Orfeo ed Euridice: mito e morte

Orfeo ed Euridice: mito

Quella di Orfeo ed Euridice è una delle coppie più famose della mitologia greca anche se il più famoso dei due è certamente Orfeo, noto per essere stato un ottimo poeta e musicista. Si racconta che ai suoi tempi non avesse concorrenti. Orfeo era figlio di Eagro, re della Tracia e della musa Calliope, Euridice è la sua compagna, andiamo a conoscere la triste ma appassionante storia che li fa spesso citare come coppia.



Orfeo e la musica

Iniziamo a parlare del protagonista, Orfeo, e della sua abilità di musicista. Si narra che fu proprio il Dio Apollo a regalargli una lira, poi le muse stesse gli insegnarono a usarla e naturalmente divenne bravissimo. Lo racconta anche Seneca che scrive che sentendo la sua musica “cessava il fragore del rapido torrente”, “ Le selve inerti si movevano conducendo sugli alberi gli uccelli”, “perfino le belve accorrevano dalle loro tane al melodioso canto”. Un vero talento che lui stesso coltivò con molta determinazione, aggiungendo al proprio strumento altre due corde per ottenere melodie più soave.

Tra le prime imprese che vedono Orfeo tra i protagonisti, c’è quella piuttosto nota della spedizione degli Argonauti in cui la nave Argo arrivò vicino all’isola delle Sirene “incantatrici”. Fu la musica della cetra di Orfeo a salvare gli argonauti dalla tentazione del canto delle sirene.

Orfeo ed Euridice: mito

Euridice, figlia di Nereo e di Doride, era la donna per cui Orfeo perse la testa e diventò presto sua sposa. La fece innamorare con la sua musica e la sua poesia, come fece innamorare molte altre creature del mondo. Non fu fin da subito un amore facile perché Euridice, con la sua bellezza, fece subito innamorare Aristeo che cercò di rubarla ad Orfeo corteggiandola. Per restare fedele al suo sposo, la bella giovane scappò via di corsa dallo spasimante, senza nemmeno guardare bene a terra, calpestò un serpente che la morsicò e morì. Subito.

Orfeo ed Euridice erano una coppia molto affiatata, lo sposo quindi, appena saputo della scomparsa della sua compagna, reagì disperandosi: per lui una vita senza Euridice non aveva alcun senso, nemmeno la sua passione per la musica lo consolò minimamente.

Per cercare di riunirsi ad Euridice riuscì a scendere nell’Ade dopo aver convinto Caronte e condurlo da lei con l’obiettivo di strapparla dal regno dei morti e riportarla in vita. Passato lo Stige, passati il cane Cerbero e i giudici dei morti, Orfeo si ritrovò negli inferi, tra tantissime anime dannate che certo non si mostrarono amiche, ma con la sua determinazione riuscì comunque ad arrivare da Ade e Persefone.

A questo punto estrasse il proprio strumento e iniziò a suonare e a cantare tutto il suo dolore fino a farli commuovere. Al sentirlo accaddero molte cose incredibili negli inferi: si commossero perfino le Erinni piansero, si arrestò la ruota di Issione, Tizio ebbe un attimo di tregua perché gli avvoltoi che gli divoravano il fegato si fermarono di fronte al dolore di Orfeo. Anche Tantalo dimenticò la sua sete.

Scossi terribilmente, Ade e Persefone permisero a Orfeo di riportare Euridice nel regno dei vivi ma ad una strana condizione: durante il viaggio verso la terra lui doveva stare davanti a lei e non girarsi mai a guardarla fino a quando non fossero giunti all’aria aperta.

E’ nota la scena in cui Orfeo iniziò a camminare verso la luce tenendo per mano la sua amata, con grandi speranze. Nel procedere, un brutto sospetto gli balzo nella mente, cominciò a temere di essere stato ingannato e a sospettare che al posto di Euridice ci fosse un fantasma. Inutile cercare di convincersi, non potè fare a meno di girarsi a controllare e questo condanno Euridice agli Inferi, stavolta per sempre. Orfeo dovette vederla scomparire, stavolta per giunta per colpa sua.

Per tutta la settimana successiva, il poeta musicista cercò di corrompere Caronte per provare una seconda volta a riportare Euridice tra i vivi ma stavolta non ci riuscì, non ebbe questa seconda possibilità. Non gli restò che rifugiarsi sul monte Rodope, in Tracia, crollando in uno stato di tremenda disperazione, in piena solitudine. Gli unici che poterono frequentare la sua casa furono i giovani ragazzi a cui insegnava l’astinenza e l’origine del mondo e gli dei.

Orfeo ed Euridice: morte

Ci sono altre storie sulla morte di Orfeo. C’è chi racconta che fu Zeus a folgorarlo perché aveva rivelato misteri che dovevano restare segreti. Altri attribuiscono la morte del poeta ad Afrodite che istigò le donne Tracie a squartarlo.

Al di là delle cause della sua morte, essa fu un avvenimento terribile per tutti coloro che si deliziavano ascoltando la sua musica. Per piangerlo le ninfe indossarono una veste nera, i fiumi si ingrossarono per il troppo pianto e le Muse si impegnarono per recuperare il suo corpo e seppellirlo ai piedi del monte Olimpo.

Quando gli dei mandarono una tremenda pestilenza in tutta la Tracia per punire il delitto delle Baccanti, fu necessario, per farla cessare, recuperare la testa di Orfeo e rendergli gli onori funebri. Fu ritrovata da un pescatore nei pressi della foce del fiume Melete e fu deposta nella grotta di Antissa, sacra a Dioniso. Anche la sua lira fu ritrovata e fu messa in cielo, con la costellazione dedicata, perché tutti potessero ammirarla.

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Pubblicato da Marta Abbà il 19 Febbraio 2019