Polygala myrtifolia: descrizione e malattie

Polygala myrtifolia

Originaria del Sud Africa la Polygala myrtifolia è una pianta che viene coltivata soprattutto a scopo ornamentale e la possiamo trovare sulle coste e in zone in cui il clima è piuttosto secco. Può essere un’ottima pianta per decorare i giardini se il clima lo permette. Andiamo a scoprire meglio le sue caratteristiche e come è possibile coltivarlo al meglio.



Polygala myrtifolia: descrizione

E’ un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Polygalaceae e che arriva a noi dalle regioni meridionali del continente Africano dove tuttora cresce rigoglioso. Immaginiamocelo come un cespuglio piuttosto fitto e con una forma tondeggiante che può raggiungere anche altezze di due o tre metri. Infatti c’è chi lo coltiva e lo fa crescere per trasformarlo in una sorta di alberello. Esistono anche varietà nane che non superano i 35-50 cm di altezza.

I suoi tantissimi rami sono ricoperti da molte foglie di colore verde ma non brillante, un verde che tende al grigio. Assomigliano alle foglie del mirto, sono lanceolate e dalla consistenza coriacea.

Per veder spuntare dei fiori su questo arbusto è necessario aspettare l’inizio del mese di marzo, neanche poi troppo rispetto ad altre piante. La fioritura può durare anche fino all’autunno e i fiori assomigliano a quelli della robinia: colore viola o bianco, infiorescenze unite in racemi che si sviluppano agli apici dei rami.

Polygala myrtifolia

Polygala myrtifolia: malattie

Non è una pianta troppo debole, ma ha i suoi nemici. I problemi che nella maggior parte dei casi si riscontrano quando in giardino si tiene un esemplare di questa pianta sono il marciume delle radici ed eventuali attacchi degli afidi. Assieme alle cocciniglie, gli afo un vero danno per questa pianta e quando si verificano degli attacchi, è meglio provvedere ad un trattamento afidicida biologico o con insetticida a base di piretro a fine inverno, prima che la pianta produca boccioli.

Polygala myrtifolia: coltivazione

Andiamo a scoprire quali sono le condizioni migliori per coltivare questo arbusto che, non essendo di origini europee, potrebbe faticare ad ambientarsi, soprattutto se il clima è troppo rigido. E’ una pianta che preferisce stare in luoghi soleggiati e dove non soffia troppo il vento. Se temiamo che in inverno possa scendere troppo la temperatura, è meglio attrezzarci per coprire la chioma con un agritessuto in modo che non si danneggi o che non muoi, addirittura.

E’ molto importante che il terreno sia ben drenato, in generale, ma se possiamo sceglierne le caratteristiche, allora optiamo per un terreno soffice e ricco di sostanza organica. Durante le primavera è molto importante effettuare la concimazione per potenziare lo sviluppo delle nuove foglie e dei fiori. Per procedere, procuriamoci un concime per piante da fiore, ricco in azoto e potassio da somministrare ogni 20 giorni, circa. Con l’arrivo dell’autunno, si cambia procedura e si inizia ad interrare i piedi dell’arbusto dello stallatico maturo.

Per quanto riguarda invece la somministrazione dell’acqua, anche in questo caso dipende dalla stagione vegetativa in cui la pianta si trova. Fino all’autunno, già dalla primavera, è importante innaffiare la pianta in modo regolare mentre durante il riposo vegetativo, che dura tutto l’inverno, possiamo anche evitare di bagnare la pianta se non in alcuni momenti, quando ci sono dei periodi di siccità molto lunghi, annaffiando con moderazione nelle ore in cui il sole picchia forte.

Polygala myrtifolia: moltiplicazione

Si può procedere sia con la propagazione per seme che con quella per talea. Nel primo caso ci si può procurare dei semi, anche on line o in un negozio specializzato, per poi seminare di fatto in primavera. Se si sceglie invece il metodo per talee, allora il periodo migliore è l’estate. E’ necessario ricavare le talee dai rami tagliandone di circa dieci centimetri. Una volta ottenute, le si deve mettere a radicare in un miscuglio di sabbia e torba fino a quando non faranno la comparsa le nuove foglie.

Quando invece diventa necessario trasferire la pianta da un vaso più piccolo a uno più grande, cosa che accade circa ogni 2 o3 anni, dobbiamo ricordarci di utilizzare del terriccio nuovo e di trattare con delicatezza le radici. Ogni anno, nel mese di febbraio, poco prima che cominci la fioritura è importante provvedere alla potatura. Si prendono i rami e li si taglia a metà della loro lunghezza per favorire l’incespimento e per ottenere una copiosa fioritura.

Polygala myrtifolia: nome

Come tutte le altre piante della famiglia Polygalacee, la nostra Polygala myrtifolia ha un nome ricco di significato. Arriva dal greco infatti “Polygala” e significa “tanto latte”. Non è un caso, il nome ci racconta sempre molto delle piante a cui viene associato e in questo caso ci ricorda una leggenda antica. In Europa un tempo infatti si credeva che le piccole piante di polygala myrtifolia brucate dalle mucche avessero il potere di far aumentare la produzione di latte. Questa loro capacità venne traslata anche sulle donne e si cominciò a pensare che potesse anche aiutare la madri a produrre più latte.

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Pubblicato da Marta Abbà il 17 Aprile 2019