Un nuovo emendamento, per frenare il consumo di suolo, introduce incentivi fiscali per il riuso e la rigenerazione urbana nel mondo dell’edilizia.
Gli incentivi fiscali sono uno strumento potente, se impiegati a servizio dell’ambiente possono fare la differenza tra catastrofi ambientali e tutela del territorio. Lo Stato italiano e gli enti competenti si stanno dando da fare in questi termini, a oggi sono disponibili:
Continuiamo a parlare di incentivi fiscali ma questa volta il principio è quello del riuso del suolo e della rigenerazione urbana. La durata di questi incentivi fiscali è di un massimo di 10 anni, le misure di incentivazione vedono la modulazione o l’esenzione del contributo di costruzione e dell’imposizione locale sugli immobili.
A prevedere tale provvedimento è un emendamento al ddl sul consumo del suolo presentato alle commissioni Ambiente e Agricoltura alla Camera.
La proposta intende “orientare l’iniziativa dei comuni a strategie di rigenerazione urbana, considerando prioritari gli interventi di ristrutturazione urbanistica e rinnovo edilizio che prevedano elevate prestazioni in termini di efficienza energetica ed integrazione di fonti energetiche rinnovabili, accessibilità ciclabile e ai servizi di trasporto collettivo, miglioramento della gestione delle acque a fini di invarianza idraulica e riduzione dei deflussi, e la realizzazione di residenza sociale”.
Un’altra novità prevista con il medesimo emendamento, vede l’introduzione nei comuni di un “catasto degli usi del suolo” così da pianificare in modo più ponderato il consumo di ulteriore suolo o il riuso del suolo già accatastato. Un catasto del genere potrebbe essere un passo cruciale verso la prevenzione del dissesto idrogeologico.
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