Correre in città fa male? Ricerche, dati statistici, consigli, rischi per la salute, disagi e altri info sulla corsa in città.
Per molti runner, correre in città è una scelta obbligatoria: non tutti hanno la possibilità di raggiungere un parco, un bosco o un area verde. Correre in città, tra smog e inquinamento, non è la pratica più sana, inoltre ci sono altri disagi da tenere presente, basterà pensare alle auto che sfrecciano, agli scooter che invadono qualsiasi spazio utile e ai pericoli legati all’uso degli auricolari.
La corsa in città non è una pratica sicura tanto che è stata oggetto di ricerca da parte del Dipartimento di Scienze della Salute dell’Università di Genova. I ricercatori hanno condotto un’indagine tra gli atleti abitudinari della corsa in città sfruttando come marcatore l’idrossiprolina. L’idrossiprolina è un amminoacido contenuto nella proteina collagene. Perché è stato usato questo marcatore? Per correlare i danni dell’inquinamento su chi ama correre in città.
Non è facile rispondere alla domanda “fa male correre in città?”. Molto dipende dall’ambiente urbano in cui viviamo e dai tessa di inquinamento. La già citata ricerca dell’Università di Genova ha provato a dare una risposta concreta.
Il biossido di azoto, uno dei principali inquinanti del traffico urbano, irrita il tessuto polmonare predisponendo i tessuti degli atleti a irritazioni e infezioni respiratorie. Il danno subito dai runner è stato misurato saggiando la quantità di idrossiprolina trovata nelle urine (idrossiprolinuria), valore che indica la degenerazione delle cellule del tessuto polmonare a causa dello smog. I ricercatori del Dipartimento di Scienze della Salute hanno confrontato i livelli di idrossiprolinuria dei runner che erano soliti correre in città (tra smog e inquinamento) con quelli rilevati negli atleti che si allenavano in campagna. Ancora, un confronto è stato fatto con gli utenti che non si allenavano affatto ma che comunque si spostavano in città. La ricerca ha rilevato che:
C’è da dire che lo studio non ha preso in esame un fattore di rischio ancor più elevato: l’impatto che hanno le polveri sottili su chi sceglie di correre in città. Non è difficile reperire dati sui danni delle polveri sottili, basta spulciare nell’Archivio dell’Organizzazione Mondiale della Sanità o in quello dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, quest’ultimo annovera le polveri sottili nel cosiddetto “gruppo 1”, cioè tra i fattori che aumentano considerevolmente i rischi di contrarre il cancro. Il progetto “European Study of Cohortes for Air Pollution Effects“ ha coinvolto 300.000 persone e non lascia dubbi sui danni delle polveri sottili (PM 10 e PM 2,5), legate soprattutto all’inquinamento da traffico, per ogni incremento di 5 μg/m3 di PM 2,5, il rischio relativo di ammalarsi di tumore al polmone aumenta del 18%, mentre cresce del 22% a ogni aumento di 10 μg/m3 di PM 10. Sono quindi le polveri sottilile principali responsabili dell’effetto cancerogeno. Con questi dati non vogliamo fare allarmismo ma solo aprirvi gli occhi sui danni legati all’inquinamento cittadino.
Chi ama la corsa in città non deve rinunciarci ma di certo può prendere delle precauzioni per mitigare i potenziali danni. Ecco alcuni consigli:
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