Clima: il 2018 l’anno più caldo in Italia dal 1880

Clima: siccità

Che le temperature nel nostro Paese siano in crescita è un dato di fatto. Basti pensare alla siccità che ha contraddistinto l’ultima stagione invernale italiana. Ora una nuova conferma arriva dall’Ispra. Di recente, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, nel suo ruolo di focal point nazionale per la trasmissione di dati e prodotti climatici all’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO), ha prodotto e inoltrato le informazioni a livello nazionale, che contribuiscono a comporre il quadro climatico globale per l’anno 2018.

Dal rapporto emerge che il 2018 ha rappresentato un anno particolarmente caldo: si piazza infatti al quarto posto, evidenziando una tendenza che vede gli anni dal 2015 al 2018 come i quattro anni più caldi dell’intera serie storica di misurazioni che inizia nel 1880.

In Italia, tuttavia, la situazione appare ancora più grave. Secondo i riferimenti trasmessi dall’Ispra, proprio il 2018 risulta al primo posto tra gli anni più caldi di tutta la serie storica.

Rapporto annuale della WMO: i dati sul clima e sugli eventi estremi

Il contributo che viene fornito alla WMO da tutti gli stati membri consiste nella compilazione di un modello in cui vengono riportati, in sintesi, dati e informazioni sull’andamento climatico nell’anno in corso, sia per quanto riguarda i valori medi di temperatura e precipitazioni, sia sul fronte degli eventi meteorologici estremi, come ondate di calore, alluvioni, siccità, tempeste di vento, nevicate eccezionali.

Per redigere il documento vengono inoltre messi a disposizione grafici e mappe rappresentativi delle anomalie di temperatura e di precipitazione.

Il report ha l’obiettivo di informare i governi, le agenzie internazionali e i cittadini sullo stato del clima globale, sulle tendenze in atto e sugli eventi meteo-climatici più significativi.

Il quadro climatico italiano

Tra i dati comunicati dall’Ispra per il rapporto WMO sono stati segnalati anche gli eventi alluvionali che hanno interessato le Valli di Fiemme e di Fassa, la provincia di Belluno e la provincia di Palermo, rispettivamente nei mesi di luglio, ottobre e novembre, la tempesta di vento che ha colpito l’intero territorio nazionale alla fine di ottobre e la lunga e intensa ondata di calore che ha investito l’Italia per due settimane tra fine di luglio e metà agosto. Un susseguirsi di condizioni climatiche estreme che sembra non arrestarsi. Un esempio tra tutti: in Pianura Padana attualmente è emergenza siccità. L’inverno secco non ha portato piogge a sufficienza, il livello delle acque di fiumi e laghi è in preoccupante calo e le riserve di neve in montagna sono scarse.

Siccità

Gli effetti non tardano a manifestarsi in diverse regioni, tra cui il Piemonte e il Veneto, in cui si riscontrano problemi nell’irrigazione agricola. L’allarme siccità non esclude la Lombardia. La Regione si prepara a fronteggiare un’eventuale crisi idrica che potrebbe interessare il settore agricolo nei mesi estivi. Per ora non sono state prese decisioni definitive ma, per evitare danni all’agricoltura lombarda, si ipotizzano due strategie: recuperare l’acqua piovana nelle cave dismesse e alzare il livello del Lago Maggiore.

Caldo anomalo e siccità: è emergenza incendi

Di pari passo con le temperature fuori dalla norma e i livelli di siccità si muovono anche gli incendi. Nel rapporto WMO si evidenzia come il 2018 sia stato un anno “caldo” anche sotto questo aspetto. Il 23 luglio importanti incendi hanno colpito la regione intorno ad Atene. Le fiamme si sono diffuse rapidamente con venti forti e inusuali per il periodo dell’anno, con una considerevole perdita di vite umane. Incendi di largo impatto si sono registrati anche negli Stati Uniti. Tra questi, l’inferno di fuoco passato alla storia con il nome di “The Camp Fire”, che si è sviluppato a novembre nell’area nord-est di San Francisco. Gli esperti lo hanno definito l’incendio più letale nella storia degli Stati Uniti.

L’elevato rischio di incendi non esclude l’Italia. I dati recenti parlano da soli: da inizio 2019 nel nostro Paese si è registrato ben un rogo al giorno. Con conseguenze spesso devastanti.

Il clima, insomma, ci sta lanciando messaggi chiari. È tempo di agire con soluzioni concrete per cambiare le carte in tavola. Prima che sia troppo tardi.

Pubblicato da Evelyn Baleani il 4 Aprile 2019