua distillata. Può andare bene anche l’acqua piovana se non è troppo inquinata, e non scordiamoci di nebulizzare le sue foglie di frequente.

Un’altra specie interessante è la Purpurea che, a differenza di altre specie di Sarracenia, non rilascia enzimi per completare la digestione delle catture.

Questa pianta ha uno stelo lungo fino a 60 centimetri, in fondo al quale spuntano fiori o globosi di color rosso scuro. Gli ascidi, le trappole, sono posti a rosetta e alti fino a 30 centimetri, verdi striati di rosso. Quando le prede cadono in trappola, attirati dal nettare dal sapore dolciastro prodotto nel cappuccio dell’ascidio, finiscono per annegare nell’ascidio stesso e si decompongono per poi essere digerite

La Purpurea è una specie anch’essa originaria dell’America del Nord, la troviamo anche in Canada e in Europa, dove è stata più tardi introdotta. Non è difficile coltivarla, teoricamente, perché non necessita di terrario o di serra, è importante annaffiarla unicamente con acqua distillata o piovana o purificata, mettendola nel sottovaso e non versandogliela addosso dall’alto come faremmo con una qualsiasi altra pianta. Quando arriva l’inverno, periodo di riposo vegetativo, dobbiamo togliere il sottovaso e lasciarle un substrato sempre leggermente umido

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Pubblicato da Marta Abbà il 20 Febbraio 2019