Come proteggere i fiori dalla pioggia

Come proteggere i fiori dalla pioggia

Oggi che si passa dal rischio siccità all’allarme alluvioni è importante tenere d’occhio le previsioni del tempo ed essere pronti a tutto, per poter correre ai ripari qualsiasi cosa il cielo ci riservi, sole cocente o pioggia no stop per giorni. Per questo è bene cominciare a imparare come proteggere i fiori dalla pioggia e le piante del nostro giardino e del nostro balcone. L’acqua è senza dubbio essenziale per la loro crescita ma sa essere anche violenta e creare danni. Un po’ come gli esseri umani con il cibo, è necessaria la giusta quantità, senza mai esagerare.



Perché proteggere i fiori dalla pioggia

Quando arrivano degli scrosci violenti oppure i giorni di pioggia diventano tanti e uno in fila all’altro senza soluzione di continuità, anche le piante più bisognose di acqua non ne possono più e hanno bisogno del nostro aiuto per non soccombere.

Uno dei problemi più frequenti è il tasso di umidità troppo alto che si viene a registrare e che non sempre è gradito a tutte le piante e i fiori. Non sono tutte tropicali, anzi, i nostri sono per lo più abituati a un clima mediterraneo. Anche i ristagni di acqua nel terreno, quando si vanno a formare, sono tremendi e possono essere letali per molte delle piante che ospitiamo in giardino.

Parlando di “pericoli” legati al meteo, non si può non parlare della grandine che ogni tanto ci sorprende e crea danni anche alle nostre macchine munite di carrozzeria, figuriamoci alle piante, alle loro tenere foglie e ai delicatissimi fiori. I fiori cadono, le foglie a volte anche, o vengono urtate, ma è ancora più grave quando vanno a crearsi delle ferite nel tronco e nei rami portanti. Molto spesso la pianta si cura da sé ma la situazione va tenuta sotto controllo proprio come per le ferite umane. È facile che la ferita “si infetti”, se attaccata dai parassiti.

Come proteggere i fiori dalla pioggia

Come proteggere i fiori dalla pioggia

La pioggia, e anche la grandine, sono incontrollabili e a volte anche imprevedibili, ma noi possiamo attrezzarci al meglio in modo che i nostri fiori e le rispettive piante non abbiano dei grossi danni.

Per evitare che delle piogge violente feriscano i tronchi e i rami principali delle piante possiamo costruire con del tessuto impermeabile dei “cappucci” protettivi con cui avvolgere le loro basi in modo che anche le radici siano in parte coperte. L’acqua quando molto abbondante, tenderà ad accumularsi ed è quindi necessario prevedere dei canali in modo da indirizzarla verso delle aree del giardino in cui non può fare danni, soprattutto per quel che
riguarda i ristagni. Possiamo aiutarci con delle pietre, per creare i canali, e poi con della sabbia che assorbe l’eccesso di acqua.

Se vogliamo fare un intervento più efficace ma anche più impegnativo, possiamo utilizzare delle flange, ovvero dei veri e propri tubi che sono da installare nella terra e che vanno e costituire veri e propri canali di scolo. L’acqua piovana andrà a confluire lì e poi ad accumularsi in recipienti che metteremo al termine di questo sistema di scarico idrico.

Se siamo spesso vittime di piogge abbondanti ed insistenti, vale la pena di investire per effettuare questo intervento più massiccio ma certamente più risolutivo rispetto al precedente. Il rischio sennò è di continuare a sistemare pietre e sabbia ogni volta semi distrutte dalla rabbia del cielo.

Come proteggere i fiori e le piante dalla grandine

Visto che ne abbiamo già dato cenno, vediamo come comportarci per cercare di limitare i danni creati dalla grandine. Esistono oggi delle vere e proprie reti antigrandine che possono essere molto utili per prevenire i danni. Sono consigliate per gli orti di qualsiasi dimensione e genere, per evitare che in poche ore tutto il nostro futuro raccolto venga distrutto. Non sono affatto difficili da installare queste reti, vanno bene anche per orti domestici fatti per hobby, e possiamo anche toglierle quando il rischio di grandine è lontano.

Non è necessario essere degli esperti per installare questo tipo di strutture ma dobbiamo fare attenzione a dei dettagli strutturali come ad esempio alla base su cui le fissiamo. Deve trattarsi di un supporto molto solido perché se la grandinata è violenta o particolarmente abbondante, non deve esserci il rischio che ceda. Una rete antigrandine che crolla sul nostro orto può creare danni non indifferenti.

Se viviamo in una zona particolarmente colpita dalla grandine, possiamo anche valutare l’opzione di installare delle reti permanenti che proteggano il nostro orto. Costano ovviamente di più ma allo stesso tempo non abbiamo il rischio di crollo e conquistiamo una protezione anche contro gli uccelli che di norma arrivano ad assaggiare le delizie del nostro orto. Per non privarlo della luce del sole, meglio mettere delle reti bianche se non ci sono contrordini dal punto di vista dei vincoli paesaggistici.

Per proteggere le piante invece, non ci sono strutture così pratiche perché hanno delle dimensioni ben diverse e sarebbe davvero complesso. In questo caso la prevenzione “meccanica” diventa difficile ma possiamo fare in modo che le piante ferite non cadano vittime degli attacchi dei parassiti che vogliono approfittare della loro debolezza. Per rinforzarle prima che accada possiamo usufruire di rimedi naturali e artigianali senza affidarci a prodotti chimici. L’estratto di semi di pompelmo è un’ottima soluzione e anche la soluzione idroalcolica di propoli ma possiamo spaziare anche su prodotti a base di rame utilizzati nell’ambito dell’agricoltura biologica.

Pochi sono consapevoli che la grandine può creare dei danni anche al suolo stesso, e quindi indirettamente alle piante che vi crescono. A seguito di una grandinata può capitare che si venga a formare uno strato duro che impedisce all’ossigeno di raggiungere le piante. Con un’opera di sarchiatura del terreno andremo quindi a rompere questo strato rigido che rischia di soffocare gli abitanti del nostro giardino. Sempre dopo la grandine facciamo un monitoraggio degli alberi da frutto e stacchiamo tutti i frutti che sono rimasti danneggiati. Alcuni saranno salvabili, magari per una confettura, e in questo modo lasciamo che l’albero si riprenda e faccia maturare i frutti intatti e quelli che verranno.

Pubblicato da Marta Abbà il 1 Dicembre 2019