Pacciamatura con paglia: vantaggi e svantaggi

pacciamatura con paglia

Pacciamatura con paglia: perché va preferita per la pacciamatura dell’orto. Confronto con la pacciamatura con corteccia di pino e con i teli per pacciamatura che si trovano in commercio.

Vantaggi e consigli utili per la gestione dell’orto, delle aiuole e delle piante ornamentali.

La paglia è un materiale agricolo costituito da fusti dei cereali che giungono alla fine del periodo di maturazione della pianta. In termini pratici, la paglia è ciò che rimane dei cereali a seguito dell’operazione di trebbiatura. Per questo motivo, anche se la paglia ha una forte utilità, può essere considerata come un sottoprodotto dell’attività agricola.

I principali cereali a paglia (cioè le piante che conducono alla produzione dei culmi per la paglia) sono: grano tenero, grano duro, orzo, avena, riso, miglio, segale e farro.

Pacciamatura con paglia: vantaggi

La pacciamatura dell’orto e, più in generale delle piante (anche quelle coltivate in aiuole ornamentali) è una pratica molto vantaggiosa. I pregi principali di tale tecnica sono tre:

  • Trattiene l’umidità nel suolo
  • Migliora la struttura del terreno
  • Impedisce la crescita di erbe infestanti

Da un punto di vista strutturale, la pacciamatura evita la formazione della crosta (il compattamento dello strato più superficiale del terreno) e ha il vantaggio di degradarsi più o meno lentamente. Con la biodegradazione, il materiale pacciamante usato può andare ad arricchire il terreno diventando un’utili sostanza organica per la formazione di humus. Certo, quest’ultimo vantaggio non si può annoverare se si esegue una pacciamatura con teli.

La paglia è formata da cellulosa, lignina, cere, minerali e silicati. Per la sua composizione, la paglia di degrada molto lentamente e può prestarsi alla formazione di una pacciamatura a lungo termine, perfetta per la coltivazione dell’orto in primavera ed estate.

Teli per pacciamatura

I teli per pacciamatura che si trovano in commercio, pur essendo biodegradabili (fatti con plastica di mais) non riescono ad arricchire il terreno e a migliorare la formazione di humus. In più, alcune sostanze usate per la pacciamatura dell’orto vanno a modificare la reazione di pH del terreno.

I teli per pacciamatura hanno poi altri effetti collaterali. In molti casi, soprattutto in estate, la plastica nera dei teli per la pacciamatura diventa un mezzo ustionante. Ciò si verifica soprattutto sulla coltivazione di pomodori (i teli di plastica possono ustionare il colletto delle piante se ne entrano in contatto), zucchini e fragole. I teli possono bruciare anche i frutti dato che crescono a ridosso di questi.

Pacciamatura dell’orto e delle aiuole

Nel piccolo orto domestico è molto usata la corteccia di pino. La corteccia per la pacciamatura delle aiuole è realmente buona? Sì, riesce a trattenere l’acqua nel terreno e apporta i vantaggi visti in precedenza tuttavia, bisogna considerare diversi aspetti che troppo spesso vengono sottovalutati.

La corteccia di pino è ricca di resine. A lungo termine finisce per acidificare il terreno non rendendolo più adatto alle piante comunemente coltivate nell’orto. Poiché la corteccia di pino acidifica il terreno, si consiglia di usarla solo per le aiuole che ospitano piante ornamentali acidofile (azalee, ortensie…) o per pacciamare i vialetti.

La reazione di pH del terreno, ideale per la coltivazione delle comuni piante da orto, vede valori che si attestano intorno ai 6 e 7.5. In più, la corteccia di pino è un materiale che contiene molto carbonio e poco azoto. Cosa significa? Che se non adeguatamente compostato prima dell’utilizzo diretto sul terreno, finisce per assorbire azoto dal suolo causando una reazione di sbilanciamento minerale.

Per i motivi appena elencati, la pacciamatura con paglia andrebbe preferita a quella con cortecce di pino, almeno nell’orto.

Pacciamatura con paglia

I vantaggi della pacciamatura con la paglia sono chiari. Tale materiale, degradandosi lentamente, diventa una buona fonte organica per la formazione di humus nel terreno.

La paglia ha una buona proporzione tra carbonio e azoto. Ha un pH neutro rispetto al terreno quindi non va a modificare la reazione di pH del suolo.

Ha però uno svantaggio: è molto leggera. Per ottenere una buona pacciamatura con la paglia bisogna disporla in strati di spessore adeguato. Solo depositando una buona quantità di paglia sarà possibile contenere il fenomeno dell’evaporazione dal suolo (ottimizzando così la gestione idrica) e impedire la crescita delle erbe infestanti.

In premessa abbiamo segnalato che la paglia è perfetta per la pacciamatura dell’orto nel contesto delle coltivazioni estive e primaverili. In inverno la paccimatura non è una pratica sentita: le erbe infestanti si propagano più difficilmente e non bisogna prestare attenzione all’evaporazione del terreno. E’ bene precisare che in caso di stagioni particolarmente umide e piovose, la paglia potrebbe dare problemi di muffa.

In estate il pericolo muffa è scongiurato dall’abbondanza di luce solare. A fine coltivazione basta lavorare il terreno interrando la paglia usata per la pacciamatura, questa andrà ad aumentare il tenore di sostanza organica nel terreno.

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Pubblicato da Anna De Simone il 26 Giugno 2019