Coltivazione della Drosera, caratteristiche e proprietà

Drosera

Al sentire che si tratta di una pianta carnivora molti di noi la etichetteranno come una pianta cattiva mentre la Drosera, scoprirete con sorpresa, ha interessanti proprietà per la nostra salute e uno dei problemi per cui viene spesso utilizzata è la tosse. Senza pregiudizi, quindi, andiamo a conoscerla meglio anche scoprendo come coltivarla.



Drosera: caratteristiche

Da diversi secoli questa pianta carnivora molto resistente viene usata come rimedio per le infezioni delle vie respiratorie ma anche per curare le tensioni muscolari. Le sue tante specie crescono un po’ ovunque nel mondo ma la maggior parte di esse si concentra in alcune zone del pianeta, in Australia, Sud America e Africa Meridionale. In Italia troviamo una specie chiamata rotundifolia, o più poeticamente Rugiada del Sole ma è rara e protetta. Per trovarne qualche esemplare dobbiamo spingerci nei pascoli alpini, fino a 1600 metri di altezza. Nella bella stagione possiamo vederla anche fiorire, in bianco.

Il suo aspetto è molto particolare, uno degli elementi che salta subito all’occhio sono una specie di tentacoli colorati che spuntano sulle foglie. Non sono una decorazione ma una parte importante per nutrirsi, al proprio interno hanno le ghiandole che secernono quella sostanza collosa con cui la Drosera è in grado di catturare gli insetti e di digerirli una volta ingoiati. Come vedremo, è una pianta resistente. La parte che viene utilizzata per produrre dei rimedi naturali è quella aerea ricca di oli essenziali, naftochinoni e flavonoidi.

Drosera: coltivazione

Nel caso ci trovassimo con una Drosera da far crescere, cosa rara dalle nostre parti, vediamo come comportarci. Se abitiamo in un luogo in cui in inverno si verificano delle gelate, meglio essere prudenti e coltivarla in vaso per tenerla in un giardino di inverno oppure in una serra protetta. È importante che la Drosera riceva sempre molta luce ma non i raggi diretti del sole.

Per quanto riguarda il terreno serve procurarsi un substrato acido con un mix di sabbia e torba preferibilmente in parti uguali da annaffiare con acqua piovana facendo in modo che non sia troppo calcarea. I fusti potrebbero soffrirne. Oltre a bagnarle in modo regolare, sulla parte esterna, dobbiamo anche tenere il substrato umido per cui procuriamoci un sottovaso in cui deve sempre esserci dell’acqua.

Quando la pianta va in riposo vegetativo, smettiamo di bagnarla ma teniamo sotto controllo il livello di umidità del terreno in modo che non arrivi mai a essere secco. Non serve concimare questa pianta che se la cava da sola e si difendono bene anche dalle malattie. Non sono piante che vengono di frequente attaccate da malattie o parassiti, l’unico pericolo è quello legato all’umidità che deve essere sempre quella gradita.

Drosera

Proprietà della drosera in Omeopatia

Tosse e bronchite sono le principali malattie che la Drosera cura ma ci sono molti altri suoi aspetti curativi da conoscere, ad esempio è ottima anche per calmare gli spasmi intestinali e contro le verruche.

Per la cura della tosse il merito va dato al drosterone che permette alla pianta di fare da calmante per la muscolatura liscia dei bronchi. Ciò si combina con un’azione antimicrobica legata agli naftochinoni che combattono funghi e batteri. Queste stesse sostanze sono rendono la Drosera anche antinfiammatoria.

La presenza di acido ellagico impedisce che si formino nuovo vasi sanguigni che permettono alle cellule maligne di svilupparsi e crescere e per questo si associa la pianta a delle pratiche di prevenzione dei tumori.

Altri usi che in passato sono stati fatti della Drosera ci suggeriscono di impiegarla anche come espettorante e disinfettante per curare bronchiti, tracheiti e pertosse. Può essere utilizzata anche per in caso di malattie del sistema linfatico, reumatismi, artriti, dolori osteoarticolari, stati ansiosi, depressione e dissenteria.

Come rimedio omeopatico la si trova sia fresca che essiccata per preparare infusi contro la tosse e le infiammazioni dell’apparato respiratorio, come l’asma. Per una tazza basta un cucchiaino di drosera lasciato 10 minuti in infusione per ottenere una bevanda curativa che può essere sorseggiata massimo 4 volte al giorno. In erboristeria possiamo trovare dei trattamenti per la tosse con estratti di drosera oppure la tintura madre e le capsule.

Quando prendiamo dei rimedi alla Drosera è bene ricordare che interagisce con farmaci cortisonici, FANS, alcuni antidepressivi, antitumorali e gli anti-coaugulanti, è inoltre sconsigliata a chi soffre di ulcere, coliti e gastriti.
Se si esagera con le dosi c’è il rischio di avere dei problemi renali. Quando la maneggiamo direttamente, da fresca, dobbiamo fare massima attenzione perché la linfa, contenuta nelle foglie, ha un effetto irritante sulla pelle.

Drosera

Varietà della Drosera

Tra le numerosissime varietà di Drosera, osserviamo le più note e comuni oppure le più curiose. La drosera binata cresce nel Nuovo Galles, in Australia Meridionale e cresce fino ad un’altezza di circa 35 cm. Ha delle foglie a forcella e in primavera produce dei grandi fiori di colore bianco con sfumature calde.

La drosera capensis è invece tipica del Sudafrica, ha dimensioni più modeste, non supera i 15 cm, ma produce dei meravigliosi fiori sgargianti, di colore fuxia, in primavera. La drosera più piccola è la spatulata che cresce in Australia ed arriva a fatica a 10 cm di altezza, con foglie molto sottili e di colore rossastro.

Semi di Drosera

Per far riprodurre la Drosera si usano i semi ed è piuttosto facile perché è una pianta infestante. Possiamo acquistarli comodamente su Amazon, ad un prezzo minimo, e poi prepararci. Prendiamo un vaso di plastica e riempiamolo quasi interamente con una miscela di torba acida di sfagno e perlite, a cui aggiungere acqua distillata. Al composto umido aggiungiamo della torba ben frantumata.

Ora possiamo prendere i semi che abbiamo acquistato, facendo attenzione a non disperderli perché sono microscopici e distribuiamoli nel substrato in modo uniforme. Durante la germinazione serve che la luce che accarezzi i semi e dopo circa 15-20 giorni spunteranno le piantine. Per farle sentire a proprio agio dobbiamo creare condizioni di elevata umidità vaporizzando giornalmente l’ambiente e le piante. Avendo a che fare con piante carnivore sappiamo che si nutrono di insetti vivi e si arrangiano da sole a procurarseli con le proprie trappole, evitiamo di fornire loro insetti morti perché non apprezzerebbero.

Pubblicato da Marta Abbà il 29 Gennaio 2020