Gypsophila: descrizione e utilizzo

Gypsophila

La Gypsophila è una pianta di origine asiatica. Può essere chiamata anche gipsofila o gissola e viene utilizzata per ricoprire le zone rocciose dei giardini. Possiamo anche non averla sentita perché non è molto nota anche se nel linguaggio dei fiori possiamo trovare la varietà Gypsophila Paniculata, detta anche Velo da sposa, che è conosciuta come simbolo di delicatezza e leggiadria. Andiamo a conoscere meglio questa pianta e a conoscere come possiamo coltivarla anche nel nostro giardino, se abitiamo in un’area con il clima adatto alla specie.



Gypsophila: descrizione

Più nota con il nome di “fiore di gesso”, questa pianta appartiene alla famiglia delle Caryophyllaceae. Arriva in Europa dall’Asia, e di solito viene coltivata come annuale, con l’obiettivo di vederla fiorire dalla primavera avanzata fino alla fine dell’estate.

La Gypsophila ha degli steli particolarmente lunghi e allo stesso tempo sottili, da cui partono molti rami che puntano verso l’alto, tanto che l’intera pianta raggiunge anche l’altezza di un metro.

Come ad esempio nella gypsofila repens, le foglie di questa pianta hanno una forma lanceolata e sottile, spuntano in modo simmetrico rispetto agli steli diventando sempre più piccole man mano che si va verso la sommità. Sono di un colore verde molto particolare, che vira verso l’argenteo. La Gypsophila produce anche degli splendidi fiori che solo se in gruppo, possono fare un figurone. Sono fiori che, sia semplici che doppi, restano davvero minuscoli. Hanno una forma sferica e nella maggior parte dei casi sono bianchi, ogni tanto anche rosa. Formano una grande nuvola di puntini colorati che sembra un ricamo leggero, proprio per questo alcune varietà di questa pianta vengono dette velo della sposa.

Gypsophila: utilizzo

Vista la sua particolare forma e l’effetto velo candido che si crea, questa pianta può essere molto spesso utilizzata quando si vanno a creare delle composizioni di bellissime confezioni floreali. Per un bouquet da sposa ma non solo, anche per decorare le tavole dei banchetti nuziali e l’altare delle chiese. Volendo la si può coltivare anche in giardino, come semplice arbusto, l’importante è non mangiarne né i fiori né lo stelo perché sono entrambi tossici e provocano gravi irritazioni del tratto intestinale se vengono ingeriti.

Gypsophila

Gypsophila: coltivazione

La posizione migliore per questa pianta di origine asiatica è quella in cui può prendere molto sole e allo stesso tempo quella dove è al riparo dalle correnti più fredde. Il terreno è meglio che sia calcareo e ben drenato ma la concimazione deve comunque essere effettuata, in primavera, con un fertilizzante complesso specifico per piante da fiori anche quello granulare a lento rilascio. Non serve annaffiare molto questa pianta, l’importante è controllare che non sia mai secco il terreno in si trova e che il periodo di siccità non si prolunghi troppo. La Gypsophila resiste ma non per durate anomale.

Per la riproduzione della gipsofila si utilizzano i semi ma può funzionare anche la divisione dei rizomi mentre la semina può essere effettuata sia in piena terra sia in semenzaio. Nel primo caso è assolutamente necessario aspettare la primavera avanzata mentre con il semenzaio anche a Febbraio si può già agire. Quando si piantano i rizomi è necessario rispettare alcune regole di buon vicinato come ad esempio lasciare 1- 2 centimetri del rizoma fuori dal terreno quando lo si pianta, meglio se in posizione verticale scavando buche profonde circa 5 cm.

Gypsophila: malattia

Questo tipo di pianta, non troppo pretenziosa a livello di cure, può rischiare di ammalarsi soprattutto di marciume radicale in particolare quando viene mantenuta in un terreno troppo umido e poco drenato.

In generale non siamo di fronte ad una pianta che viene spesso attaccata dai parassiti. E’ rustica e resiste bene ma gli afidi possono danneggiarla se vanno all’attacco. Ci sono dei rimedi e dei trattamenti per cercare di difenderla e di contrastare questo problema, li si trova in commercio molto facilmente, ma si può anche decidere di preparare un rimedio fatto in casa, a base di acqua, in cui far bollire dell’aglio, da vaporizzare sulle piante colpite.

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Pubblicato da Marta Abbà il 10 Aprile 2019